Home Modena Bullismo: l’assessore comunale all’Istruzione Querzè commenta l’arresto di tre ragazzi modenesi

Bullismo: l’assessore comunale all’Istruzione Querzè commenta l’arresto di tre ragazzi modenesi


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“I nostri ragazzi sono ‘viziati’, ma anche terribilmente annoiati e soli, poco o nulla responsabili perché mai responsabilizzati. Sono diventati grandi senza “i no che fanno crescere” e quindi convinti che minacciare un compagno sia possibile, se non legittimo”.

Adriana Querzè, assessore comunale all’Istruzione, commenta così la notizia dell’arresto di tre ragazzi modenesi, minorenni, che si facevano consegnare denaro e I-Pod dai compagni di scuola ricattandoli e minacciandoli con cutter e coltelli.

“Il mal di crescere degli adolescenti – prosegue l’assessore – è direttamente proporzionale al mal di educare degli adulti. Non si tratta dunque di aumentare il già forte senso di colpa e di inadeguatezza dei genitori, ma di sostenerli nel convincimento che crescere un figlio è possibile e bello, che niente è perduto e che si può ricominciare ogni giorno a ri-conoscerlo nelle sue fragilità e nelle sue infinite possibilità di stupirci. Si tratta di crescere insieme e di non concedere a quindicenni le libertà di un adulto chiedendo le responsabilità di un neonato”.

Per prevenire e contenere i fenomeni di disagio e bullismo nelle scuole della città, il Comune di Modena ha organizzato nell’ultimo decennio numerose iniziative. Oltre 10 mila studenti sono stati coinvolti negli incontri di educazione alla legalità dal 1999 in poi, un laboratorio didattico, “Bullismo e prevaricazioni”, nel 2009/2010 ha visto la partecipazione di 378 ragazzi del primo biennio di scuola superiore, mentre un progetto di gestione dei conflitti rivolto a quasi 600 alunni delle scuole elementari e medie.

“La scuola e il Comune possono fare tanto – aggiunge Querzè – ma se non riusciremo ad esercitare come adulti una vera responsabilità educativa e quindi a saper dare insieme spazi e limiti definendo regole, traguardi da raggiungere, impegni da rispettare in un contesto di ascolto autentico e di messa in discussione anche di noi stessi, dovremo continuare a temere, ad ogni angolo di scuola, un ragazzino armato di cutter che pretende l’ultima merendina”.