Home Modena Medicina legale Modena: protesta dei pensionati per la chiusura di una decina...

Medicina legale Modena: protesta dei pensionati per la chiusura di una decina di ambulatori territoriali

# ora in onda #
...............




Sta provocando disagi e lamentele tra le persone anziane la chiusura della maggior parte degli ambulatori territoriali di Medicina legale, decisa dall’Azienda Usl di Modena e scattata il 1° gennaio 2010. Il problema è sollevato dal sindacato pensionati Fnp-Cisl, che sta ricevendo in questi giorni le proteste di persone anziane costrette a lunghi spostamenti per avere servizi che fino all’anno scorso erano molto più comodi. «Dall’inizio dell’anno gli ambulatori di Medicina legale sono aperti solo nei Comuni capi-distretto: Modena, Carpi, Castelfranco, Mirandola, Pavullo, Sassuolo e Vignola – spiega il segretario provinciale della Fnp-Cisl, Pietro Pifferi – Sono stati chiusi tutti gli altri, da Sestola a Montefiorino, da Formigine a Soliera, solo per citare alcuni dei circa quindici servizi soppressi. Possiamo immaginare i disagi dei cittadini, soprattutto dei pensionati. Ricordiamo che la Medicina legale accerta lo stato di invalidità civile, cecità, sordità, handicap, collocamento al lavoro delle persone disabili, idoneità alla guida, inidoneità alle mansioni per motivi di salute, ecc. Sono interessati, per esempio, gli ultra 75enni, che devono rinnovare la patente ogni due anni, oppure coloro che per poter votare devono farsi accompagnare al seggio elettorale».

Il sindacato pensionati della Cisl giudica grave che questa decisione, verosimilmente motivata da esigenze di bilancio, non sia stata preventivamente comunicata ai sindacati né dall’Azienda Usl né dal comitato dei sindaci dei vari distretti. «Nessuno ci ha informato, né tanto meno convocato per affrontare il problema, cercare soluzioni condivise e concordare modalità per informare i cittadini – accusa Pifferi – Non sappiamo se tutto ciò sia imputabile a una forma di disinteresse da parte di chi è responsabile delle politiche sanitarie nel territorio o a una delega concessa ai “tecnici” dell’Ausl. In ogni caso quanto accaduto è molto grave, specie se si considera che, a parole, le istituzioni locali si dicono disponibili alla concertazione, mentre nei fatti – conclude il segretario provinciale della Fnp-Cisl – si comportano, pur criticandolo, come il governo centrale».