Sarà il Comune di Correggio, quest’anno, il protagonista delle Giornate FAI di Primavera, l’iniziativa nazionale che annualmente apre alla cittadinanza spazi prestigiosi e di eccellenza del patrimonio artistico, culturale e naturale del nostro Paese che non sono normalmente visitabili grazie all’attività delle tante delegazioni sparse sul territorio italiano.
L’intero fine settimana dal 26 al 28 marzo sarà infatti dedicato a conoscere meglio il Palazzo Municipale in Corso Mazzini 33, il Convitto Nazionale Statale “Rinaldo Corso” in via Bernieri – che ingloba la maestosa Chiesa di San Giuseppe Calasanzio (già di San Domenico) – e il Cimitero ebraico in via Della Repubblica.
Durante la tre giorni saranno possibili visite ai tre beni monumentali con orario continuato dalle 10 alle 17, con eccezione del Cimitero ebraico che sarà aperto nella sola giornata di domenica 28. Come tradizione, nel pomeriggio di venerdì 26 saranno svolte tre visite guidate per i soli soci FAI.
L’appuntamento del FAI, realizzato grazie al sostegno del Gruppo Kerself, azienda di Correggio protagonista della nuova Green Economy, leader italiano nell’attività di system integration di impianti fotovoltaici e campi solari attivo a livello internazionale nei principali Paesi del Mediterraneo, non si limiterà a questa interessante apertura di spazi; nel pacchetto di iniziative legate alle Giornate di Primavera, organizzate quest’anno nella nostra provincia in collaborazione con la Biennale del Paesaggio di Reggio Emilia, è previsto anche un importante appuntamento spettacolare al Teatro Asioli, messo a disposizione per l’occasione dal Comune di Correggio: ne sarà protagonista venerdì 26 alle ore 21 la Compagnia della Fondazione Nazionale della Danza di Reggio Emilia, Aterballetto, che metterà in scena “Certe notti”, recente coreografia di Mauro Bigonzetti su musiche del rocker Luciano Ligabue ambientata tra gli apparati scenici dell’artista reggiano Angelo Davoli.
Dopo lo spettacolo, con il contributo dell’Associazione Industriali di Reggio Emilia, si terrà una cena a buffet in compagnia degli artisti presso Villa Rovere di Correggio, messa a disposizione a titolo gratuito da “Corghi SPA”. Il ricavato dello spettacolo e della cena sarà utilizzato per sostenere il progetto di riqualificazione del “Bosco di San Francesco” ad Assisi, recente acquisizione del Fondo Ambiente Italiano. I biglietti dello spettacolo sono disponibili presso la biglietteria del Teatro Asioli e anche online sul sito www.vivaticket.it.
Le Giornate FAI di Primavera attingono poi per tradizione risorse umane anche dal mondo dei giovani e delle scuole di tutta Italia e così, nelle iniziative a Reggio Emilia di quest’anno, saranno gli studenti dell’Istituto Don Iodi a Indirizzo Turistico (classi 3a B e 5a B) con l’assistenza della Prof. ssa Antonella Ferrari (docente di Tecnica Turistica) e il tutoraggio dell’Arch. Roberta Grassi (Delegato FAI Scuola di Reggio Emilia) ad essere impegnate nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 marzo ad accompagnare i visitatori nel ruolo di “apprendisti ciceroni”. Attraverso l’adesione al FAI e la partecipazione attiva a queste giornate gli studenti coinvolti diventano protagonisti di un progetto di valorizzazione e promozione del territorio locale e vengono avvicinati alle tematiche di salvaguardia del patrimonio paesaggistico Italiano. Gli studenti delle classi 3a B e 5a B hanno anche realizzato, all’interno del progetto di comunicazione a favore del paesaggio, un BLOG tematico (http://operazionepaesaggio.blogspot.com/), aderendo al concorso Fai Scuola per l’anno scolastico 2009/2010 dal titolo ilnostropaesaggio.it, che chiedeva agli studenti di mettere in rete tramite un blog originale, il proprio impegno a favore del paesaggio.
Nel quadro di questa collaborazione con la Biennale del Paesaggio di Reggio Emilia, le Giornate di Primavera del FAI costituiscono di fatto anche l’inizio delle attività della Biennale 2010, che quest’anno giunge alla sua terza edizione.
La Biennale è un progetto della Provincia di Reggio Emilia e proprio l’Amministrazione provinciale è in questo periodo impegnata su Correggio a proposito di un tema che segnala l’intimo legame culturale e storico esistente tra la patria di Antonio Allegri e la tradizione religiosa di San Francesco, creando un contesto consonante al complesso dell’iniziativa primaverile del FAI che merita di essere segnalato.
Se fonti letterarie individuano Correggio nel 1322 come sede di un convento francescano, pur nella cautela degli storici, è certa l’esistenza della chiesa di San Francesco già nell’ultimo quarto del XIV secolo, grazie a indicazioni provenienti da scavi archeologici del 1987. Questa chiesa, che custodisce fra l’altro anche due preziosi dipinti del Correggio, la Madonna di San Francesco e il Riposo durante la fuga in Egitto, fu danneggiata dal sisma del 1996 ed è recentissima la delibera di un secondo lotto di interventi di consolidamento cui sarà sottoposta da parte del Comune di Correggio con il contributo della Provincia di Reggio Emilia, per un importo di 900 mila euro complessivi.
I beni aperti al pubblico
Il Palazzo Municipale, così come si presenta oggi, è il risultato di numerose trasformazioni edilizie avutesi nel corso del tempo e di successive aggregazioni di fabbricati eterogenei dovute alle continue esigenze di ampliamento prima di un complesso conventuale e scolastico, poi della sede della municipalità.
Vi si riconoscono quattro fabbricati congiunti: l’ex chiesa di San Giuseppe Calasanzio, dove al piano terra (spazio ora occupato dallo Sportello Unico per le Attività Produttive) sono ancora visibili l’aula e le tre cappelle laterali, mentre al primo piano è stata ricavata la sala del Consiglio Comunale con le sale di rappresentanza poste sopra i portici.
L’ex Convento degli Scolopi, che si sviluppa da un caratteristico seminterrato con colonne e volte per proseguire a piano terra (spazio ora occupato dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico), a un piano nobile (uffici degli Amministratori Comunali) e a un secondo piano di altezza inferiore (Uffici Ragioneria, Economato e Tributi). Al corpo originario sono stati aggregati nel tempo il porticato su Corso Mazzini, i più recenti collegamenti con la Sala del Consiglio, la scala e l’ascensore in ferro e vetro per il necessario superamento delle barriere architettoniche.
Del complesso fanno inoltre parte l’ex cinema Politeama, interessato da un’ampia trasformazione edilizia e l’ex Pretura. Il Palazzo Comunale sorge lungo l’antica via Maestra, principale asse di collegamento tra il nucleo quattrocentesco della città, detto Borgonuovo e il primitivo Borgovecchio.
Attorno al 1502/1503 si insediò a Correggio la Confraternita di San Giuseppe Patriarca e venne eretta la prima chiesa dedicata al loro santo patrono e protettore.
Agli inizi del XVIII secolo la Confraternita si estinse e del fabbricato prese possesso la congregazione di Padri Scolopi, che vi aprirono le Scuole Pubbliche nel 1724, rimanendo nell’edificio fino al 1783, anno in cui si trasferirono nell’ex convento domenicano, oggi sede del Convitto Nazionale “R.Corso”. L’edificio fu completamente ristrutturato dall’architetto reggiano Ludovico Bolognini e riadattato a residenza Municipale.
Il recupero del Cimitero ebraico ha costituito un momento di primaria importanza nella ‘costruzione’ di un percorso storico che trova espressione nel progetto di ‘museo globale’ al quale l’Amministrazione Comunale di Correggio sta dedicando, dalla riapertura del Museo Civico (giugno 1999) risorse ed energie.
Il cimitero ebraico quale lo vediamo oggi venne costruito nella seconda metà dell’Ottocento allorché il primo e più antico luogo di sepoltura risultò non più utilizzabile, sia per il progressivo esaurimento dello spazio, sia, soprattutto, per la sua ubicazione all’interno della cinta muraria cinquecentesca, poco discosto dalla Rocchetta, in netto contrasto con le normative igienico-sanitarie napoleoniche.
Costretti ad abbandonare l’antico cimitero e a lasciarvi i resti degli inumati – non fu infatti consentito, tranne eccezioni rarissime, l’esumazione dei cadaveri, – i maggiorenti della comunità ebraica correggese ottennero di poterne edificare uno nuovo vicinissimo al settecentesco cimitero cristiano della Madonna della Rosa. La connotazione funzionale di quell’area è stata conservata fino agli ultimi quattro decenni del Novecento, quando venne smantellato il cimitero cristiano mentre quello ebraico non era più utilizzato da tempo. Vi rimanevano però le decine di lapidi, in cui ricorrono i cognomi tipici delle famiglie della comunità (Finzi, Sinigaglia, Resignani, Ravà, Forti, Padovani…).
L’operazione di recupero segna l’inizio di un percorso di carattere storico-culturale complesso e impegnativo: in accordo con la Comunità ebraica di Modena, infatti, nella sala mortuaria verrà allestita una piccola mostra permanente sulla storia della Comunità di Correggio e dei suoi luoghi principali (Sinagoga, cimitero, ghetto), con un apposito apparato documentario e due plastici riproducenti la Sinagoga ottocentesca e il cimitero ‘moderno’.