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Misure anticrisi: accordo Comune Reggio e Associazioni per la moratoria degli sfratti


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Il Comune di Reggio Emilia insieme con Acer, Federazione regionale Emilia-Romagna della proprietà edilizia, Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari, Sunia, Sicet, Uniat, Cgil-Cisl-Uil di Reggio Emilia hanno siglato un Protocollo d’intesa per il sostegno delle famiglie colpite dalla crisi economica mediante la sospensione degli sfratti per morosità. Risulta essere il primo strumento di questo tipo in ambito nazionale e i sindacati sono intenzionati a proporlo anche in altri comuni della provincia di Reggio.

L’accordo, che ha valore fino al 31 dicembre 2010, è frutto del lavoro di un Tavolo proposto dal Comune di Reggio, con l’obiettivo di mettere in campo misure incidenti sulla difficile contingenza abitativa, chiedendo alle associazioni l’assunzione di una corresponsabilità progettuale e una disponibilità ad agevolare e diffondere le iniziative che sono state costruite. L’obiettivo è collaborare per sospendere, per 12 mesi, l’esecuzione di sfratti per morosità per le famiglie colpite dalla crisi economica, mediante un complessivo e temporaneo intervento che agisca sia sul proprietario sia sull’inquilino. L’impegno finanziario necessario per l’operazione è di 300.000 euro, 200.000 resi disponibili dalla Fondazione manodori e 100.000 dal Comune di Reggio.

Le persone interessate potranno ricevere dalle associazioni le informazioni per accedere alle agevolazioni.

“E’ il risultato di un ‘fare sistema’ di Comune, associazioni ed altri enti di fronte alla crisi, per aiutare chi è in difficoltà – ha detto il sindaco Graziano Delrio, presentando il Protocollo alla stampa – Non si ledono diritti di nessuno, si chiede la collaborazione e la sensibilità di tutti, per assicurare il diritto alla casa, fondamentale quanto quello all’assistenza. Credo possa essere una buona notizia per le famiglie di Reggio, che hanno avuto e incontrano difficoltà nel pagare il canone di affitto, per conseguenze derivate dalla crisi, come perdita del lavoro o cassa integrazione”.

“Alla crisi si risponde con un Welfare di comunità, per il bene comune e nell’interesse di tutti. E l’accordo che presentiamo oggi va in questa direzione – ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Reggio, Matteo Sassi – I numeri sono chiari e pesanti: sono 500 a Reggio i casi di sfratto convalidati dal Tribunale in coincidenza con la crisi economica. Un effetto dirompente sulle famiglie, colpite nel loro contesto di vita. Stiamo parlando di persone affidabili, che hanno sempre onorato il pagamento dell’affitto, in condizioni di reddito normali, condizioni improvvisamente perdute”.

Sono intervenuti inoltre, sottolineando la validità dell’accordo e l’impegno delle rispettive associazioni a renderlo esecutivo (si stima che fino al 70% dei proprietari sia disponibile ad accettare l’intesa), il presidente dell’Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari, Ivandro Catellani; il presidente di Federazione della proprietà edilizia-Confedilizia, Giovanni Bertolani; il vicepresidente di Acer, Alfonso Chiessi; Carlo Veneroni di Sunia; Chiara Lupi di Sicet; Ferdinando Guidetti di Uil e Uniat; Margherita Salvioli della Cisl e Matteo Alberini della Cgil. Sindacati e associazioni di inquilini hanno sottolineato fra l’altro come il Comune di Reggio, promuovendo Tavolo e Accordo, abbia dato “una risposta netta al problema sfratti e morosità, chiamando ciascuno a fare la propria parte, stimolando la coesione sociale e dando a chi è in difficoltà la speranza di uscirne”.

Di seguito i contenuti principali del Protocollo.

INQUILINI – I destinatari dell’iniziativa sono i proprietari, da un lato, e gli inquilini – residenti nel comune di Reggio Emilia – che si trovino nelle seguenti condizioni:

1) abbiano perso il lavoro dal luglio 2008 considerando assimilati al contratto di lavoro dipendente i rapporti di Cococo, Cocopro, somministrazione e le partite Iva caratterizzate dalla mono-committenza (artigiani);

2) siano in cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga e percepiscano una retribuzione, comprensiva dell’integrazione salariale, corrispondente ai massimali mensili previsti dalla legge 427 del 1980 (e relative Circolari Inps applicative) considerando assimilati alla cassa integrazione guadagni le sospensioni/riduzioni Eber (Ente bilaterale Emilia-Romagna) dei dipendenti dalle ditte artigiane e quelle dei soci-lavoratori di cooperative;

3) siano in mobilità;

4) abbiano un contratto di solidarietà e percepiscano una retribuzione, comprensiva dell’integrazione salariale, corrispondente ai massimali di legge.

Costituiscono, inoltre, elementi di priorità per l’accesso ai benefici previsti, le seguenti condizioni:

a) essere un nucleo famigliare monogenitoriale, e/o con uno o più minori e/o all’interno del quale siano presenti situazioni di particolare fragilità di natura sociale e/o sanitaria, e per i quali si è verificata una delle condizioni di cui ai precedenti punti;

b) abbiano regolarmente pagato il canone di locazione e gli oneri accessori per l’alloggio, fino al verificarsi di una delle condizioni di cui ai precedenti punti;

c) nessuno dei componenti il nucleo famigliare sia titolare di diritti di proprietà a reddito su alloggi in ambito provinciale, se non nei limiti previsti dalla normativa regionale di edilizia residenziale pubblica.

EDILIZIA PUBBLICA – Sono 41 ad oggi le richieste di agevolazioni, quindi di rimodulazione di affitti Erp, pervenute ad Acer. L’accordo in tal caso prevede la riduzione del canone di locazione per le categorie in difficoltà in conseguenza della crisi economica.

– Canoni Erp: ricalcolo dal mese successivo a quello di richiesta e fino al 31 dicembre 2010 del canone sulla base di una dichiarazione documentata dell’interessato della nuova situazione Ise o Isee ricavata da quella in vigore variata mediante la modificazione avvenuta in conseguenza della crisi economica.

– Canoni locazione permanente e Fincasa: riduzione, dal mese successivo a quello di richiesta e fino al 31 dicembre 2010, nelle percentuali e per i nuclei familiari aventi Ise od Isee inferiori ai limiti sotto indicati:

Ise <13.500 od Isee <8.000 = riduzione canone del 25%

Ise < 9.000 od Isee <5.000 = riduzione canone del 50%

Ise <5.000 od Isee <3.000 = riduzione canone del 75%

PROPRIETARI PRIVATI – Per quanto riguarda i proprietari, si individuano coloro che siano proprietari di alloggi posti nel territorio del Comune di Reggio Emilia e che abbiano regolarmente affittato un alloggio destinato ad abitazione di famiglie residenti nel comune di Reggio Emilia. I proprietari devono essere in possesso di un titolo esecutivo di sfratto per morosità emesso-convalidato dal Tribunale di Reggio Emilia, ma non ancora eseguito e con termine per l’esecuzione dello stesso al 31 dicembre 2009.

L’accordo prevede incentivi economici per la sospensione dell’esecuzione degli sfratti. Nel caso di disponibilità da parte del proprietario di sospendere l’esecuzione dello sfratto, lo stesso potrà avvalersi:

a) di un contributo una tantum sino ad un massimo di 1.500 euro a parziale copertura del mancato introito del canone di affitto per il periodo di tempo considerato;

a) di un contributo una tantum di 1.000 euro a parziale copertura del debito derivante dal mancato pagamento degli oneri accessori;

b) di un contributo una tantum di 250 euro (corrispondente, mediamente, al valore dell’imposta Ici per l’anno 2010).

Contemporaneamente, l’accordo dovrà prevedere la disponibilità formale dell’inquilino a sottoscrivere, nel caso di positiva evoluzione della propria condizione occupazionale, un prestito rientrante nella cosiddetta Finanza sociale, che consenta l’azzeramento della morosità. Il prestito verrà assorbito da parte del Comune nell’importo pari a quello degli interessi: gli strumenti attuativi di tale misura potranno essere sia i prestiti sull’onore sia il microcredito.

Contestualmente, il proprietario dovrà riformulare il contratto di locazione a canone calmierato con la possibilità di accesso al Fondo di garanzia.

Sono previsti inoltre incentivi per la prevenzione all’avvio di procedure di sfratto. Nel caso in cui il proprietario si renda disponibile a rinegoziare con l’inquilino l’entità del canone di locazione in misura proporzionale alla diminuzione della capacità di reddito da lavoro di quest’ultimo. In tal caso il contributo una tantum di 250 euro.

Nella lunga fase di crisi in corso, la possibilità di mantenere la propria abitazione è, ovviamente, di rilevanza assoluta a fronte di un progressivo aumento del numero di sfratti per morosità eseguiti o in esecuzione. Nel 2008 il numero degli sfratti si è quintuplicato rispetto agli anni precedenti.

Si tratta di un fenomeno sociale nuovo per la comunità locale, particolarmente critico in quanto potenzialmente in grado di diminuire la coesione sociale e che richiede, in quanto tale, un’azione di governo verso l’uscita dalla crisi per affrontare nelle migliori condizioni possibili il periodo che seguirà la crisi, mantenendo o recuperando i tratti distintivi del welfare locale.