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Patto per la Scuola, PD Modena: “la destra spieghi il suo no alle famiglie”


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scuola_5Dopo una seduta fiume durata quasi 6 ore, con 23 voti favorevoli e 6 contrari, il Consiglio Comunale di Modena ha approvato il rinnovo triennale del Patto per la Scuola rivolto alle scuole dell’infanzia e alle primarie.

“Con questo patto – afferma Paolo Trande, capogruppo Pd – il Comune di Modena riafferma con forza volontà di investire in istruzione e formazione. In un quadro complessivo di diminuzione di trasferimenti dello Stato alle scuole, la nostra Amministrazione va in controtendenza e mette in campo il miglior patto possibile in questo particolare momento storico. La cosa più preoccupante – prosegue Trande – è l’atteggiamento tenuto da PdL e Lega Nord, ormai isolati e divisi al loro interno. I cittadini modenesi devono avere ben chiaro che sono state le uniche forze politiche presenti in Consiglio a votare contro il Patto per la Scuola, tra l’altro con soli 7 consiglieri presenti rimasti mentre tutti gli altri sono andati via prima dall’aula. Su una delibera che, seppur nelle differenze politiche, doveva vedere un momento di convergenze per il bene della nostra scuola, Sinistra per Modena, UDC, Idv e Modena 5 Stelle-Beppe Grillo hanno dimostrato grande senso di responsabilità votando a favore di 15 milioni di euro per il sostegno delle scuole dell’infanzia e primarie. Al contrario – conclude il capogruppo del Pd – la destra ha detto ‘no’, un ‘no’ ideologico, senza motivazioni rilevanti di merito, un ‘no’ che dovranno spiegare in primo luogo ai genitori dei bambini che frequentano le scuole d’infanzia, elementari e medie”.

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Sulla bocciatura del Patto per la scuola da parte del dirigente scolastico interviene l’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Istruzione e Cultura della Camera.

«Non mi ha sorpreso la lettera del gruppo di genitori del 3° circolo pubblicata nei giorni scorsi dalla stampa locale. Purtroppo è la conferma di quello che l’opposizione parlamentare, i sindacati della scuola, i docenti, le famiglie, gli studenti vanno dicendo da tempo, senza che il governo si sia mai degnato di dare loro ascolto. Proteste, scioperi, interrogazioni e mozioni parlamentari, ordini del giorno, denunce e inchieste sui mezzi di informazione non sono serviti a far desistere il ministro Gelmini dal suo piano di attacco alla scuola pubblica. Mi sorprende, invece, e non poco, l’atteggiamento del dirigente scolastico provinciale Malaguti che, invece di farsi carico del disagio di insegnanti, genitori e studenti, riporta in sede locale il verbo del governo, venendo meno al ruolo istituzionale che gli imporrebbe maggiore imparzialità. Malaguti dimentica di essere un funzionario dello Stato: un conto è applicare leggi e ordinamenti, altro discorso è difendere orientamenti politici. Così facendo il professor Malaguti interrompe una proficua tradizione di collaborazione interistituzionale che durava da lungo tempo, sia in presenza di governi di centrodestra che di centrosinistra, nell’interesse delle istituzioni scolastiche locali. Arriva persino ad imputare al governo Prodi crediti delle scuole che invece – come ha confermato lo stesso ministero rispondendo alle nostre interrogazioni – risalgono al periodo 2002-2006. Attaccando il Patto per la scuola, approvato ieri in Consiglio comunale anche da una parte dell’opposizione, appare sempre più come il portavoce del ministro Gelmini. Insomma, fa politica invece di fare il suo mestiere, che sarebbe quello di governare il complesso mondo della scuola nella nostra provincia. E in questo modo, oltretutto, tenta di oscurare la vera notizia, che non è il suo “no”, ma l’impegno concreto del Comune a favore della scuola locale. Mentre il Governo taglia forsennatamente le risorse all’istruzione, gli enti locali, come il Comune di Modena che ha investito 11 milioni di euro, sono costretti a supplire alle carenze dello Stato e, benché oberati da mille difficoltà di bilancio, devono intervenire direttamente per far fronte alle necessità immediate della scuola. Da questo punto di vista, il rinnovo del Patto tra il Comune di Modena e le scuole statali primarie e secondarie di primo grado costituisce sicuramente un esempio di buona prassi amministrativa di sostegno all’autonomia scolastica. E il nostro dirigente scolastico farebbe bene a riconoscerlo, invece di indossare sempre più spesso la casacca politica del Governo».