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Sala-sale di preghiera musulmana nel distretto di Sassuolo, incontro pubblico


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moschea_3Sinistra per Sassuolo, per il socialismo europeo, invita all’incontro pubblico sul tema “Immigrazione a Sassuolo: sale di preghiera, graduatorie pubbliche, diritti e doveri. Proposte per la buona convivenza” giovedì 26 novembre alle ore 20.30 presso la Sala Biasin in via Rocca a Sassuolo. Saranno presenti: Mauro Sentimenti (Sinistra per Sassuolo), Luca Caselli (Sindaco di Sassuolo), Graziano Pattuzzi (capogruppo PD Consiglio Com. di Sassuolo), Francesco Cancilla  (Segretario CGIL zona di Sassuolo) e un rappresentante dell’Associazione islamica di Via Cavour. Presiede Rino Fornaciari (Sinistra per Sassuolo).

Il tema del contendere è noto: dopo la decisione del Comune di Sassuolo di chiudere , per irregolarità edilizie, la sala di preghiera di via Cavour, serve decidere se riaprire la stessa sede una volta eliminate le irregolarità o, in alternativa, se e dove collocare – a Sassuolo o altrove – una nuova sala di preghiera.

Sia i Sindaci (espressione del PD) dei comuni di Maranello, Formigine, Fiorano, che PDL e Lega Nord dei Comuni stessi, si sono dichiarati non disponibili ad individuare nel proprio territorio una sala di preghiera alternativa o aggiuntiva a quella di via Cavour.

 I sindaci per ragioni in apparenza pragmatiche: il numero di praticanti musulmani nel loro territorio è tale da non giustificare la scelta; i problemi non si dovrebbero affrontare in modo unilaterale sull’onda dell’emergenza. PDL e Lega Nord sulla base di una posizione ideologica (la stessa su cui Caselli ha condotto parte della sua campagna elettorale): no, comunque, ad una sala di preghiera musulmana nel nostro territorio. Posizione indifendibile dal punto di vista costituzionale ma anche da quello del buon senso. Infatti i problemi non si risolvono da soli ed è dubbio che i musulmani smetteranno di pregare. L

’esito di questo scaricabarile è sotto gli occhi di tutti: i musulmani di via Cavour pregano all’aperto e al freddo, nessuna forza politica e nessun Comune del distretto ha sinora dato un contributo in grado di risolvere il problema, cresce il disagio tra gli immigrati di fede musulmana. A questi ultimi (che in maggioranza lavorano, mandano a scuola i figli, pagano le tasse) viene negato il diritto ad esercitare il culto in condizioni civili. All’origine di questo “risultato” ci sono in primo luogo idee, come quelle della destra al governo di Sassuolo, che contribuiscono a rendere irrisolvibile il problema (così aiutando la parte integralista peggiore di quelle comunità e preparando gravi danni anche per i cittadini italiani). I frutti avvelenati di questa miopia si vedranno presto.

 Esiste tuttavia anche l’incapacità del centro sinistra – e del PD in particolare date le sue maggiori responsabilità – di affermare con chiarezza una differente visione dei diritti e doveri costituzionali sul tema. Sembra prevalere il timore di misurarsi con un problema difficile piuttosto che assumersi le responsabilità di una classe dirigente: dire la verità, indicare delle soluzioni reali. Dire, ad esempio, come noi diciamo, che per un distretto di oltre 100 mila abitanti i Comuni ,associati o no, dovrebbero programmare la nascita di almeno due sale di preghiera musulmane (una a Sassuolo ed una a Fiorano o Formigine o Maranello) in grado di accogliere un numero medio alto di fedeli ed in condizioni tali da responsabilizzare i dirigenti dei gruppi religiosi . Serve coraggio e questo è il tempo di mostrarlo, non di subire , senza dirlo, le visioni della destra.

I principi sulla base dei quali va individuata una soluzione ragionevole sia a Sassuolo che altrove:

1) esercizio di culto garantito a tutti in modo civile senza se e senza ma (così applichiamo la Costituzione, diamo buoni esempi, offriamo sostegno all’interazione positiva, chiediamo responsabilità);

2)esercizio di culto esercitato in modo ed in luoghi tali da favorire la vivibilità per tutti quelli che vivono vicino a quell’area ;

3)costruire accordi, con le stesse associazioni, tesi a favorire la trasparenza dei bilanci, la traduzione in italiano del sermone del venerdi, la nomina di imam che conoscano l’italiano, l’insegnamento della costituzione italiana anche nell’ambito delle attività “socio culturali” della sala di preghiera.

Aspettando che una Intesa tra Stato e Islam italiano, oggi assente per diverse ragioni, renda obbligatorio tutto questo. Transitoriamente: utilizzare, eliminate le irregolarità, la sede di via Cavour, tranne il Venerdi pomeriggio, col tassativo impegno di evitare ogni disagio agli abitanti del quartiere. Il venerdi pomeriggio rendere disponibile ai fedeli musulmani di via Cavour una palestra, un capannone attrezzato, ecc.

Per “Sinistra per Sassuolo”, Mauro Sentimenti, Rino Fornaciari