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Scuola Bologna, la Provincia fa il punto su offerta formativa e organizzazione della rete scolastica


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La Giunta provinciale, nella seduta di ieri, ha approvato la delibera sulla “Programmazione dell’offerta formativa ed educativa e dell’organizzazione della rete scolastica”, l’atto che ogni anno la Provincia assume per definire l’offerta formativa delle scuole superiori del nostro territorio.

La delibera viene assunta con mesi di ritardo rispetto agli anni precedenti, causa il protrarsi del processo di riordino degli indirizzi superiori definiti dal Ministero dell’Istruzione, e ancora non concluso. La mancanza di una decretazione formale renderebbe illegittimo un eventuale atto di istituzione di nuovi indirizzi, operazione comunque ritenuta inopportuna, anche in considerazione delle iscrizioni già in corso dal 26 febbraio e in chiusura il 26 marzo.

Per quanto riguarda la programmazione non si entra nel merito della nuova offerta formativa, ma la delibera è articolata sui seguenti punti, in cui la Provincia:

1. prende atto di quanto previsto dai regolamenti ministeriali per il riordino delle scuole secondarie di secondo grado, approvati il 4 febbraio u.s. dal Consiglio dei Ministri e presenti ora, con i relativi allegati, sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione, ancorché non pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale;

2. prende atto in particolare del documento inviato alle Province a cura dell’Ufficio Scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, in cui è riassunta l’offerta formativa degli istituti secondari di secondo grado della provincia di Bologna a partire dall’a.s. 2010/11, secondo le tabelle di corrispondenza dei titoli di studio in uscita dai percorsi dell’ordinamento previgente con i titoli di studio in uscita dai nuovi percorsi professionali, tecnici e liceali;

3. rileva come l’applicazione automatica delle tabelle di confluenza al nuovo ordinamento comporti una sensibile contrazione della ricchezza dell’offerta formativa delle scuole di competenza presenti sul territorio provinciale, in particolare negli indirizzi di istruzione professionale e liceale, come specificato nelle motivazioni;

4. segnala come la mancata pubblicazione dei regolamenti sulla Gazzetta Ufficiale abbia di fatto impedito alle Province di svolgere i propri compiti e funzioni di programmazione territoriale e di istituire – accanto alle confluenze – indirizzi di studio tesi a ricostruire la coerenza con l’identità formativa dei singoli istituti e a salvaguardarne l’attuale e specifica offerta didattica;

5. si impegna a riprendere nelle sedi opportune l’analisi dell’offerta formativa e a disegnare nuove linee di programmazione, non appenasaranno chiuse le iscrizioni e sarà possibile leggere e interpretare le tendenze dell’utenza.

La Provincia ritiene necessario non disperdere il lavoro svolto negli ultimi mesi, condiviso con l’Ufficio Scolastico Provinciale, con i Dirigenti scolastici e con il sistema provinciale di governance, Conferenze territoriali di ambito e Conferenza provinciale di coordinamento, da cui è stato possibile rilevare le situazioni problematiche che l’applicazione del riordino degli indirizzi lascia aperte in questo anno scolastico.

Le principali criticità rilevate dalla Provincia in questo lavoro di confronto riguardano: l’istruzione professionale, dove si rileva un generale appiattimento dei percorsi sia nel settore servizi sia nel settore industria e artigianato: vi sono alcuni indirizzi di studio, che, seguendo le confluenze previste dal riordino degli istituti professionali, perdono la loro specificità, e precisamente: Operatore/Tecnico della Grafica Pubblicitaria, Operatore/Tecnico Chimico-biologico, Operatore/Tecnico dei Servizi turistici e Operatore/Tecnico dell’Abbigliamento e della moda; la mancanza di un accordo in conferenza Stato-Regioni sull’attuazione dei percorsi di diplomi di qualifica triennali, per cui non è chiaro come le scuole potranno garantire ai ragazzi che frequentano i professionali i diplomi al terzo anno e con quali risorse; l’istruzione liceale, dove si evidenzia la necessità di riprogrammare l’offerta formativa secondo le richieste e le vocazioni dei singoli istituti. Si rilevano criticità nella distribuzione sia del Liceo delle scienze umane e relativa Opzione economico-sociale, sia del Liceo scientifico e relativa Opzione delle scienze applicate. Anche l’offerta di Liceo linguistico andrà ripensata e presumibilmente ampliata, alla luce dell’abolizione della seconda lingua straniera nei quadri orari del Liceo scientifico e del Liceo delle scienze umane; l’impossibilità di avviare l’istituzione del liceo musicale e coreutico;l’istruzione tecnica non evidenzia criticità particolarinell’applicazione dei nuovi indirizzi, ma sarà necessario monitorare la rispondenza dell’offerta alle richieste degli utenti, mentre sarà fortemente depauperato il percorso formativo delle classi II, III e IV dove sarà operato un taglio pesante di ore settimanali.

La delibera provinciale decide inoltre il cambio di aggregazione della sede coordinata dell’istituto professionale industriale di Molinella, a partire dall’anno scolastico 2010/11, prevedendone il passaggio dalla dirigenza dell’Istituto Fioravanti di Bologna alla dirigenza dell’Istituto Giordano Bruno di Budrio, anche ai fini di una più compiuta definizione dei poli scolastici territoriali.

In merito a questa situazione l’assessore all’Istruzione della Provincia Anna Pariani – che oggi doveva tenere una conferenza stampa poi rinviata a causa delle condizioni metereologiche – ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“La fretta di applicare questo riordino, creando confusione a studenti, famiglie e scuole, senza poter capire le ricadute effettive sulla partenza del prossimo anno scolastico, nasconde il vero motivo: i tagli. Se non fosse così ci troveremmo di fronte solo a imperizia, incapacità e improvvisazione, mentre invece c’è un disegno di pesante riduzione delle risorse alla scuola pubblica. E’ ancora più grave che tutto ciò sia stato condotto espropriando Regioni e Province del loro potere di programmazione, allontanando la scuola dalla relazione forte con il territorio, che è elemento di qualità e di garanzia per i ragazzi nel rapporto con la cultura e con la prospettiva di un lavoro. Non intendiamo arretrare nel sostegno alla qualità della scuola nel nostro territorio e continueremo a investire, assieme alle scuole, ai Comuni e alla Regione, per garantire un’offerta formativa adeguata ai bisogni del nostro sistema economico, alle richieste di studenti e famiglie, alla ricchezza di rapporti tra scuole e mondo della cultura e dei saperi. Continueremo a investire nel rapporto tra scuola e mondo del lavoro, contrastando l’abbandono precoce da parte degli studenti. Crediamo che gli Enti locali e le Regioni non debbano essere espropriati delle scelte sul sistema formativo, che non possono essere prese da Roma su tutto il territorio in modo centralistico, e per questo sosterremo ogni azione di tutela delle proprie prerogative che la Regione Emilia-Romagna riterrà di avviare”.