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Fanano ricorda con una mostra il suo concittadino, Italo Bortolotti


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FananoFanano ricorda con una mostra il suo concittadino, Italo Bortolotti, scultore e pittore scomparso due anni fa, all’età di 74 anni. L’inaugurazione della mostra, in programma fino al 10 gennaio alle Cantine degli Scolopi del Palazzo Comunale di Fanano, si tiene domani, sabato 5 dicembre, alle ore 11. Saranno presenti il sindaco di Fanano Lorenzo Lugli, l’assessore regionale Giancarlo Muzzarelli e l’architetto Marco Fontana. La mostra a cura dell’assessorato alla Cultura e dell’associazione “Fanano è”, sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 12,30 e dalle 15.30 alle 18,30. L’ingresso è libero

Info: Comune di Fanano (piazza Marconi, 1) 0536.68696;

 

Nato a Fanano nel ’33, Italo Bortolotti, ha compiuto irregolari studi, preferendo dedicarsi più tardi alla propria vocazione artistica. Inquieto apprendista, auto-didatta per natura, ha viaggiato molto, sempre verso nuove mete per maturare e accumulare nuove esperienze. Ha tenuto la prima mostra personale nel 1955 a Bologna, da allora ha continuato ad esporre con successo sia in Italia che all’estero. Con lo scalpello ha aggredito i sassi del fiume. Ha plasmato i colori con terre e sabbie. Ha dipinto con acquerelli e chine preziose. Ha affrescato pareti. È stato ebanista e disegnatore. Ha piegato il ferro, ha fuso il bronzo, ha manipolato la creta, ha cotto la ceramica. Non solo pittore e scultore ma anche grande animatore ed organizzatore. Ha scolpito (e fatto scolpire) i sogni dei partigiani, è stato l’ideatore del complesso monumentale “Memorial Santa Giulia”, quattordici monoliti scolpiti da altrettanti artisti provenienti da culture diverse ma uniti dagli stessi ideali di libertà e fratellanza. Nel 1983, dal suo entusiasmo e dalla sua fantasia ebbe vita il “Simposio di scultura su pietra”.

“Si potrà dibattere se Italo Bortolotti sia o meno dotato di doppia personalità poiché le sue sculture sono tutt’affatto differenti, come concezione estetica, come programma contenutistico, come aspetto della concettualità, dai suoi quadri. Per mio conto ritengo che il dilemma, se mai valga la pena di porserlo, abbia una soluzione basata sull’evidenza delle opere. Bortolotti dipinge ciò che vede attorno, mentre scolpisce ciò che vede dentro se stesso”. Renzo Margonari