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Sabato a Sassuolo incontro promosso dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia


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Monchio, Susano, Costringano, Savoniero in comune di Palagano: la storia di questi paesi della nostra montagna si perde nella notte dei tempi. Documenti di archivio la collegano con quella dell’Abbazia di Frassinoro, fondata da Beatrice, madre di Matilde di Canossa, la cui giurisdizione si estendeva sulle valli del Dolo, Dragone e Scoltenna.

All’alba del 18 marzo 1944 questi antichi paesi furono investiti da furiosi cannoneggiamenti.

In un crescendo di ferocia ed atrocità iniziarono le distruzioni, il saccheggio ed una spietata caccia all’uomo. Accadde così uno dei primi casi in Italia di strage di massa (136 vittime civili, di cui 8 donne, 4 bambini o ragazzi, 20 ultrasessantenni), condotta da reparti della divisione Hermann Göring con la partecipazione di italiani fascisti. Nel dopoguerra nessuno pagò per la strage.

L’ episodio non fu isolato: alla fine degli anni Quaranta in Italia 695 fascicoli processuali su crimini di guerra nazifascisti “scomparvero ” dagli archivi della Procura generale militare: contenevano eccidi, omicidi, saccheggi compiuti in Italia durante l’occupazione tedesca e la Repubblica fascista collaborazionista di Salò.

L’armadio della vergogna era un vero e proprio mobile nel quale i fascicoli vennero letteralmente nascosti; con le porte sigillate e rivolto verso la parete, venne collocato in uno stanzino alla fine di un buio corridoio di Palazzo Cesi, sede della Procura generale militare. E lì le carte che potevano permettere di individuare i responsabili di tanti crimini nazi-fascisti rimasero occultate per circa mezzo secolo.

I fascicoli relativi al modenese sono circa una quarantina per episodi che riguardano 15 comuni: da Modena a Carpi, da Concordia a Soliera, fino Mirandola, Finale, Campogalliano, Montese, Pievepelago e altri centri della pianura e della montagna. A Modena, complessivamente i civili e i partigiani uccisi per rappresaglia tra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945 furono 880, più delle vittime dei combattimenti. Tuttavia il fascicolo sulla strage di Monchio non è tra quelli ritrovati.

Quando questi fascicoli sono stati fortunosamente recuperati nel 1994 si è aperto un dibattito nell’opinione pubblica, sulla giustizia tradita e sulla memoria.

A questo occultamento della verità è dedicato l’incontro di sabato 20 marzo alle ore 15,30 nella Sala civica G.Biasin di Via Rocca, promosso dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Sassuolo sul tema: ‘La strage nascosta di Monchio, Susano e Costrignano e l’armadio della vergogna: impunità e rimozione dei crimini di guerra nazifascisti (1943-1994).

La relazione sarà tenuta dal Senatore Luciano Guerzoni che è stato vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sull’occultamento dei fascicoli.

(per l’Anpi di Sassuolo, Prof.ssa Maria Antonia Bertoni)