Home Economia Reggio: “Educazione finanziaria fin dalle scuole elementari”

Reggio: “Educazione finanziaria fin dalle scuole elementari”


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Ancora un tutto esaurito, lunedì sera nella sede dell’Ateneo, per il ciclo di educazione finanziaria promosso da Provincia, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e FedeRisparmiatori-Azionariato. E non poteva essere diversamente visto che, a coronamento dell’innovativo (ed unico in Italia) “Progetto-pilota di Tutela del risparmio” avviato a Reggio già nel 2005, in città si sono riunite le massime autorità di vigilanza del sistema finanziario nazionale: Banca d’Italia, Consob, Antitrust ed Isvap. Per discutere di “Educazione finanziaria tra deficit informativo, conflitti d’interesse e consapevolezza dei risparmiatori” – moderati dal direttore di Plus24 del Sole 24 Ore Marco Liera – si sono infatti ritrovati Maurizio Trifilidis, direttore superiore dell’Area Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia; Mauro Lorenzoni, responsabile della Divisione Relazioni esterne della Consob; Massimo Ferrero, assistente del presidente e direttore Credito e Tutela del consumatore dell’Autorità garante della concorrenze e del mercato e Marco Cecchini, responsabile Relazioni Esterne, Rapporti istituzionali e stampa dell’Isvap.

A fare gli onori di casa l’assessore provinciale alla Tutela del consumatore Roberta Rivi, il professor Riccardo Ferretti, docente di Economia degli Intermediari finanziari presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ed il presidente di FedeRisparmiatori-Azionariato diffuso Giorgio Salsi.

Nel suo intervento, l’assessore Rivi ha ricordato l’importanza del Progetto-pilota di educazione finanziaria “che, oltre a cinque cicli di lezioni di grande interesse e utilità per aumentare conoscenza e consapevolezza dei risparmiatori ed ai “pareri indipendenti” forniti dagli esperti di FedeRisparmiatori – Azionariato diffuso, ha prodotto un altro strumento importante quale l’Osservatorio Risparmio, presente sul sito web della Provincia e aggiornato ogni tre mesi, che registra 6.000 visitatori all’anno e permette confronti competitivi su rendimenti, costi e rischi di una settantina di strumenti di risparmio e investimento venduti dalle principali banche operanti sul nostro territorio provinciale”.

Sull’importanza di una sempre maggiore educazione finanziaria ha concordato Maurizio Trifilidis, direttore superiore dell’Area Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, per il quale “è indispensabile partire dalle scuole elementari per prendere familiarità fin da bambini con questi argomenti”. “Bankitalia, oltre ad una serie di informazioni attraverso il proprio sito Web, sta lavorando insieme al Ministero della pubblica istruzione proprio per inserire l’educazione finanziaria nei curricula scolastici”, ha aggiunto.

“Fondamentale anche l’educazione comportamentale, nel senso che prima ancora di capire gli strumenti finanziari è necessario capire che bisogna essere accorti”, il parere di Mauro Lorenzoni, responsabile della Divisione Relazioni esterne della Consob, che ha auspicato “per una vera diffusione dell’educazione finanziaria tante sinergie, ma una regia nazionale, a favore dei risparmiatori, veri soggetti deboli dei mercati”.

“La loro consapevolezza è cresciuta tantissimo in questi ultimi vent’anni, grazie anche a Internet che ha consentito una grande condivisione di informazioni, ma purtroppo il divario è difficile da colmare in quanto con il tempo anche i prodotti finanziari si sono fatti sempre più complicati”, ha detto Massimo Ferrero, assistente del presidente e direttore Credito e Tutela del consumatore dell’Autorità garante della concorrenze e del mercato.

Sul coinvolgimento delle scuole ha infine concordato Marco Cecchini, responsabile Relazioni Esterne, Rapporti istituzionali e stampa dell’Isvap, “da tempo impegnata a realizzare guide tematiche sui prodotti assicurativi puntando su prodotti multimediali ed interattivi, semplici e piacevoli, per coinvolgere il maggior numero di risparmiatori”. Per Cecchini, la speranza è “che la crisi serva a diffondere una maggiore cultura finanziaria, così come l’inflazione negli Anni Settanta è stata determinante nel diffondere la cultura della stabilità”.