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Modena: ha aperto ‘Iride’, nuovo centro diurno per disabili gravi


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stk202254rkeSi chiama ‘Iride’ il nuovo centro diurno per disabili gravi di via Campi, e come la membrana oculare da cui prende il nome ha l’ambizione di consentire a chi lo frequenta una visione del mondo ‘a colori’, più accessibile e gradevole. La struttura rinnovata, composta da piano terra, primo e secondo piano, e mansarda, è di proprietà della Fondazione Livizzani, che con il significativo aiuto della Fondazione Cassa di Risparmio ha ristrutturato lo stabile e lo ha ceduto in comodato al Comune di Modena. Il nuovo centro, gestito tramite appalto dalla cooperativa Gulliver, è andato a sostituire la struttura di via Cardarelli, consentendo un significativo ampliamento e una conseguente maggior disponibilità di posti. Può, infatti, arrivare ad ospitare fino a 25 utenti, contro i 15 della precedente struttura.

Il nuovo centro presenta, oltre ad aree di servizio e uffici, una cucina per la distribuzione dei pasti, due sale da pranzo, spazi polifunzionali utilizzati anche per momenti integrati con altri centri diurni, atelier, stanze morbide per le attività di rilassamento, salette musica e tv, numerosi bagni attrezzati e assistiti, uno dei quali con vasca idromassaggio, una grande terrazza che verrà allestita con fioriere, e il giardino dove saranno effettuate attività di piccolo giardinaggio. La struttura è fornita anche di alcuni mezzi, attrezzati e non, per lo spostamento degli utenti.

Gli utenti che accedono alla struttura hanno un’età media di 35 anni, ma in generale vengono accolte persone nella fascia di età dai 18 ai 60 anni, che vengono coinvolti in attività interne ed esterne, normalmente svolte individualmente o in piccoli gruppi. Tali attività vanno dall’igiene e cura della persona al pranzo, dallo sviluppo delle autonomie ai laboratori creativi (grafici, manuali, musicali, ecc.), dalla gestione dello spazio centro a momenti di socializzazione e integrazione nei luoghi della città (mercato, centro commerciale, musei, gite).

Gli operatori sono in rapporto di uno a uno e mezzo con gli ospiti, il lavoro è coordinato da una psicopedagogista e da una educatrice. Sono inoltre presenti anche alcuni volontari di servizio civile. Il centro è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17 tutto l’anno tranne il mese di agosto, a Natale, e per qualche giorno a Pasqua.

 

A Modena 500 disabili adulti seguiti dai servizi sociali

Le persone con disabilità grave nel Comune di Modena con età tra i 19 e i 60 anni rappresentano circa lo 0,3% della popolazione residente, circa 600 persone in valori assoluti (dati 2008). Tra questi si registra una presenza maschile di circa il 60% dei disabili segnalati e una età compresa tra i 19 e i 30 anni per il 40%.

Al 31 agosto 2009 le persone disabili adulte seguite dai servizi sociali del Comune sono circa 500, con un aumento costante nel corso degli ultimi anni, sia per ingresso nella fascia di età adulta da quella minorile che per trasferimento di residenza. I servizi messi in atto con il Piano di Zona per la Salute e il Benessere sociale da Comune, Ausl, Policlinico, Asp, Istituti scolastici, Inail, associazioni e imprese, per l’area disabilità a Modena sono 33 e variano dalla prevenzione, promozione della salute, informazione, orientamento e consulenza (9 servizi), alle attività di accesso, presa in carico, frequenza e assistenza nei servizi territoriali e semiresidenziali (18), alle attività di assistenza residenziale (6). La cifra complessiva messa a disposizione nell’anno 2009 per le attività destinate all’area disabilità è di circa 18 milioni e 192 mila euro.

Nei Centri diurni trovano ospitalità circa un centinaio di persone e la spesa per tale servizio si aggira attorno ai 2 milioni e 252 mila euro annuali, di cui quasi 1 milione 700 mila finanziati dall’Ausl grazie al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, 473 mila dal Comune e poco meno di 106 mila da rette degli utenti. Iride va a sostituire la precedente struttura Cardarelli, ampliando l’offerta in termini numerici e qualitativi della struttura precedente, ed è una dei sei Centri diurni per disabili adulti nel Comune di Modena. Di questi, uno è a gestione diretta dell’Amministrazione comunale, il centro diurno Pisano, e ospita 18 persone; due, il centro diurno Luosi e il Del Monte con rispettivamente 17 e 5 posti, sono gestiti dall’Anffas; altri due, il nuovo centro Iride e la struttura Tintori da 25 e 17 posti, dalla cooperativa Gulliver; e uno, l’Istituto Charitas da 15 posti, gestito dall’Asp. Queste strutture, che rispondono all’intera richiesta attuale, offrono servizi a persone con disabilità congenita, mentre in via Guicciardini è presente il centro Pegaso, rivolto ad utenti con disabilità acquisita. L’obiettivo che si pongono queste strutture è il mantenimento della persona disabile presso il proprio domicilio, garantendone il benessere complessivo, e allo stesso tempo il garantire sostegno alle famiglie dei disabili. In queste strutture gli utenti trovano un supporto al potenziamento e mantenimento delle proprie capacità psicofisiche e all’integrazione sociale. La collocazione di un utente nell’una o nell’altra struttura dipende dal tipo di disabilità. Si cercano, infatti, compatibilità tra gli ospiti dei centri, per evitare concentrazioni di persone con la stessa patologia che non favorisce lo stare insieme dal punto di vista sociale, sul cui piano le differenze tra disabili costituiscono una risorsa lavorando su compatibilità e integrazione.

Sul territorio sono presenti, inoltre, tre centri di residenza (per la disabilità acquisita Pegaso, per quella congenita Del Monte e Charitas, che a sua volta si articola nelle 3 categorie: per gravissimi, per gravi con autonomie e in appartamento), che ospitano 77 utenti. La spesa per questo servizio ammonta a 3 milioni 672 mila euro, di cui poco più di 3 milioni e 100 mila euro finanziati dall’Ausl grazie al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, 378 mila euro dal Comune, e 192 mila euro dalle rette degli utenti.

Sono, poi, presenti, 3 centri socio-occupazionali (Lanterna di Diogene, Quinterno, e Coopattiva), rivolti a disabili meno gravi, che offrono ospitalità a oltre 50 utenti e richiedono un finanziamento di 348 mila 500 euro, per 131 mila 900 euro a carico del Comune, per 206 mila euro dell’Ausl e per 10 mila 600 euro delle rette degli utenti.

Infine, nei percorsi di orientamento lavorativo sono coinvolte 54 persone disabili, 144 in quelle di assistenza domiciliare ed educativo-territoriale, più di 100 in attività di socializzazione e tempo libero e 168 nel servizio di trasporto.