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Sister Helen a Reggio per dire no alla pena di morte


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Sister HelenQuest’anno le iniziative contro la pena di morte che Reggio organizza ogni anno per sensibilizzare la città contro la pena capitale avranno un’ospite di eccezione: Suor Helen Prejean, meglio nota come Sister Helen, testimonial della lotta contro la pena di morte e autrice di “Dead man walking”, best seller internazionale, valsole la nomina per il premio Pulitzer, da cui è stato tratto l’omonimo film interpretato da Susan Sarandon e Sean Penn.

Sabato 28 novembre, in occasione delle celebrazioni dell’ottava giornata mondiale “Città per la vita – Città contro la pena di morte” del 30 novembre, la nota attivista americana, che ha sostenuto spiritualmente tanti condannati fino al braccio della morte, sarà in città per partecipare agli incontri promossi dall’Amministrazione comunale e da enti e associazioni locali e nazionali per dire no alla pena di morte e per presentare il suo ultimo libro, “La morte degli innocenti” (edizioni San Paolo), in cui racconta da vicino la macchina della pena di morte e mette in luce i difetti del sistema giudiziario americano. L’appuntamento è alle 17.30 nella Sala del palazzo del Capitano del Popolo di piazza del Monte (hotel Posta). Insieme a Sister Helen, un altro protagonista internazionale dell’impegno contro la pena capitale: Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio, che presenterà il suo “Non c’è giustizia senza vita” (edizioni Leonardo International), dedicato ai diritti di cittadinanza di chi vive spesso ai margini della società: anziani, bambini, stranieri.

Durante la mattina del 28 novembre Sister Helen e Mario Marazziti incontreranno gli studenti delle scuole superiori reggiane che stanno lavorando alle attività di “Teaching abolition – Insegnare l’abolizionismo”, proposte dalla Coalizione mondiale contro la pena di morte e dall’Amministrazione comunale.

Sister Helen e Mario Marazziti sono entrambi noti a livello internazionale perché a coronamento del loro impegno ultradecennale, il 17 dicembre 2000, insieme a Paul Hoffman di Amnesty International, hanno presentato all’allora Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan una petizione firmata da quasi tre milioni di persone. I firmatari, provenienti da 145 nazioni diverse, includevano personalità come Elie Wiesel, il Dalai Lama, il reverendo George Carey (all’epoca Arcivescovo di Canterbury), Vaclav Havel (allora presidente della Repubblica Ceca), Abdurrahman Wahid (all’epoca presidente dell’Indonesia) e alti esponenti della Santa Sede.

Nel 2007 il governo Prodi ha riproposto la mozione contro la pena di morte, dopo che il Parlamento Europeo l’aveva nuovamente sostenuta. Il 15 novembre 2007 la Terza commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato (con 99 voti favorevoli, 52 contrari e 33 astenuti) la risoluzione per la moratoria universale sulla pena di morte.

Gli appuntamenti per celebrare l’ottava giornata mondiale “Città per la vita – Città contro la pena di morte”, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e sostenuta dall’Anci, sono organizzati dal Comune di Reggio insieme a Tavolo della pace, Regione Emilia Romagna, Scuola di Pace di Reggio Emilia, Cgil, Cisl, Uil, Reggio nel Mondo, con l’adesione di Amnesty International, Associazione Carlo Bortolani onlus, Comunità di Sant’Egidio e con il patrocinio della Provincia di Reggio Emilia.

Reggio Emilia si è distinta negli ultimi anni per l’impegno contro la pena di morte. Dal 2002 la nostra città è membro della Texas Coalition to abolish the death penalty; finanzia il fondo legale per i condannati a morte gestito dalla Comunità di Sant’Egidio che ha contribuito a salvare condannati a morte negli Stati Uniti, in Uzbekistan e in Africa; inoltre aderisce alla Giornata del 30 Novembre Città per la Vita – Città contro la pena di morte.

Dal 2004 Reggio Emilia è stato ammesso ad aderire alla World Coalition against the death penalty. Nel 2005 la Coalizione Texana per l’abolizione della pena di morte ha premiato la città di Reggio Emilia per il suo impegno nella lotta alla pena capitale.

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Sister Helen Prejean è nata nel 1939 a Baton Rouge, Louisiana. Nel 1957 è entrata nell’ordine delle Suore di San Giuseppe di Medaille (oggi conosciuta come la Congregazione di San Giuseppe). Si è laureata in Lingua inglese ed Educazione presso la St. Mary’s Dominican College di New Orleans nel 1962 e nel 1973 ha conseguito un master in Educazione Religiosa presso la University di St. Paul a Ottawa in Canada. E ‘ stata Direttrice per l’educazione religiosa presso la Parrocchia di St. Frances Cabrini a New Orleans, Direttrice per la Formazione della sua comunità religiosa e ha insegnato in scuole medie inferiori e superiori. Nel 1981 Helen Prejean ha iniziato un rapporto epistolare con Patrick Sonnier, condannato a morire sulla sedia elettrica nella prigione di stato “Angola” in Louisiana per l’assassinio di due adolescenti. Su richiesta di Sonnier, Suor Helen è diventata suo consigliere spirituale e si è recata più volte a visitarlo in prigione. Questo le ha permesso di vedere da vicino il processo delle esecuzioni nella Louisiana. Ha raccontato questa esperienza nel libro “Dead Man Walking”, nominato per il Premio Pulitzer nel 1993 e divenuto un best seller internazionale. Nel gennaio 1996 il libro ha ispirato l’omonimo film interpretato da Susan Sarandon nel ruolo di Suor Helen e Sean Penn in quello del condannato. Il film ha ricevuto la nomina per quattro oscar, tra cui quello per miglior attrice protagonista, vinto dalla Sarandon. Il suo impegno contro la pena capitale l’ha portata a tenere conferenze, incontri e manifestazioni negli Stati Uniti e in molti altri Paesi del mondo. Ha fondato “Survive”, un’associazione che fornisce sostegno alle famiglie delle vittime di crimini violenti. Helen Prejean ha fatto parte del consiglio di amministrazione della Coalizione Nazionale per l’abolizione della pena di morte dal 1985 al 1995, ed è stata presidente del consiglio dal 1993 al 1995. E’ membro di Amnesty International e membro onorario della Murder Victim Families for Reconciliation (riconciliazione per le famiglie delle vittime assassinate). Nel suo secondo libro “La morte degli innocenti”, una testimonianza diretta sulla macchina della pena di morte in America, pubblicato nel dicembre 2004, Helen Prejean ha raccontato dei condannati Dobie Gillis Williams e Joseph O’Dell che ha seguito fino all’esecuzione. Convinta che entrambi fossero innocenti, mette il lettore a conoscenza degli elementi di prova, inclusi gli elementi che la giuria non ha mai avuto modo di sentire a causa dell’incompetenza degli avvocati della difesa o a causa delle rigide formalità delle procedure della Corte. Suor Helen ha analizzato come i difetti inestricabilmente intrecciati nel sistema della pena di morte inevitabilmente portano all’esecuzione di persone innocenti e rendono il sistema inutilizzabile. Helen Prejean ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti dei quali oltre venti lauree ad honorem ed il premio internazionale “Pacem in terris” nel 1998.

Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio, dirigente RAI e editorialista del Corriere della Sera, è tra i fondatori della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte. Tra gli altri, ha pubblicato I papi di carta (1990), Uno straordinario vivere (1993), Non uccidere (1999) e, per i tipi di Leonardo International, Eurafrica (2004), La città di tutti (2006), Non c’è giustizia senza vita (2009).