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Reggio, violenza contro le donne: bilancio di un anno di lavoro del Tavolo interistituzionale


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violenza_donne“Quello della violenza contro le donne è un tema su cui questa città è particolarmente impegnata – ha detto oggi l’assessore comunale alla Cura della comunità e alle Pari opportunità Natalia Maramotti presentando alla stampa un anno di lavoro del Tavolo contro la violenza alle donne”.  “Nel giugno 2008 istituzioni e associazioni reggiane hanno sottoscritto congiuntamente, su proposta del Comune di Reggio, il Protocollo operativo del Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza contro le donne, un importante strumento che consente di coordinare il lavoro di istituzioni e organizzazioni operanti sul territorio reggiano su un tema, quello dei maltrattamenti e della violenza verso le donne, particolarmente delicato e di notevole rilievo sociale. Reggio lavora infatti a 360 gradi, 365 giorni all’anno per combattere la violenza contro le donne. Le donne devono sapere che c’è un’alleanza forte in città a loro tutela. Un’alleanza che lavora anche sul piano culturale, con iniziative per sensibilizzare sul tema del genere”.

“Il ruolo della donna – ha aggiunto l’assessore comunale alla Coesione e sicurezza sociale Franco Corradini – è un valore non mediabile e di questo sono sempre più consapevoli tutte le donne, comprese quelle di origine straniera. A Reggio possiamo avvalerci di un’esperienza rilevante di integrazione al femminile attraverso una continua ricerca del dialogo e la trasmissione di valori. La coesione sociale e la cura dei luoghi pubblici e la loro riqualificazione consentono di migliorare la qualità della vita sociale e di prevenire, ove possibile, fenomeni di violenza e di favorire l’integrazione”.

“La cultura è uno strumento importante – ha detto Alessandra Campani dell’associazione Nondasola – per lavorare sul tema della violenza, in particolare nelle scuole. Per questo abbiamo lavorato con i ragazzi degli istituti superiori sul tema del genere, per educarli e sensibilizzarli su questo tema e diffondere una cultura diversa. Nell’ultimo anno come associazione Nondasola abbiamo registrato un aumento della domanda di aiuto da parte delle donne. Dal primo gennaio 2009 al 15 novembre la Casa delle Donne ha accolto 345 donne, di cui la maggior parte italiane (ben 226). Nel 2008 le donne accolte erano state 280. Questo aumento non significa necessariamente un aumento della violenza, ma piuttosto della consapevolezza e della sicurezza delle donne, che si sentono più libere di dire e raccontare”.

“Nel primo semestre di quest’anno – ha detto Mariarita Pantani, pm della Procura di Reggio – vi è stato un incremento notevole di denunce: 59 per maltrattamenti, 29 per violenza sessuale e 10 per stalking. Ma i dati relativi a quest’ultimo reato non sono confrontabili con gli anni precedenti, perché tale delitto è stato introdotto solo nel marzo di quest’anno. Tale aumento è sicuramente dovuto al fatto che le vittime denunciano maggiormente i fatti, stante la “visibilità” e la maggiore sensibilità per queste tipologie di reato. Non a caso, nella grande maggioranza dei casi, le parti offese danno atto di una condotta di violenze e di soprusi iniziata da molti anni e che talvolta dura anche da decenni”.

Giovanna Fava, forum donne giuriste, ha sottolineato come la riforma del processo penale potrebbe aprire un grave fronte della prescrizione facendo decadere procedimenti per violenza sulle donne. “Ciò aggrava una situazione in cui già adesso si stima che il 96% delle violenze subite da donne non siano denunciate”.

“Riguardo allo stalking – ha detto il dirigente della questura di Reggio Cesare Capocasa –l’ammonimento del questore, previsto dalla legge, ha consentito di interrompere le azioni di sette stalker in sette casi su otto segnalati, senza necessità di ricorrere alla denuncia penale”.

Mercoledì 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al cinema Rosebud verrà proiettato il video “Ci metto la faccia. Ragazzi e ragazze contro la violenza alle donne”, realizzato dagli studenti delle scuole superiori reggiane nell’ambito di un percorso di educazione al genere. A questa prima proiezione, riservata alla scuole, ne seguirà una aperta al pubblico lunedì 30 novembre alle 20.30 al cinema Alcorso (ingresso libero), con interventi degli assessori comunali Natalia Maramotti (Pari opportunità) e Giovanni Catellani (Cultura), Alessandra Campani (associazione Nondasola), Giuliano Fornaciari (dirigente scolastico), Fabrizio Davoli (Coopsette, sponsor dell’iniziativa), Alessandro Scillitani (regista). A seguire il film Racconti da Stoccolma di Anders Nilsson.

Tra gli atri intervenuti all’incontro con la stampa: Rosaria Savastano, giudice del tribunale di Reggio che ha sottolineato il rilievo e l’eccellenza per Reggio del Tavolo contro la violenza alle donne, il tenente Livio Lupieri del Comando provinciale dei carabinieri, Giovanna Righi dell’assessorato comunale alla Cultura, Cristina Marchesi, direttore del distretto Ausl di Reggio, Alessandra Margini coordinatrice dei servizi sociali del Polo territoriale 3.

Gli obiettivi fissati dal tavolo – a cui aderiscono, oltre al Comune di Reggio, Prefettura, Tribunale, Procura della Repubblica, Questura, Carabinieri, Arcispedale Santa Maria Nuova, Ausl, Ufficio scolastico provinciale, Ordine degli avvocati, associazione Nondasola, Forum donne giuriste – riguardano:

1. l’analisi e il monitoraggio del fenomeno da un punto di vista quanti/qualitativo;

2. il coordinamento delle azioni e la cooperazione fra soggetti operanti nel settore;

3. l’attivazione di iniziative volte a facilitare la raccolta delle denunce, l’assistenza e il sostegno delle vittime della violenza in tutte le fasi;

4. l’attuazione di percorsi educativi e informativi per affrontare il tema della violenza coinvolgendo le scuole del territorio;

5. la co-progettazione di interventi che permettano il superamento dei fattori che favoriscono la violenza e l’individuazione di strumenti che possano facilitare l’emersione di tali forme di devianza.

Il tavolo sta inoltre valutando la possibilità di individuare, sulla base dei dati raccolti, una proposta di intervento dedicata agli autori della violenza e ai contesti in cui questa si innesca.

Di seguito la descrizione delle attività di alcuni dei componenti il Tavolo

Tribunale

La tutela delle donne contro gli abusi familiari è in primo luogo affidata nel nostro ordinamento alla giustizia penale. Numerosi sono tuttavia gli interventi che possono essere attuati in sede civile per la protezione della donna vittima di violenza domestica, consumata ai suoi danni dal partner o da altri uomini del nucleo familiare. Lo strumento più efficace è rappresentato dall’articolo 342bis del Codice civile, che offre una protezione pronta e flessibile nel contenuto per affrontare ogni esigenza ed è volto a superare situazioni urgenti e drammatiche di crisi, determinate da comportamenti di aggressione, violenza e abuso commessi ai danni del componente più debole del nucleo familiare, fornendo anche un aiuto per la ricomposizione della conflittualità, ove possibile, tramite l’intervento dei servizi sociali. Si auspica che dell’esistenza di tale strumento fornisca adeguata notizia alle donne vittime di abusi domestici, onde consentire alle stesse di avvalersi del mezzo di protezione in esame e di conseguire un risultato efficace e soprattutto celere.

Associazione Nondasola

Presso i Centri antiviolenza l’autonomia e la libertà di scelta delle donne sono valorizzate e poste in primo piano: nessuna strategia protettiva viene intrapresa se non in accordo con la donna stessa; lo spazio di ascolto offerto è il primo livello di sicurezza da cui le donne possono trarre vantaggio. In questi anni, anche attraverso il lavoro del Tavolo Interistituzionale, abbiamo lavorato sull’empowerment sociale, promuovendo un processo intenzionale e continuo affinché le donne vittime di violenza, potessero accedere più facilmente alle risorse e accrescere il controllo su di esse e forse anche questo ha favorito l’aumento delle richieste di aiuto. Il lavoro di rete ha senz’altro permesso alle donne di avere informazioni più precise e corrette sul centro antiviolenza Casa delle donne e sulle diverse possibilità offerte dall’Associazione nei percorsi di uscita dalla violenza. L’esperienza quotidiana, nel lavoro diretto con le donne, ci sostiene nella necessità di portare avanti azioni di sensibilizzazione, informazione e formazione dei diversi operatori, di servizi pubblici o privati, per favorire l’emergere del problema, la sua denominazione e il suo riconoscimento: continuare a percepire un forte sostegno sociale è fondamentale per le donne vittime di maltrattamento e violenza per non sentirsi sole.

Forum Associazione Donne Giuriste

Il Forum Associazione Donne Giuriste ha tra i suoi compiti quello di essere osservatorio permanente sull’evolversi della legislazione e della giurisprudenza in ordine al diritto di famiglia e ai diritti delle donne in genere. In questo ambito ha segnalato le contraddizioni ed i problemi relativi all’affidamento dei figli nelle situazioni conflittuali e di violenza, raccolto ed elaborato i dati relativi agli ordini di protezione emessi in sede civile, all’interno dei giudizi di separazione e divorzio o nelle procedure davanti al Tribunale per i minorenni. I dati raccolti presso il Tribunale di Reggio Emilia evidenziano l’attenzione della classe forense e della magistratura reggiana a questo strumento che, se utilmente e celermente utilizzato. può fornire una prima efficace risposta al problema della violenza intrafamiliare, interrompendo il ciclo della stessa, consentendo alle vittime di ripensare al proprio ruolo e ridefinire i propri spazi di autonomia e autodeterminazione. Lo strumento è stato utilmente utilizzato anche in situazioni di stalking tra coniugi o conviventi in fase di separazione; funziona in termini preventivi e alternativi alla immediata richiesta di repressione penale tradizionalmente invisa alle donne. Il tema della violenza alle donne va impostato in una prospettiva che superi l’approccio soltanto basato sull’allarme dell’aggressione sessuale nello spazio pubblico e riconosca la disuguaglianza esistente nei rapporti tra i due generi e i pregiudizi culturali dominanti. Riteniamo che politiche corrette di prevenzione della violenza sulle donne debbano partire dal riconoscimento del conflitto di genere, dell’intreccio tra spazio pubblico e privato, dalla necessità di un’opera di prevenzione primaria e secondaria che si basi sulla responsabilizzazione degli uomini.

Poli territoriali

La partecipazione al tavolo istituzionale di contrasto alla violenza sulle donne rappresenta per i Poli territoriali di servizio sociale un’occasione per potenziare i rapporti di reciproca conoscenza e collaborazione con gli altri soggetti firmatari. In particolare i Poli nell’ultimo anno hanno favorito l’applicazione delle procedure operative attribuite al servizio sociale dal protocollo operativo: dal livello di ascolto e accoglienza a quello di presa in carico e progettazione. Ha messo a disposizione la propria rete di accoglienza e adeguato il sistema informativo per una raccolta dati più capillare ed omogenea.

Comando Provinciale dei Carabinieri

La partecipazione al Tavolo Interistituzionale sulla Violenza sulle Donne è considerata di particolare importanza da parte del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia, perché permette, allo stesso tempo, sia di conoscere più approfonditamente quanto si verifica, in tale settore, in una parte considerevole del territorio di questa provincia, sia di condividere le conoscenze in materia con gli altri specialisti del settore, soprattutto gli operatori sociali che si dedicano costantemente a tali compiti. La nostra Istituzione, difatti, dedica la massima attenzione investigativa ai reati di violenza contro le donne, ed a testimonianza di ciò sta il fatto che, nello scorso mese di marzo, a seguito della legge introduttiva del reato di stalking, sia stato varato dapprima un Protocollo d’Intesa tra il Comando Generale dei Carabinieri ed il Ministero delle Pari Opportunità, e poi creato un Gruppo di lavoro, composto da 11 militari dell’Arma esperti del settore, che ha il compito, in via esclusiva, di monitorare e seguire l’evolversi del fenomeno per conto del suddetto Ministero. Oltre a ciò, l’Arma sta seguendo la formazione del proprio personale per quel che concerne l’evolversi della normativa (e la sua applicazione) in materia di violenza contro le donne, ed ha, pertanto organizzato un “Seminario d’istruzione sugli atti persecutori”, tenutosi presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative dei Carabinieri di Velletri (RM) ed al quale ha preso parte, per il Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia, Paolo Saliani, comandante del locale Nucleo investigativo.

ASMN – Ospedale Santa Maria Nuova

La presenza del servizio di Pronto Soccorso al Tavolo serva a migliorare l’assistenza fornita dalla struttura, includendo, oltre alla cura delle eventuali lesioni fisiche presentate dalla paziente, anche l’indicazione di un percorso più ampio per la tutela della persona lesa sotto tutti gli aspetti (fisici, morali e legali). La partecipazione al tavolo permette infatti la conoscenza e l’integrazione delle varie istituzioni, la condivisione dei problemi che ciascun attore incontra per la parte che svolge.

Azienda USL

L’impegno aziendale si concretizza su due versanti: 1) garantire le risposte sanitarie adeguate alle donne che hanno subito violenza sia fisica che psicologica e/o sessuale e 2) sensibilizzare gli operatori sanitari nel cogliere i segnali iniziali di violenza per potere intervenire precocemente. In particolare molta energia è stata profusa per coinvolgere e sensibilizzare quelle categorie di sanitari che, svolgendo il proprio lavoro a stretto contatto con la popolazione, per primi possono avvertire e cogliere, all’interno del rapporto di fiducia instaurato con le loro pazienti, i primi segni di violenza che la donna troppo spesso tende a sottovalutare. Per medici di medicina generale, pediatri di famiglia e medici della continuità assistenziale sono stati realizzati, in collaborazione con l’associazione Nondasola, interventi formativi ad hoc. Il settore Salute Donna, in particolare, trattando quotidianamente con donne e gravide di ogni fascia sociale, risulta essere importante nel far emergere la violenza nei confronti delle donne in ogni sua espressione. In questo percorso di sostengo alle donne vittime di violenza, l’Ausl ha messo in campo anche le proprie psicologhe che hanno il compito di riconoscere, accogliere, ascoltare, informare la donna che manifesti un disagio legato alla violenza e di accompagnarla nei passaggi necessari, rispettando i suoi tempi per elaborare la possibilità di un cambiamento, sostenendola e non lasciandola sola. Alle psicologhe è affidato inoltre un ruolo terapeutico, finalizzato alla riparazione delle conseguenze e dei traumi subiti, sulla vita affettiva e relazionale della donna, per aiutarla a ritrovare autostima ed un equilibrio soddisfacente, dopo la cessazione delle violenze. Da dieci anni l’Ausl di Reggio ha inoltre dato vita ad un gruppo multidisciplinare ed interaziendale che si occupa di prevenzione, rilevamento e cura della violenza contro i minori, sia essa fisica, sessuale, psicologica o che attenga alla patologia delle cure. Il lavoro svolto con i minori è stato tuttavia in molti casi occasione per intercettare donne vittime di violenze di genere in ambito familiare. Spesso la catena del silenzio viene infatti rotta dalle donne vittime di violenza in ambito familiare, solo di fronte alla consapevolezza che ciò che è stato lungamente negato, sottaciuto e sopportato viene a coinvolgere in maniera dolorosa anche i figli, dapprima spettatori inconsapevoli poi sempre più spesso, vittime insieme alla madre. Riconoscere con lucidità e consapevolezza questo fenomeno, fare rete con i medici di medicina generale, i pronti soccorsi della provincia, i servizi territoriale sociali e sanitari e con la casa delle donne, è divenuto quindi essenziale.

Ufficio Scolastico Provinciale

L’Ufficio scolastico provinciale di Reggio Emilia, da sempre attento agli aspetti educativi degli studenti e delle loro famiglie, mira sempre più a far emergere e a promuovere la dignità della persona, uomo o donna, in tutti i suoi aspetti, valorizzandone le differenze. La scuola ha bisogno di testimoni credibili, di docenti i quali, attraverso le discipline che insegnano, sappiano trasmettere il gusto per la vita e suscitare negli studenti il desiderio di apprendere in un’ottica di realizzazione della persona, che si apre pian piano alla realtà totale. L’educazione diventa quindi una ricerca di senso e di criteri da valutare, all’interno di un’umanità grande che i giovani posseggono e che va risvegliata.