In diverse parti dell’Italia le reti idriche versano in condizioni critiche, con 8 milioni di cittadini che non hanno accesso all’acqua potabile, mentre in 18 milioni bevono acqua non depurata e le perdite di rete sono salite al 37%, con punte ben maggiori al Sud.
A fronte di questa situazione di disagio la Camera dei Deputati ha votato la fiducia al Governo sul decreto n. 135 recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari, meglio conosciuto come decreto “salva infrazioni”. Il testo in realtà comprende un complesso di norme, in molti casi prive dei requisiti di straordinaria urgenza e necessità. Soprattutto, in tema di acqua, il decreto si configura come un raffazzonato “minestrone” di 30 articoli, piuttosto che offrire una buona base per una riforma meditata dei servizi idrici.
Dal momento che l’acqua va considerata un bene primario, è un preciso dovere dello Stato assicurare meccanismi di regolazione e governo pubblico dell’erogazione, attraverso un sistema di tariffazione che garantisca un prezzo commisurato al costo della risorsa, che preveda adeguati finanziamenti per la realizzazione di infrastrutture idonee a difendere il diritto di accesso all’acqua per tutti.
In questo senso risultano pretestuose le motivazioni di urgenza adottate dal Governo, volte unicamente ad impedire il confronto, ed è grave il sostegno della maggioranza PDL-Lega Nord ad un provvedimento che rappresenta un vero e proprio colpo di mano contro le autonomie locali e contro un’organizzazione federale dello Stato. Entro due anni potrebbe essere messo a rischio un patrimonio pubblico come il servizio idrico, per essere affidato a privati o ceduto a società miste nelle quali l’eventuale partecipazione pubblica dovrà risultare comunque minoritaria. Vanno altresì condivise le preoccupazioni espresse dalle associazioni dei consumatori che prevedono con questo decreto aumenti tra il 30 e il 40% delle tariffe dell’acqua che peseranno in modo serio sulle famiglie e le imprese.
Fino ad oggi gli Enti locali dell’Emilia Romagna, tramite una gestione dei servizi idrici attraverso società a maggioranza pubblica, sono riusciti a garantire una qualificazione ed ammodernamento delle reti e degli impianti, con costi delle tariffe tra i più bassi d’Italia (e a Modena i più bassi della Regione).
I consiglieri Pd Ivano Mantovani e Luca Gozzoli invitano pertanto la Giunta Provinciale a sostenere le iniziative che l’Emilia Romagna assumerà nella Conferenza delle Regioni, a difesa delle prerogative di governo di questi servizi che la Costituzione affida agli Enti locali e alle Regioni. Chiedono sempre alla Giunta Provinciale di svolgere un ruolo di regolazione del sistema pubblico nell’applicazione di tali norme al nostro territorio, in un rapporto costante con gli Enti locali e i soggetti gestori modenesi, avendo a cuore prima di tutto la salvaguardia della risorsa acqua per il futuro.