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Università Bologna: in Rettorato una targa contro al pena di morte


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La dichiarazione per la messa al bando della pena di morte è da oggi commemorata all’Università di Bologna da una targa di marmo al piano terra di Palazzo Poggi, inaugurata dal rettore Ivano Dionigi e dal preside di Giurisprudenza Stefano Canestrari. Il documento, come riferisce la lapide, stigmatizza la pena capitale come “priva di qualsivoglia fondamento giustificativo, sia esso di ordine morale, ideologico o utilitaristico” e auspica “che la diffusione del messaggio contro la pena di morte all’interno della comunità internazionale giunga a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni dei Paesi in cui ancora vige la pena capitale, allo scopo di creare condizioni politiche favorevoli per la sua estromissione dai sistemi di giustizia penale”.

L’appello contro la pena capitale dell’Università di Bologna – divenuto manifesto fondativo di un network universitario internazionale che punta ad un a moratoria entro il 2015 della pena di morte, e che ha già ricevuto l’apprezzamento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – era stato promosso in occasione dei 500 anni dall’istituzione della prima cattedra al mondo di ius criminale, che ha avuto luogo nel 1509 proprio a Bologna, già sede della più antica Facoltà di diritto. Alla sua adozione da parte delle Facoltà di legge e degli atenei di tutto il mondo stanno lavorando le Facoltà giuridiche dell’Alma Mater, dell’università nazionale autonoma del Messico e dell’Università di Istanbul. E’ già stato sottoscritta, su iniziativa della Facoltà giuridica dell’Alma Mater, da oltre 230 docenti di diritto penale e di procedura penale di tutti gli atenei italiani, tra cui spiccano i nomi dei professori emeriti Franco Cordero, Giovanni Conso e il recentemente scomparso Giuliano Vassalli (gli ultimi due, ex presidenti della Corte costituzionale).