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Ricerca Cisl: il reddito medio dei modenesi non arriva a 1800 euro lordi


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Nel 2008 il reddito medio dei modenesi non è arrivato ai 1.800 euro mensili lordi (23.267 euro annui), sebbene sia cresciuto del 2,4 per cento rispetto al 2007 e del 5,8 per cento sul 2006. Le donne hanno guadagnato il 30 per cento meno degli uomini: sempre nel 2008, infatti, le prime hanno dichiarato un reddito medio 19.290 euro, contro i 27.327 euro dei secondi. La forbice maschi-femmine aumenta con il passare degli anni. Sono alcuni dei molti e interessanti dati contenuti in una ricerca della Cisl di Modena, che sul rapporto tra reddito, fisco e coesione sociale ha organizzato un convegno in programma domani – venerdì 26 febbraio. Nel convegno saranno presentati i risultati dell’analisi che la Cisl ha realizzato sulla struttura dei redditi dei modenesi e sul prelievo fiscale. La banca dati utilizzata per costruire il campione analizzato è composta da 29.257 dichiarazioni dei redditi presentate alle sedi modenesi del Caf-Cisl tramite il modello 730; sono stati studiati i periodi d’imposta dal 2006 (Mod. 730/07 redditi 2006) al 2008 (Mod. 730/09 redditi 2008). Il campione preso in esame è composto per la stragrande maggioranza da lavoratori dipendenti (54 per cento) e pensionati (44 per cento), percettori di redditi da lavoro dipendente, pensione, compensi per lavoro prestato come soci di cooperative, somme ricevute in relazione a rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, lavori a progetto, redditi da lavoro autonomo svolto occasionalmente, redditi da terreni e fabbricati, redditi da capitale (in minima parte). La suddivisione in classi di reddito mostra che una sensibile componente di contribuenti percepisce bassi redditi; nel 2008 il 15 per cento del campione ha avuto redditi da 0 a 12.500 euro, mentre l’80 per cento non ha superato i 30 mila euro annui. La maggiore concentrazione di cittadini con redditi bassi o senza redditi (cioè nella fascia 0-7.500 euro lordi annui) ha un’età compresa tra i 55 e i 69 anni. In un’ipotetica classifica provinciale del reddito risultano al primo posto i cittadini di Castelnuovo Rangone, con un imponibile medio 2008 di 27.612 euro; in fondo alla classifica ci sono, invece, i contribuenti di Montecreto, che nel 2009 hanno denunciato un reddito medio di 15.230 euro. Se guardiamo ai distretti, al primo posto c’è Modena, con 26.402 euro di media, seguito da Vignola, Castelfranco e Carpi; chiude il distretto di Pavullo (reddito medio 2008 pari a 18.111 euro), preceduto da Mirandola e Sassuolo. Pavullo e Sassuolo sono penalizzate dai bassi redditi della montagna; infatti negli ultimi quattordici posti della classifica provinciale ci sono tredici Comuni montani. Fa eccezione S. Possidonio, penultimo con un reddito medio 2008 di 16.237 euro.

Falcone invoca riforma del fisco e politiche familiari

«Se fossero tutti monoreddito, la maggior parte dei contribuenti, cioè coloro che dichiarano tra 15.000 e 22.500 euro lordi annui, farebbero la fame, perché il loro stipendio non arriva ai 1.200 euro netti al mese». Lo afferma il segretario provinciale della Cisl, Francesco Falcone, commentando la ricerca realizzata dalla Cisl sui redditi dei modenesi e sul fisco. Falcone spiega che i risultati dell’indagine da domani sono a disposizione di istituzioni e parti sociali per studiare e proporre politiche dei redditi e fiscali più mirate, perché basate sui dati reali di un campione significativo della popolazione modenese. Il segretario Cisl sottolinea che a dichiarare redditi bassi sono i più giovani e i più anziani. «Il problema, quindi, – dice – è garantire nel tempo il potere d’acquisto delle pensioni e offrire ai giovani, spesso costretti nella precarietà, l’opportunità di crescere professionalmente, aumentando il loro valore sul mercato del lavoro, e aiutarli a formare una famiglia». A proposito della differenza di reddito tra uomini e donne, Francesco Falcone sostiene che bisogna intervenire sull’organizzazione del lavoro e realizzare misure concrete per la conciliazione lavoro-famiglia, superando le discriminazioni che ancora oggi ostacolano le carriere femminili nei luoghi di lavoro privati e pubblici. Quanto alle differenze di reddito tra i distretti della nostra provincia, il segretario Cisl sollecita la definizione organica delle Unioni comunali per garantire a tutti servizi idonei. In particolare invoca politiche a sostegno della montagna e infrastrutture per sostenere lo sviluppo, perché il turismo non è sufficiente a sopperire alla carenza di attività manifatturiere. «Siamo tutti d’accordo sul fatto che un reddito medio lordo di 1.800 euro al mese non consente di vivere tranquillamente. Tuttavia – sottolinea Falcone – la nostra ricerca rivela che per entrambi i sessi il reddito medio a livello provinciale è costantemente aumentato dal 2006 al 2008; anzi, per le donne l’incremento è stato leggermente più alto rispetto a quello dei maschi. Questo dimostra che tutto sommato c’è stata una buona risposta dei contratti nazionali, territoriali e aziendali. Purtroppo il fisco vanifica i nostri sforzi; bisogna modificarlo perché è un sistema iniquo e vorace con i più deboli, con la sua progressività anomala, mentre si conferma indulgente con gli evasori. Bisogna sviluppare nuove politiche dei redditi e fiscali ponendo al centro la famiglia e assumendo come parametro il reddito familiare, più che quello individuale. Occorre alleggerire le imposte sui redditi medio-bassi, tassare i consumi, premiare il lavoro più che le attività finanziarie», conclude il segretario provinciale della Cisl.

Domani convegno Cisl su redditi, fisco e coesione sociale

Il convegno della Cisl di Modena su redditi, fisco e coesione sociale si svolge domani – venerdì 26 febbraio – alle 9,15 nella sala Gorrieri (primo Piano) del Palazzo Europa a Modena. Dopo l’introduzione del segretario provinciale Cisl, Francesco Falcone, la ricerca sulla struttura dei redditi dei modenesi e il prelievo fiscale viene illustrata dal responsabile del Caf-Cisl di Modena, Franco Saracino. Sulle proposte Cisl per un fisco più equo e a misura di famiglia intervengono l’economista Giampietro Cavazza, il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, il segretario generale della Lapam, Carlo Alberto Rossi, e il direttore di Confcooperative Emilia-Romagna, Marco Venturelli. Conclude Maurizio Petriccioli, segretario confederale Cisl.