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Bettolino, Legacoop: 20 anni di impegno nel sociale


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La cooperativa sociale Il Bettolino di Reggiolo festeggia i suoi primi 20 anni di vita, e lo fa con una bella iniziativa che è stata presentata oggi dal presidente della cooperativa Eber Bianchi, dal sindaco di Reggiolo Barbara Bernardelli e dal responsabile delle cooperative sociali di Legacoop Mauro Degola. L’iniziativa si terrà il 28 aprile presso il Reggiolo Pool, in via IV Novembre 9 a Reggiolo, con inizio alle 14:30. 

Ci sarà un momento dedicato a ripercorrere l’intensa esperienza di questa cooperativa che opera nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, ma sarà anche l’occasione per riflettere sul tema importante del rapporto tra lavoro e disabilità. L’iniziativa è organizzata, oltre che dal Bettolino, dall’Unione dei Comuni Bassa Reggiana e da Legacoop Reggio Emilia,

Il programma prevede i saluti di Barbara Bernardelli, sindaco di Reggiolo e referente Area Welfare dell’Unione dei Comuni Bassa Reggiana. Si parlerà poi dei primi 20 anni del Bettolino, con gli interventi del presidente della cooperativa, Eber Bianchi, dei responsabili dei servizi convenzionati e della presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini. Alle 15:30 è prevista la tavola rotonda “Lavoro: un ponte tra disabilità e normalità”, introdotta da Mauro Degola, coordinatore delle cooperative sociali di Legacoop Reggio Emilia. Intervengono Giulio Bertoni, direttore della Direzione Provinciale del Lavoro di Reggio Emilia, Giancarlo Brunato, Responsabile del coordinamento nazionale cooperative sociali di tipo B di Legacoopsociali, Massimo Dorini, presidente della cooperativa sociale I Sommozzatori della Terra, Limbiate (MB) e Enrico Semrov, del Servizio Salute Mentale della Regione Emilia-Romagna. Conclude i lavori Mariella Martini, direttore generale dell’Ausl Reggio Emilia.

“Il Bettolino – spiega il suo presidente Eber Bianchi – sviluppa le sue attività nei Comuni di Boretto, Brescello, Gualtieri,Guastalla, Luzzara, Novellara, Poviglio, e Reggiolo. La cooperativa propone esperienze di lavoro nei settori agricolo, industriale, commerciale e dei servizi. Particolare importanza sta assumendo per noi la produzione di basilico, che ha trovato importanti sbocchi di mercato nella Grande Distribuzione cooperativa, con una nostra linea commerciale che si chiama Amici in campo. Qualche settimana fa siamo arrivati ad un milione di vaschette di basilico confezionate. L’obiettivo primario della cooperativa è l’attivazione di progetti redatti dai Servizi Sociali del Territorio finalizzati a favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.” Le attività del Bettolino, che ha 36 lavoratori di cui 17 svantaggiati, sono la coltivazione e commercializzazione di basilico e piante aromatiche, la coltivazione e la commercializzazione di fiori, l’assemblaggio, la manutenzione del verde pubblico e privato, la gestione di isole ecologiche e lo spazzamento del suolo pubblico. Oltre alle attività produttive, Il Bettolino ha stipulato convenzioni con i Comuni del distretto di Guastalla e di Correggio, e con il Dipartimento di Salute Mentale, per l’inserimento di persone disabili in cooperativa per attivare percorsi di inserimento socio-terapeutici riabilitativi. La maggior parte di questi ragazzi svolgono attività nel laboratorio di assemblaggio.

Il tema del rapporto tra lavoro e disabilità, che verrà affrontato nella tavola rotonda, è della massima importanza non solo per la cooperazione, ma anche per le politiche sociali sul territorio. “Le imprese sociali come Il Bettolino – spiega Mauro Degola di Legacoop – proprio come si dice nel titolo della tavola rotonda, costituiscono un ponte tra disabilità e normalità, e lo fanno creando le condizioni perché il disabile o lo svantaggiato possa avere il lavoro. Non un lavoro qualsiasi (che è il risultato di qualsiasi impresa, e non si misura coi bisogni del cittadino svantaggiato) ma un lavoro compatibile con le sue particolari condizioni fisiche o psichiche. Questo avviene da un lato attraverso le competenze tecniche dei servizi pubblici che seguono le persone svantaggiate, con la programmazione dei percorsi assistenziali e sanitari; dall’altro per le caratteristiche imprenditoriali che la cooperativa sociale mette in campo in quanto impresa, organizzando il mercato, gli investimenti, l’organizzazione del lavoro, la ricerca. Insieme, queste competenze creano il ponte tra disabilità e normalità. Direi quasi che i mattoni con cui questo ponte è stato costruito negli anni, sono cementati dalla comune, specifica cultura che si è consolidata tra operatori pubblici e cooperativi”.