“La scelta di puntare sul modello organizzativo del dipartimento di Patologia clinica e del laboratorio BLU si è rivelata giusta – è il commento del direttore generale dell’Azienda USL di Modena, Giuseppe Caroli, a margine del convegno tenutosi oggi all’Ospedale di Baggiovara – Il primo bilancio di attività è molto soddisfacente perché, a fronte dell’aumento quantitativo e qualitativo delle prestazioni, non si è verificato un aumento dei costi. La validità dell’esperienza è anche dimostrata dall’attenzione riservatale da parte di importanti strutture italiane ed europee”.
Dunque più tecnologia, qualità e servizi grazie ad un modello organizzativo che ha saputo unire sostenibilità economica e innovazione. Il Dipartimento di Patologia Clinica dell’Azienda USL di Modena lo ha realizzato articolandolo su quattro laboratori (Baggiovara, Carpi, Mirandola e Pavullo), che l’anno scorso hanno eseguito circa 10,5 milioni di esami nelle aree della patologia clinica, microbiologia, citologia e anatomia patologica, rispondendo alle esigenze di diagnostica di tutti gli otto ospedali. Oggi il servizio garantisce ai cittadini della provincia, in modo omogeneo ed equo, un’ampia gamma di esami di diagnostica di laboratorio, dalle semplici analisi di routine fino ai test più avanzati.
Si tratta di un modello organizzativo che viene preso ad esempio a livello nazionale e internazionale, tanto che in diverse occasioni il laboratorio di Baggiovara è stato visitato da delegazioni francesi, tedesche e sudafricane, e che è stato praticamente replicato negli ospedali di Düsseldorf e Bordeaux.
La diagnostica di laboratorio e il modello modenese sono stati analizzati nel corso del convegno “Nuovi modelli organizzativi e competenze professionali in medicina di laboratorio”, tenutosi oggi al Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense di Modena. L’evento ha visto la partecipazione del Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Aldo Tomasi, del Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Gabriella Agazzotti, del Presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, del Sindaco di Modena Giorgio Pighi e dei direttori dell’Azienda USL e del Policlinico Giuseppe Caroli e Stefano Cencetti.
Il laboratorio di Baggiovara
Il cuore del sistema è rappresentato dal laboratorio presso il Nuovo Ospedale S. Agostino Estense, definito BLU (Baggiovara Laboratorio Unificato), dove sono eseguiti tutti gli accertamenti di diagnostica per i pazienti ricoverati presso quattro ospedali (Nuovo Ospedale Civile S. Agostino Estense, Nuovo Ospedale di Sassuolo, Ospedali di Castelfranco Emilia e Vignola) sia in emergenza-urgenza, sia in routine. Nello stesso laboratorio si concentrano tutte le attività di diagnostica per i pazienti esterni della provincia di Modena. Nel 2009 il laboratorio BLU ha eseguito circa 8,5 milioni di esami.
“Nel laboratorio provinciale BLU sono state sviluppate nuove attività diagnostiche quali la tossicologia, la biologia molecolare, le ‘omics’ ovvero la farmacogenomica, la proteomica, la genomica, integrate alle attività cliniche, anche di ricerca, presenti negli ospedali di riferimento per portare ad una diagnostica personalizzata sul singolo individuo” spiega il dottor Tommaso Trenti, direttore del Dipartimento di Patologia Clinica dell’Azienda USL di Modena. “Sono particolarmente interessanti le diagnostiche relative alla malattie neurodegenerative quali la malattia di Alzheimer, la possibilità di verificare il metabolismo dei farmaci sul singolo individuo, ad esempio sulla coagulazione nella prevenzione dell’ictus o dell’infarto, la determinazione dei farmaci utilizzati nel doping e delle droghe d’abuso, la medicina del lavoro nel monitorare gli effetti di sostanze tossiche. Il nostro obiettivo è creare una rete fortemente integrata, su base provinciale, che permette di rispondere correttamente alle esigenze diagnostiche che vanno dall’emergenza a fianco del paziente fino allo sviluppo di attività diagnostiche a forte innovazione e complessità”.
L’Azienda USL sta investendo anche sugli altri laboratori presenti in provincia presso gli Ospedali di Mirandola, Carpi e Pavullo nel Frignano che si stanno sempre più qualificando in settori specifici. Queste strutture garantiscono le prestazioni per i pazienti interni e altre attività assimilabili. In parallelo, negli ospedali ove non è presente un laboratorio tradizionalmente inteso, è attivata la rete dei PoCT (Point of Care Testing), ovvero strumentazioni utili all’esecuzione in tempi rapidissimi e nelle immediate vicinanze del paziente di accertamenti di laboratorio utili nella gestione clinica dell’emergenza.