Home Modena Immigrazione Modena, Leoni (PdL) denuncia i costi delle politiche multietniche del Comune

Immigrazione Modena, Leoni (PdL) denuncia i costi delle politiche multietniche del Comune

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I dati sulle spese sostenute da Regione Emilia Romagna e Comune di Modena per finanziare le politiche multietniche, ed un programma in 3 punti con gli impegni da onorare nei primi 100 giorni di mandato sui temi dell’immigrazione. E’ quanto presentato oggi in Conferenza stampa dal Consigliere regionale e candidato capolista del Popolo della Libertà Andrea Leoni alla presenza dell’Onorevole Isabella Bertolini, responsabile nazionale del Popolo della Libertà sull’immigrazione. Primo punto affrontato dal Consigliere Leoni quello delle spese sostenute dal Comune per finanziare le politiche cosiddette per l’integrazione. “Ho effettuato una ricerca capillare, basata sui dati che mi sono stati forniti dal Comune, sui costi che l’amministrazione ha sostenuto in dieci anni sia con risorse proprie, erogate dall’assessorato competente o il centro stranieri, sia con risorse della Regione Emilia-Romagna. I risultati – ha affermato il Consigliere Leoni – sono sconcertanti. Regione e comune di Modena hanno speso mediamente ogni anno più di un milione di euro per iniziative e progetti multietnici inerenti la galassia della cosiddetta integrazione sociale degli immigrati. Qui si trova di tutto. Dai 70 mila euro spesi ad ogni elezione della consulta degli immigrati a Modena Medina, dalle rappresentazioni teatrali ai seminari di etno-psichiatria. In questo scenario il centro stranieri di Modena fa la parte del leone. In una città dove la giunta taglia i servizi e aumenta le rette degli asili, scopriamo che la spesa per la sola gestione del centro stranieri è lievitata dai 726.000 euro del 2007 gli 805 mila euro del 2009. Per me – continua Leoni – si tratta di un enorme spreco di denaro pubblico tolto dalle tasche dei modenesi, impoveriti da tasse sempre più alte e beffati da un Comune che ha danneggiato e discriminato gli italiani rispetto agli immigrati anche nell’accesso alle case popolari. Basta pensare che nel 2008, a cittadini stranieri che rappresentano poco più del 10% della popolazione, il comune ha concesso il 43,8% degli alloggi pubblici mentre nello stesso anno, attraverso l’agenzia per la casa, la stessa amministrazione ha concesso agli stranieri il 53% degli alloggi privati. In nome del multiculturalismo la sinistra ha fatto discriminazione all’incontrario concedendo agli immigrati servizi e risorse contestualmente negati a chi da anni, o da una vita, vive, lavora e paga le tasse a Modena.

Altro caso emblematico è l’acquisto, nel gennaio scorso, da parte del Comune, di due apprtamenti posti in via mantegna da concedere in via esclusiva solo agli stranieri in difficoltà. Il tutto per 490 mila euro. Purtroppo questi privilegi garantiti per anni agli extracomunitari hanno trasformato Modena in meta privilegiata anche per immigrati clandestini che finiscono per popolare illegalmente i ghetti urbani e ad alimentare le sacche di criminalità che hanno trasformato in peggio la qualità della vita in interi quartieri. Non a caso Modena è prima in regione e terza in Italia per numero di clandestini e ha il record di delinquenti stranieri trattenuti in carcere. Questo non è più accettabile. Intendo cambiare radicalmente questo stato di cose – prosegue Andrea Leoni.

Per farlo intendo perseguire 4 obiettivi: l’approvazione della mia proposta di legge regionale per garantire l’accesso alle graduatorie delle case popolari solo agli stranieri che risiedono e lavorano regolarmente da almeno 5 anni nel comune in cui presentano la domanda. Punto poi alla modifica, in senso restrittivo, della legge regionale 5/2004 “Norme per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati” con la quale la regione finanzia e legittima ogni anno migliaia di iniziative e progetti che non servono all’integrazione ma soprattutto a chi li fa.

Terzo importante obiettivo potenziare gli strumenti di contrasto alla presenza sul territorio di cittadini extracomunitari per azzerare la presenza di clandestini. Quarto obiettivo, stop alla proliferazione di moschee abusive. “Con il Governo Prodi eravamo il paese delle porte aperte a tutti – ha affermato l’Onorevole Isabella Bertolini, con il governo Berlusconi siamo il paese delle porte chiuse a chi in Italia non ci può stare. I dati aggiornati al dicembre 2009 confermano che gli sbarchi clandestini sono stati ridotti del 90%. Alle prime avvisaglie della crisi il Governo ha subito ridotto drasticamente il flusso annuale da 170.000 lavoratori immigrati. In un momento in cui tanti lavoratori sia italiani sia stranieri rimanevano disoccopati ci è sembrato assurdo continuare a fare arrivare altri lavoratori da altri paesi. Se non lo avessimo fatto oggi la presenza di clandestini sul territorio sarebbe molto più accentuata. Noi non vogliamo stranieri irregolari sul nostro territorio e l’azione del governo tende a questo obiettivo. L’esecutivo sta portando avanti un’azione strutturale e a 360 gradi per il contrasto all’immigrazione clandestina. Puntiamo a portare e ad applicare la ricetta del governo, che sta dando ottimi risultati, anche nella nostra regione”.