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Bologna: alfabetizzazione motoria, la formazione degli esperti


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Ieri ha preso il via nelle scuole elementari italiane il progetto di alfabetizzazione motoria, voluto dal Coni e dal Miur per stimolare i bambini al movimento e combattere sedentarietà, noia e bullismo. Approfondendo quanto si è detto ieri nell’intervista al professor Andrea Ceciliani, riportiamo qui di seguito le risposte dateci dal Professor Federico Schena, ordinario di Metodi e didattiche delle attività sportive presso l’Università di Verona, il quale ha guidato la formazione dei supervisori degli esperti in scienze motorie, che sono gli operatori del progetto.

Professore, lei ha contribuito alla vittoria di Pietro Piller Cotter in questi giorni alle Olimpiadi di Vancouver, ed è un esperto nella preparazione scientifico- atletica. Cosa pensa in merito all’alfabetizzazione motoria e quanto essa è importante nella formazione di un bambino?

Era ora che un progetto come questo arrivasse in Italia, perché l’alfabetizzazione motoria, ovvero la creazione di presupposti per educare al movimento, è un obiettivo irrinunciabile di ogni sistema scolastico.

La novità sta che per la prima volta l’educazione al movimento viene impartita in modo più articolato attraverso una competenza tecnica adeguata, nel movimento non si può iniziare senza l’alfabeto, non è che non ci siano i programmi scolastici, ma ora verranno attuati con adeguata competenza.

Esistono già programmi didattici in merito all’alfabetizzazione motoria che sta per partire?

Programmi curriculari già ce ne erano, però prima tali attività venivano attuate con difformità nelle diverse sedi per impossibilità di spazi, orari e reali conoscenze della materia. Oggi per la prima volta emerge il valore di un laureato in Scienze Motorie, passaggio fondamentale perché solo un esperto in questo campo possiede le corrette competenze.

Per attuare il progetto sono state scelte un numero di scuole per ogni regione, quali parametri sono stati adottati?

Non esistevano progetti di questo tipo, quindi per la scelta dei plessi ci si è mossi scegliendo le provincie e le scuole che offrissero una garanzia di adesione ed una possibilità logistica, un certo numero di classi e non posizionati in luoghi disagiati per il raggiungimento delle scuole.

L’alfabetizzazione motoria potrà essere considerata il nuovo modo per combattere il bullismo?

Questo era l’obiettivo del Ministero, ma in realtà il progetto è attuato dal CONI, e dunque la finalità principale è di avvicinare i bambini allo sport. È ragionevole attendersi che una cultura sportiva costruisca persone sportivamente più bilanciate e più capaci di concepire una delle componenti che è il rispetto dell’avversario, lo strumento più importante contro il bullismo.

In merito al corso di formazione che si è svolto presso l’Università di Verona su cosa si è basato, e quali direttive ha voluto offrire?

Questo corso, coordinato dall’Università di Verona insieme a quelle di Milano e Chieti, non lo definirei un corso di formazione ma piuttosto di aggiornamento, perché ne hanno preso parte laureati in Scienze motorie e con anni d’insegnamento alle spalle.

Il corso può essere diviso in due tempi: un primo tempo dedicato ai supervisori (che sono 100), e sono coloro che devono realizzare e organizzare nelle diverse sedi in tutt’Italia il progetto, un secondo tempo dedicato agli esperti che affiancheranno gli insegnanti elementari per svolgere l’alfabetizzazione motoria nelle classi.

L’aggiornamento ha riguardato soprattutto i punti fondamentali dell’alfabetizzazione motoria e si è messo a punto una metodologia comune di lavoro.

La difficoltà è stata nel servire bene e nello stesso tempo tutta la nazione.

L’attività motoria deve fornire le basi scientifiche educative, si è ben studiato cosa si vorrà fare nelle 20 provincie, sono state preparate le lezioni che si svolgeranno, si sono condivise metodologie e si è deciso un monitoraggio di quello che verrà attuato.Attraverso una raccolta dati, qui vorremmo riportare i numeri di quanti bambini si vogliono raggiungere ( ca 250.000), quanto è stato il gradimento da parte dei bambini stessi, dei genitori,degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. Resta un punto, il punto più importante: l’efficacia motoria, insomma quanto i bambini abbiamo cambiato la loro capacità motoria, diventando più competenti e più abili nei movimenti.

Le linee del progetto di alfabetizzazione motoria

• E’ il 2 dicembre quando a Roma alla presenza del presidente del CONI Giovanni Petrucci, del Ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini e del sottosegretario della presidenza del consiglio con delega allo sport Rocco Crimi viene firmato un accordo che per la prima volta inserisce nella scuola primaria l’alfabetizzazione al movimento. Il progetto è stato varato per avvicinare allo sport i bambini, per combattere i comportamenti non salutari che li portano all’obesità. Come precisa il comunicato del MIUR, il progetto mira a: «prevenire i fenomeni di bullismo, stimolando il senso di squadra e il rispetto reciproco, è uno strumento indispensabile per contrastare i crescenti episodi di disagio giovanile».

• Il 15 Febbraio 2010 l’accordo diventa operativo in via sperimentale, l’iniziativa parte in 20 città una per regione, al maestro titolare verrà affiancato un esperto, che sarà un laureato in Scienze motorie o un diplomato ex-Isef, il quale si occuperà di educazione motoria per due ore settimanali in ogni classe elementare dei plessi scolastici che si sono resi disponibili nella provincia scelta. Questo prima fase è stata finanziata dal CONI, che retribuirà ogni esperto coinvolto 4.500 euro, inoltre per la formazione nazionale dei supervisori – uno ogni dieci esperti–, avvenuta presso le Università di Roma e Milano Cattolica , sono stati stanziati 250.000 euro.

• L’esperto affiancherà l’insegnante titolare per 2 ore la settimana nei mesi primaverili, per un totale di 30 ore di attività motoria per ogni classe del ciclo elementare (dalla prima alla quinta), in 1.000 plessi scelti nelle 20 province candidatesi sull’intero territorio nazionale. Il Progetto Pilota partirà dal primo marzo e si concluderà al termine dell’anno scolastico in corso. In questa fase saranno coinvolti plessi in tutta Italia per un totale di 10mila classi e 250mila alunni, compresi gli studenti disabili. In questa fase sperimentale ne farà parte una sola provincia per regione.

• Nella provincia di Bologna prenderanno parte al progetto 60 plessi, scelti tra la città la montagna e la pianura.

• La scelta dei plessi è stata eseguita da una Commissione mista CONI-Sovrintendenza scolastica, i cui membri hanno scelto supervisori ed esperti.

• La formazione a livello nazionale si è tenuta dal 22 al 24 gennaio scorsi anche a Verona, il corso prevedeva un aggiornamento per 100 supervisori–formatori provenienti da tutte le 20 province identificate per attuare questa fase sperimentale del progetto.

• A partire dal prossimo anno scolastico prenderà il via Progetto definitivo che dal 2010 al 2013 coinvolgerà gradualmente tutte le scuole italiano. Il Progetto sarà inserito quindi nel Piano di Offerta Formativa delle scuole.

(Stefano Martelli, Ordinario di Sociologia generale presso la Facoltà di Scienze motorie, Delegato del Preside per la Comunicazione sportiva)

 

Dati statistici sul gradimento della Facoltà da parte degli studenti

Secondo i risultati dell’ultima indagine condotta dal Consorzio AlmaLaurea, che da anni monitora l’inserimento professionale sia dei laureati dell’Università di Bologna AMS, sia quello dei laureati presso le altre Università italiane, la Facoltà di Scienze motorie è tra le più apprezzate nell’Ateneo. Il 69,3% dei laureati risulta infatti complessivamente soddisfatto del proprio corso di studi, contro una media nazionale del 55,2%.

Il livello di soddisfazione dichiarato da chi si è laureato nel 2007 in Scienze Motorie a Bologna è elevato: chi ha risposto al questionario Almalaurea (88 su 121 per le lauree triennali; 15 su 23 per le lauree specialistiche) dà un giudizio sulla Facoltà decisamente positivo, sia rispetto a chi si è laureato in altre sedi, sia rispetto ai laureati triennali delle altre Facoltà di Bologna. I punti salienti sono i seguenti:

L’età media dei laureati a Bologna è di 25,1 anni rispetto una media generale degli atenei italiani di 25,0 anni; per quanto il 28, 9% dei nostri laureati ha meno di 23 anni contro una media degli altri atenei del 25,9%. Il punteggio medio degli esami è del 25,9% rispetto ad una media nazionale del 25,2 %; il voto medio di laurea è 99,3 punti contro una media nazionale di 99,6.

Riguardo alla regolarità degli studi, il 39,7% dei laureati della Facoltà erano studenti in corso, contro il 38,5% delle altre sedi; e la durata media degli studi è di 4,2 anni a fronte di un complessivo degli atenei che si attesta su 4,4 anni. Si tratta di studenti che per il 70,5% hanno frequentato regolarmente più del 75% dei corsi previsti (rispetto ad una media generale del 71,7%) e che nel 4,5% dei casi hanno studiato all’estero con progetti Socrates/Erasmus o altri Programmi dell’Unione Europea (contro una media nazionale del 3,2%).

Altro dato da mettere in rilievo è che il 94,8% dei laureati ha svolto in varia forma attività lavorativa durante il corso di studi, contro l’81,0% delle altre sedi.

In questo quadro gli intervistati si dichiarano decisamente soddisfatti del corso di studi, tanto da considerare favorevolmente l’idea di iscriversi nuovamente all’Università, frequentando lo stesso corso nel medesimo Ateneo per il 67%, contro una media nazionale del 59,5%.

Inoltre, come emerge dall’XI Indagine sulla condizione occupazionale e formativa dei laureati sempre effettuata dal Consorzio AlmaLaurea (2008), i laureati in Scienze Motorie ad un anno dalla laurea risultano occupati per il 41,4%, per il 28,1% lavorano e sono iscritti alla Specialistica, per il 19% sono iscritti alla specialistica a fronte di una media nazionale rispettivamente del 32, 5%, 15,8%, 41,6%.

Per conoscere l’offerta formativa ed ulteriori informazioni sulla Facoltà di Scienze motorie di Bologna è possibile visitare il sito internet Scienze Motorie Università Bologna.