Con l’accusa di aver progettato una serie di attentati da compiere alla chiesa di San Petronio di Bologna e alla metropolitana di Milano, in prossimità delle elezioni politiche del 2006, e in altri Paesi, dalla Spagna all’Iraq, sono stati mandati a processo quattro presunti terroristi islamici.
Il prossimo 22 giugno, dunque, davanti alla prima Corte d’Assise di Milano, comincerò il processo per il tunisino H.T., detenuto, e per altri tre imputati, due marocchini e un algerino, che invece sono tuttora latitanti. Il rinvio a giudizio per gli ultimi tre è stato disposto dal gup di Milano Chiara Valori, mentre per il tunisino è stata accolta la richiesta di giudizio immediato firmata dai pm Nicola Piacente e Massimo Meroni.
Secondo l’accusa, i quattro avrebbero fatto parte di una cellula salafita che, come si legge nel capo di imputazione, aveva ”in Algeria e Marocco sedi decisionali e strutture logistiche” con un piano ”condiviso con similari organizzazioni attive in Europa, Nord Africa, Asia e Medio Oriente” in un ”quadro generale di jihad globale”.
Stando alle indagini, il capo della cellula sarebbe stato S.D., da tempo in prigione e coinvolto in altre inchieste. Il filone di indagine è derivato da altri procedimenti sul terrorismo islamico e si è avvalso anche della collaborazione di alcuni ‘pentiti’.