Home Modena Scontro in Parlamento sull’arbitrato, l’intervento in aula dell’on. PD Ivano Miglioli

Scontro in Parlamento sull’arbitrato, l’intervento in aula dell’on. PD Ivano Miglioli

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“Noi siamo favorevoli al fatto che nel nostro ordinamento sia prevista, anche per le cause di lavoro, la forma dell’arbitrato. Tuttavia, abbiamo detto che deve essere un arbitrato consapevole, libero, che non deve riguardare materie che attengono ai principi fondamentali e non può derogare da norme e contratti”.

E’ uno dei passaggi centrali dell’intervento svolto ieri alla Camera dall’on. Miglioli, durante il dibattito sul disegno di legge delega in materia di lavoro. Al momento del voto il governo è stato battuto di misura ed è passato un emendamento del Pd che stabilisce che l’arbitrato potrà essere scelto di volta in volta e non potrà riguardare il licenziamento. “E’ una sconfitta del governo in Parlamento – commenta Miglioli – ma al tempo stesso una vittoria dei lavoratori che si apprestano a festeggiare il Primo maggio”.

Il Ddl era già stato rinviato alle Camere dal presidente Napolitano per verificare che le disposizioni fossero pienamente coerenti con “lavolontarietà dell’arbitrato” e la necessità di assicurare “un’adeguata tutela” del contraente debole.

Nel suo intervento il parlamentare democratico ha sollevato tre questioni. La prima riguarda la volontarietà: quella dell’arbitrato – ha detto – deve essere “una scelta libera e consapevole e, dunque, non può essere fatta al momento dell’assunzione, momento nel quale il lavoratore è il soggetto più debole. Mi pare che da questo punto di vista si sia fatto un passo in avanti prevedendo che il ricorso all’arbitrato possa essere previsto solo dopo il superamento del periodo di prova”.

La seconda questione riguarda i diritti. “A nostro avviso – ha detto Miglioli – vi sono diritti indisponibili. Anche in questo caso, a proposito dell’arbitrato, si veda cosa è accaduto negli altri Paesi che lo hanno adottato: in nessuno di essi è prevista la derogabilità dai contratti e dalle leggi. Quindi, bene l’arbitrato, purché si decida nel rispetto di leggi e di contratti”.

Terza e ultima questione: il governo dice che si tratta con il singolo lavoratore e non si applicano contratti né leggi. “Noi diciamo invece che l’esigenza di superare alcune forme di rigidità non può in alcun modo rimettere in discussione il quadro normativo generale. Il contratto nazionale, le leggi e le deroghe vanno rispettati. Questo è un punto fermo sul quale non si può tornare indietro”.