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Fisco, Cisl: in Emilia Romagna si pagano più tasse ma si hanno anche servizi di qualità superiore


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Gli emiliano-romagnoli sono tra i più tassati d’Italia, li precedono solo i cittadini del Lazio e della Lombardia. Secondo una stima condotta dalla Cisl regionale sui dati fiscali del 2008, infatti, nel 2009 in Emilia Romagna ciascun abitanta pagherà all’anno 1.584 euro, rispetto ad una media nazionale di 1.319 euro, si tratta cioè di un esborso di 265 euro in più. In particolare, il contribuente emiliano-romagnolo verserà alla Regione 825 euro, 346 euro al Comune e 77 euro alla Provincia. Nel 91% dei Comuni, inoltre, l’addizionale Irpef incide per 109 euro in media, rispetto ai 104 euro del dato nazionale.

“In Emilia Romagna si pagano più tasse – commenta il segretario regionale della Cisl Giorgio Graziani – ma si hanno anche servizi di una qualità superiore al resto del Paese. La Cisl è intervenuta, tramite accordi con gli enti locali e tavoli di concertazione, per ottenere misure che alleggerissero la pressione sulle fasce più deboli, tuttavia crediamo che serva una riforma strutturale nazionale, nella direzione di una fiscalità più equa e più leggera, specie per pensionati”.

Di questo tema la Cisl parlerà sabato prossimo, alle 10 nella sede di Bologna, in seno ad un convegno cui interverranno anche Vasco Errani, presidente uscente della Regione e Pietro Cerrito della segreteria nazionale della Cisl.

Tra le proposte che la Cisl avanza in materia di tassazione e tutela dei redditi, anche in chiave anti-crisi, ci sono nuovi investimenti sul welfare, la razionalizzazione della spesa pubblica anche tramite l’unificazione dei piccoli Comuni, l’estensione a tutta la regione del patto anti-evasione siglato dai territori con l’Agenzia delle Entrate, la modifica del patto di stabilità interno, l’introduzione di un federalismo fiscale “vero e responsabile”.

Si aggiungono la richiesta di ammortizzatori sociali anche per i precari e i lavoatori flessibili con partita Iva, il passaggio da tassa a tariffa per i servizi di pubblica utilità e, infine, l’abbattimento dell’Irap per le piccole e medie imprese che contrattatano con i sindacati i premi di risultato previsti dall’accordo sul nuovo modello contrattuale.