La crisi economica non si combatte lasciando da soli gli enti locali. E’ questa la denuncia del Gruppo Consiliare del Partito Democratico che ha presentato un ordine del giorno sulla revisione del Patto di Stabilità e sull’accelerazione del federalismo fiscale. I consiglieri democratici denunciano che la Legge Finanziaria 2010 ha tagliato pesantemente il fondoordinario e non ha restituito ai Comuni quanto dovuto in seguito all’abolizione dell’ICI. Inoltre il Governo ha tagliato le risorse per sicurezza, politiche sociali, scuola dell’obbligo e ambiente, senza fare nel contempo alcun passo verso un vero “federalismo fiscale”. Infine l’esecutivo non ha messo in campo nessun meccanismo per premiare i Comuni virtuosi e, in barba a ogni criterio di efficienza e responsabilità, ha assegnato fondi ad amministrazioni in dissesto come Catania (140 milioni), Roma (580 milioni), Palermo (160 milioni).
“Nella nostra mozione – dichiara il Capogruppo Pd Paolo Trande, primo firmatario del documento – chiediamo al Governo un deciso cambio di rotta. In particolare sollecitiamo 7 provvedimenti concreti:
1) L’attuazione del federalismo fiscale così come previsto dalla Legge 42/2009, per accrescere l’autonomia finanziaria dei Comuni e, nel contempo, la responsabilità degli amministratori;
2) La modifica degli obiettivi e delle regole del patto di stabilità, per sostenere la spesa per investimenti, favorire politiche di coesione sociale e premiare i Comuni virtuosi;
3) La restituzione completa (e la rivalutazione) dell’ICI prima casa;
4) Il completo e puntuale versamento ai Comuni di tutte le somme riscosse con l’addizionale IRPEF;
5) Adeguati sostegni ai piccoli Comuni, con una più forte incentivazione della gestione associata di servizi e funzioni in capo alle Unioni di Comuni, con l’aumento del fondo per gli investimenti e il ripristino del Fondo nazionale della montagna;
6) Il completo reintegro del fondo per le politiche sociali;
7) Un intervento legislativo che – come stabilito dalla Corte costituzionale – riconosca la soppressione dell’IVA dalla Tariffa rifiuti (TIA) ma senza scaricare costi su Comuni, famiglie e imprese”.