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Sicurezza urbana: le 10 azioni del Comune di Reggio per il 2010


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Corradini - sicurezza - CS del 25.11.09 (2)Nuovi patti di convivenza con la cittadinanza per via Roma e via Melato (sul modello del Patto per la zona Stazione), estensione del servizio di Mediazione dei conflitti a zone della città che ne avvertono la necessità, intese con i gestori dei locali per evitare l’eccesso di somministrazione e l’abuso nei consumi di alcolici, rafforzamento del presidio del territorio attraverso la Polizia municipale. Sono alcune delle azioni più rilevanti contenute nel documento Sistema integrato per la sicurezza urbana, una piattaforma programmatica del Comune di Reggio per il 2010, presentata oggi dal sindaco Graziano Delrio e dall’assessore a Coesione sicurezza sociale, Franco Corradini.

“La sicurezza si aumenta attraverso la repressione degli illeciti, tema tipico delle forze dell’ordine – ha detto il sindaco Delrio – e attraverso forme di prevenzione e coesione sociale, temi che competono anche all’Amministrazione comunale. Nel 2010 agiremo nella logica dei Patti, che ha dato buoni risultati, con la cittadinanza, con gli esercenti. Non agiamo contro, ma con, e per raggiungere obiettivi di interesse comune. La sicurezza non si ottiene soltanto con le ordinanze, men che meno con le azioni di sindaci-sceriffi. Il Comune, appunto, deve mettere in campo un sistema di azioni integrate in grado di produrre prevenzione, coesione e sicurezza. Vanno perciò in questa direzione anche le riqualificazioni urbane, il rafforzamento del servizio di prossimità della Polizia municipale così come le iniziative di educazione alla legalità, la mediazione dei conflitti e la creazione di equilibrati mix sociali che evitino situazioni ghetto”.

Il piano di lavoro, ha spiegato l’assessore Corradini, “fa della presenza sul territorio e del coinvolgimento della comunità i suoi punti di forza. Questo in un’ottica di collaborazione con i diversi attori – istituzioni, forze dell’ordine, operatori sociali del Comune e dell’Ausl, associazioni e comitati – che in città operano su questi settori, in modo da assicurare un intervento che guardi alla sicurezza del territorio a 360 gradi: dal degrado urbano alle diverse forme di illegalità”. L’Amministrazione comunale è inoltre impegnata ad affrontare correttamente la questione dell’immigrazione rifiutando ogni automatica assimilazione tra criminalità e fenomeni immigratori.

Dieci i punti programmatici del documento, che fissano l’impegno del Comune sulle diverse aree del problema:

1. attivarsi presso il governo perché sia data centralità al ruolo del sindaco sostenendo i poteri che gli sono conferiti in materia di sicurezza con risorse adeguate; 2. garantire la collaborazione interistituzionale tra i diversi soggetti che operano nel settore sicurezza (es. tavolo interforze); 3. replicare in altri quartieri le esperienze di “patto” stipulate con la cittadinanza in alcune aree della città in materia di rispetto delle regole, condivisione delle responsabilità e partecipazione; attivare punti di ascolto che favoriscano il confronto e la partecipazione dei quartieri; 4. promuovere azioni di contrasto dell’abuso di alcolici e contrastare il degrado urano; 5. attivare strumenti di mediazione sociale per il rispetto delle regole di convivenza (ad es. vademecum di comportamento, ma anche controllo della regolarità degli immobili); 6. promuovere interventi per la qualità urbana (manutenzioni, progettazioni di aree di recupero); 7. rafforzare la Polizia municipale (organico, turni, regolamento); 8. educare al ‘genere’ contribuendo a rompere il muro del silenzio della violenza domestica sulle donne e rendere la città più fruibile alle donne in sicurezza; 9. dare vita all’osservatorio sui fenomeni di criminalità organizzata e monitorare il sistema degli appalti per contrastare possibili fenomeni di criminalità; 10. rafforzare la sicurezza stradale con progetti specifici per i giovani.

La sicurezza urbana è un campo in cui gli enti locali giocano un ruolo determinante, instaurando un rapporto di collaborazione, ma non in subordinazione, con i governi nazionali, per quanto riguarda priorità, scelte, strategie e strumenti di intervento. I Comuni sono però attori in campo, non meri esecutori di politiche nazionali, e vogliono pertanto essere attori in un quadro di reale cooperazione istituzionale. Per questo l’Amministrazione reggiana partecipa a diverse esperienze di confronto e lavoro con le istituzioni locali e nazionali – Anci, Forum italiano sicurezza urbana, Forum europeo sicurezza urbana, carta di Parma – per promuovere una legislazione che valorizzi il ruolo dei sindaci ai fini della sicurezza urbana.

Gli interventi del governo evidenziano infatti un ridimensionamento del ruolo delle Regioni, della centralità delle città e degli enti locali. Sottovalutano il ruolo delle polizie locali e creano una loro crescente subordinazione, oltre a sovrapporre alcune norme governative con i poteri delle Regioni. Oltretutto, parte delle normative emanate di recente dal governo, a dispetto del loro presentarsi come politiche forti, sono invece politiche che spesso scaricano sul locale la soluzione di troppi problemi, senza un piano di coordinamento generale e senza riconoscere le necessarie risorse finanziarie.

Il contenuto delle politiche di sicurezza è stato poi ridotto troppo semplicisticamente alle questioni del disordine urbano e alla sua gestione amministrativa. Le ordinanze amministrative, che vengono presentate come strumento risolutore di carattere generale, debbono essere ricondotte alla loro importante funzione di contrasto nelle situazioni specifiche. Nessuno ha misurato l’efficacia dell’uso delle ordinanze, ma ci si limita a contarle, ritenendo un successo se ne vengono emanate alcune centinaia, senza chiedersi quando e perché servono.

A riguardo riteniamo che il potere di ordinanza sia da inserire all’interno di azioni più ampie al fine di non ridurre la nostra azione ad un solo atto singolo che risulta essere isolato e non efficace. Ad esempio sulla prostituzione il Comune di Reggio ha attivato il progetto Rosemary e l’ordinanza in materia costituisce un utile supporto al progetto stesso.

Senza una politica nazionale coerente in materia di immigrazione il problema non potrà che aggravarsi e scaricarsi ulteriormente sui governi locali.

Se i governi nazionali non affrontano inoltre con serietà il tema della certezza della pena, tutti gli sforzi a livello locale rischiano di venire vanificati. In un contesto in cui il 90% dei reati rimane di autore ignoto e i processi durano anni, garantire sicurezza è un compito arduo.