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Modena, Consiglio provinciale sulla mobilitazione degli stranieri


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Sostenere la giornata di mobilitazione non violenta indetta per lunedì 1 marzo con l’obiettivo di riflettere sul ruolo degli immigrati nella società italiana e aderire alla “primavera antirazzista” che sfocerà nello sciopero generale del 12 marzo. È l’invito alla Provincia di Modena contenuto nell’ordine del giorno presentato da Cecile Kyenge Kashetu e Fausto Cigni (Pd) e approvato dal Consiglio provinciale nei giorni scorsi con il voto favorevole di Pd e Idv e quello contrario di Pdl, Lega nord e Udc.

Sottoscritto anche dal capogruppo Pd Luca Gozzoli, il documento si sofferma sui numeri (quasi 450 mila residenti) e sulle caratteristiche dell’immigrazione in Emilia Romagna: «La manodopera fornita dai migranti – ha sottolineato Fausto Cigni – è fondamentale per le nostre imprese soprattutto nei settori dell’agricoltura e dell’assistenza alla persona».

Fabio Vicenzi (Udc), per il quale nell’ordine del giorno manca il richiamo al necessario rispetto della legalità, si è domandato «in che cosa vogliamo integrare gli stranieri se noi per primi non difendiamo la nostra identità» mentre per Mauro Sighinolfi (Pdl) «le rivendicazioni non si fanno cercando lo scontro ma il dialogo». Sostenendo che lo sciopero si è trasformato in un “no lega day”, Denis Zavatti (Lega nord) ha affermato che «la Cgil dovrebbe difendere la giusta remunerazione del lavoro italiano invece degli immigrati che lavorano per meno». Bruno Rinaldi (Pdl) condivide invece l’attenzione al pericolo del razzismo del mondo politico e sindacale «pur non comprendendo le ragioni dello sciopero». Dante Mazzi (Pdl) ha contestato ai promotori dell’ordine del giorno di definire «razzista chi non la pensa come voi» e Luca Gozzoli (Pd) ha replicato: «se non razzisti, certamente xenofobi. Dobbiamo invece ragionare come un popolo che ha un discendenza diretta di 60 milioni di persone nel mondo».