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Reggio a quota 520.000 abitanti, frena l’immigrazione


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stranieriLa provincia di Reggio Emilia continua a crescere e al 31 dicembre 2008 – grazie ad un aumento di 9.332 unità, pari ad un incremento annuo dell’1,8%, il più alto di tutta la regione – ha raggiunto i 519.480 abitanti, compresi 59.429 cittadini stranieri: di questi 6.757 provengono dall’Unione europea (e rappresentano l’1,3% della popolazione complessiva) e 52.672 (il 10,1%) sono invece cittadini di Stati non appartenenti all’Ue. L’immigrazione, pur non arrestandosi (sono 7.009 i cittadini stranieri in più rispetto all’anno prima), registra tassi di crescita più contenuti rispetto ad altre realtà, tanto che Reggio Emilia non è più la prima provincia in regione per la più alta incidenza di stranieri sulla popolazione residente, visto che il nostro 11,4% è stato superato dall’11,6% di Piacenza. Nel 2008, inoltre, Reggio è risultata al penultimo posto in regione per variazione percentuale annuale della popolazione straniera residente (+13,4%) in linea con la provincia di Modena (+13,3%) e ben al di sotto della media regionale (+15,3%). Negli ultimi 5 anni la popolazione straniera residente in Emilia Romagna ha avuto un incremento del 63,9%, ed anche in questo caso il valore registrato a Reggio (+56,1%) è sotto la media, ed quasi la metà della variazione avuta a Ferrara (+ 94,7%).

Anche a livello nazionale, la provincia di Reggio Emilia è scesa al quarto posto per incidenza percentuale di cittadini stranieri sulla popolazione complessiva ed è ora preceduta da Brescia (12,2%), Prato (11,8%) e, appunto, Piacenza (11,6%).

Novità anche per quanto riguarda la composizione della variegata comunità straniera che vive e lavora in provincia. Se i marocchini, si confermano la collettività più numerosa (9.318 unità, 15,7% dell’intera popolazione straniera residente), davanti ad albanesi (6.760, 11,4%), indiani (5.351, 9,0%), cinesi (4.472, 7,5%) e rumeni (4.009, 6,7%), le comunità cresciute più intensamente negli ultimi anni sono quelle provenienti dall’Europa centro-orientale, che nel 2008 è divenuta la principale area di immigrazione degli stranieri residenti (25%) fondamentalmente a seguito dell’aumento di rumeni, moldavi ed ucraini.

Questi i principali dati emersi dal Rapporto stranieri 2009, elaborato dall’Osservatorio provinciale sull’immigrazione, che ogni anno fornisce il quadro della situazione relativamente alla presenza di cittadini stranieri sul territorio provinciale e che questa mattina è stato illustrato alla stampa dalla presidente della Provincia di Reggio Sonia Masini , e dall’assessore alla Sicurezza sociale Marco Fantini.

“E’ del tutto evidente come la crisi abbia modificato anche i flussi migratori non solo per quantità, visto il rallentamento registrato, ma anche per qualità – ha commentato la presidente della Provincia Sonia Masini – Negli ultimi dieci anni l’immigrazione era prevalentemente maschile e di provenienza nordafricana o indo-pachistana per rispondere alle esigenze rispettivamente di fabbriche e aziende agricole in cerca di manodopera, mentre ora è più che altro caratterizzata da donne dell’Est europeo, soprattutto badanti, chiamate a prestare servizio presso le famiglie”.

Di pari passo, deve cambiare anche la strategia di governo dei flussi migratori, “per evitare che anche in province aperte ed evolute come la nostra possano verificarsi fenomeni di rigetto verso gli stranieri”. “Terminata questa prima fase di accoglienza con il concorso di enti locali, sindacati, privato sociale e parrocchie, e ribadita la necessità di rigorosissimi controlli per contrastare ogni fenomeno di clandestinità o illegalità – ha continuato la presidente Masini – ora il vero tema è quello di capire come gestire questa presenza e quali prospettive garantire agli stranieri che intenderanno continuare a vivere a Reggio, in particolare i giovani delle seconde e terze generazioni”.

“In una provincia, o meglio in un continente che invecchia, questi giovani rappresentano una risorsa straordinaria: dobbiamo quindi offrire loro una prospettiva vera, permettere loro di studiare e di realizzarsi – ha aggiunto Sonia Masini – Per questo la Provincia intende investire molto sulla scuola e per questo puntiamo a raggiungere il 100% di scolarizzazione nella fascia 0-6 anni. Per i giovani stranieri, il cui futuro risulta fondamentale nelle scelte che le loro famiglie saranno chiamate a compiere, dobbiamo pensare nuovi modelli educativi, garantendo una selezione basata esclusivamente su merito e capacità, e non su origini etniche o stato sociale. E da questi giovani, e dalle loro famiglie, al contempo dobbiamo pretendere un pieno e convinto rispetto delle nostre regole democratiche: un rispetto formale, magari giurando sulla nostra Costituzione, ma anche sostanziale, che significa condividere anche in famiglia, anche nel rapporto tra uomo e donna e tra genitori e figli, i valori ed i principi per noi irrinunciabili di democrazia, rispetto, libertà e parità”.

L’assessore provinciale alla Sicurezza sociale Marco Fantini ha quindi annunciato importanti novità per quanto riguarda la Consulta provinciale dell’immigrazione, “destinata ad assumere funzioni di secondo livello in quanto, per meglio rispondere alle esigenze delle diverse comunità presenti nei vari territori, intendiamo promuovere primi momenti di confronto a livello distrettuale”. Per realizzare una sempre maggiore integrazione, Fantini ha infine auspicato “una presenza sempre più significativa di stranieri, anche ai vertici, nelle associazioni di volontariato, nei centri sociali e nelle società sportive”.

L’Osservatorio in sintesi

Al 31 dicembre 2008 i residenti in provincia la provincia di Reggio Emilia ha raggiunto i 519.480 abitanti, compresi 59.429 cittadini stranieri: di questi 6.757 sono cittadini dell’Unione Europea[1] (1,3% della popolazione complessiva) e 52.672 (10,1%) sono cittadini di Stati non appartenenti all’UE.

Le fotografie scattate dalle ultime rilevazioni demografiche, mostrano come a Reggio Emilia l’immigrazione esterna, pur non arrestandosi, registri tassi di crescita più contenuti rispetto ad altre realtà:

•Reggio Emilia non è più la prima provincia in regione per la più alta incidenza di stranieri sulla popolazione residente (11,4%), è Piacenza che balza al primo posto (11,6%);

•Reggio Emilia è al penultimo posto in regione per variazione percentuale annuale della popolazione straniera residente, +13,4%, seguita da Modena (+13,3%), entrambe sotto la media regionale (+15,3%) assieme a Forlì-Cesena (+14,7%) e Bologna (+15,2%); negli ultimi 5 anni la popolazione straniera residente in Emilia Romagna ha avuto un incremento del 63,9%, anche in questo caso il valore registrato a Reggio (+56,1%) è sotto la media, ed quasi la metà della variazione avuta a Ferrara (+94,7%);

•nel panorama nazionale, la provincia di Reggio Emilia è scesa al quarto posto, al pari di Mantova, per incidenza percentuale dei cittadini stranieri sulla popolazione complessiva (era al terzo posto nel 2007); è preceduta da Brescia (12,2%), Prato (11,8%) e Piacenza (11,6%), ed è seguita da Modena, Treviso, Pordenone, Parma e Verona (prime 10 province).

Uno sguardo più ravvicinato agli incrementi dell’ultimo anno:

•la popolazione complessiva è aumentata dell’1,8% (+ 9.332 unità) ed è la più alta variazione percentuale a livello regionale, seguono quelle registrate a Parma, Ravenna e Rimini +1,7%, a Modena +1,6% e a Piacenza +1,5%, quest’ultima pari al dato regionale;

•la componente straniera, come si diceva sopra, ha registrato un incremento percentuale del 13,4%, in termini assoluti + 7.009 unità.

Questo ultimo dato è la sintesi delle immigrazioni da paesi ed aree geografiche che presentano dinamiche, storie e tradizioni molto differenti. Scomponendo quindi il dato si osserva che:

•i residenti provenienti da paesi extra UE sono cresciuti del 12,9% (+6.024 unità);

•i cittadini dell’UE hanno avuto un aumento del 17,1% (+985 unità), una variazione molto inferiore rispetto a quella registrata nell’anno precedente, infatti è stato molto meno consistente il flusso migratorio dai paesi entrati nell’UE nel 2004 (+8,6%) e dalla Romania e Bulgaria (in UE dal 2007, +23,3%).

Le principali cittadinanze

Le comunità cresciute più intensamente negli ultimi anni sono quelle provenienti dall’Europa centro-orientale, che complessivamente diventano la principale area di immigrazione degli stranieri residenti (25,0%). In corrispondenza delle regolarizzazioni del 2002 alcune di queste cittadinanze mostrano incrementi notevoli che tendono a stabilizzarsi negli anni successivi, è il caso dei moldavi e degli ucraini. Mentre per i rumeni, la straordinaria crescita è dovuta prima alle regolarizzazioni e successivamente all’ingresso dello Stato nella comunità europea.

Si mantiene sostanziale, ma via via più contenuto, l’aumento degli stranieri originari dell’Africa settentrionale, che tornano ad essere superati, per la seconda volta nelle storia delle immigrazioni verso la nostra provincia, dai cittadini di origine est europea.

Nella graduatoria delle cittadinanze più rappresentate, i marocchini, si confermano la collettività più numerosa (9.318 unità, 15,7% dell’intera popolazione straniera residente), al secondo posto troviamo gli albanesi (6.760, 11,4%), seguiti dagli indiani (5.351, 9,0%), cinesi (4.472, 7,5%) e rumeni (4.009, 6,7%).

Il rapporto tra i generi

Il rapporto tra i generi, appare sostanzialmente equilibrato, nella popolazione straniera complessivamente considerata (48,9%), così come nella sua componente non comunitaria (47,4%). Nei cittadini dell’Unione Europea, invece, il rapporto si ribalta in conseguenza agli ultimi allargamenti: nel 2004 con l’ingresso di paesi a forte emigrazione femminile il rapporto è decisamente favorevole per le donne (72,8%), mentre nel 2007, con i bulgari e i rumeni, il divario tra uomini e donne tende a ridursi e a mantenersi costante anche nel 2008 (60,2%). Permangono comunque significative differenze all’interno delle singole comunità. Prendendo a riferimento i primi dieci gruppi nazionali con il maggior numero di residenti, le donne prevalgono nelle comunità rumena (54,3%), moldava (66,3%) ed ucraina dove il divario è schiacciante (81,9%); mentre tra i residenti africani e asiatici il rapporto è al di sotto della soglia del riequilibrio di genere: si passa dal 47,7% del collettivo della Cina, al 35,6% del Pakistan.

Uno sguardo all’età

La struttura per età della popolazione non comunitaria è ben diversa da quella italiana e da quella europea:

•tra gli stranieri non comunitari è più alta la presenza di bambini fino a 10 anni (18,3%) e di giovani adulti, ovvero di persone di età compresa tra i 20 e 44 anni (53,3%), mentre sono ancora molto pochi gli anziani di 65 anni e oltre (1,9%);

•i cittadini europei sono prevalentemente giovani e adulti (il 65,2% ha un’età compresa tra i 20 e 44 anni), pochissimi sono i bambini (7,6 % fino a 10 anni)

•negli italiani gli adulti e gli anziani hanno un peso molto più significativo in confronto alle due precedenti comunità.

Rapportando la popolazione straniera al complesso della popolazione residente secondo le varie classi d’età, risulta pertanto un’incidenza più elevata della popolazione straniera nelle classi più giovani: a fronte di una media generale dell’11,4%, si registra infatti un’incidenza del 16,8% tra i minorenni e del 18,4% per gli individui di età compresa tra i 18 e i 39 anni. Di converso, per gli adulti di età compresa tra i 40 e 64 anni l’incidenza è solo dell’8,7%, mentre per gli anziani è ancora più modesta, 1,1%.

La componente più giovane

Negli anni i minorenni non comunitari (che rappresentare oltre il 90 per cento dei residenti stranieri 0-17 anni) sono sempre aumentati sia in rapporto alla popolazione complessiva della stessa età, sia nei confronti della comunità immigrata. Quest’ultima percentuale dal 1993 ad oggi, è cresciuta gradualmente ad eccezione del 2008 e degli anni appena successivi le sanatorie del 1995 e del 2002. Le inversioni di tendenza sono probabilmente conseguenza delle regolarizzazioni dei lavoratori immigrati che hanno favorito la ripresa in termini percentuali della popolazione adulta.

L’andamento della popolazione minorile è un importante indicatore di stabilità della popolazione straniera immigrata e residente poiché rinvia al “farsi una famiglia” o al ricongiungimento della propria famiglia.

L’incidenza dei bambini e dei ragazzi non comunitari sulla popolazione complessiva in età scolare varia notevolmente a seconda dell’età: rispetto ad un valore medio del 15,7%, è pari al 21,5% tra i piccolissimi di 0-2 anni, scende al 17,5% dai 3 ai 5 anni e diventa inferiore alla media dai 6 ai 18 anni.

I nati in Italia da genitori stranieri non comunitari costituiscono il 61% della popolazione non comunitaria residente di età compresa tra gli 0 e i 18 anni. Nelle fasce d’età dei più piccoli la percentuale si alza notevolmente:

tra gli 0 e i 2 anni sono il 93,4%, e tra i 3 e 5 anni sono l’83,6%. Questi bambini nati in Italia da genitori stranieri, fin dalla nascita sono inseriti in percorsi di integrazione e socializzazione insieme ai loro coetanei italiani, ma sono considerati dalla legge e quindi conteggiati nelle statistiche come stranieri.

Distribuzione territoriale

I residenti stranieri, comunitari e non comunitari, sono concentrati per la maggior parte nel distretto del Comune capoluogo (rispettivamente il 51,2% degli europei e il 48,6% dei non comunitari), mentre la restante parte è distribuita in maniera non omogenea sul territorio: gli europei sono più numerosi a Scandiano (16,0%) e Montecchio Emilia (9,8%), al contrario i cittadini non comunitari a Guastalla (17,0%) e Correggio (8,5%).

Dal 1993 Guastalla è la zona con il più alto rapporto dei cittadini stranieri extra UE sulla popolazione residente, 12,5%, seguono, nell’ordine, i distretti di Reggio Emilia (11,6%), Correggio (11,2%), Montecchio (7,7%), Scandiano 6,6%) e Castelnovo ne’ Monti (6,3%).

Invece le zone in cui si osserva la più alta incidenza di cittadini UE sulla popolazione complessiva sono in ordine decrescente: Reggio Emilia (1,6%), Scandiano 1,4%), Castelnovo ne’ Monti (1,2%), Correggio e Montecchio Emilia (per entrambi 1,1,%) e per ultima Guastalla (0,8%).

I distretti si differenziano anche per la provenienza dei flussi migratori:

•a Castelnovo Monti, Montecchio e Reggio Emilia prevalgono i marocchini e gli albanesi

•a Correggio e Guastalla, gli indiani e i pakistani.