E’ arrivato dopo un lungo e ampio dibattito l’ok del Consiglio comunale di Modena al documento “Politiche per la sicurezza della città e dei cittadini: linee di indirizzo”, illustrato dall’assessore alla Qualità e sicurezza della città, Antonino Marino. Con la delibera l’Aula ha dato mandato alla Giunta di elaborare il piano di lavoro operativo che sarà successivamente portato al vaglio del Consiglio. Hanno votato a favore Pd, Sinistra per Modena e Idv; voto contrario del Pdl e astensione di Modena a 5 stelle.
Con la stessa votazione è stato approvato anche l’ordine del giorno presentato dal Pd in cui si impegna il sindaco Giorgio Pighi a “chiedere formalmente al Governo, al ministero dell’Interno e agli organi periferici dello Stato il rinnovo del Patto per Modena sicura”.
Accolti anche altri due ordini del giorno, quello dell’Idv, con il voto favorevole di Idv, Pd, Pdl e Modena a 5 stelle e l’astensione di Sinistra per Modena, e quello di Modena a 5 stelle con voto favorevole del gruppo proponente, di Pd, Pdl e Idv e con l’astensione di Sinistra per Modena e del consigliere del Pd William Garagnani. Nel dettaglio, la mozione presentata dalla consigliera Eugenia Rossi dell’Idv impegna l’Amministrazione a realizzare politiche abitative che evitino concentrazioni e ghettizzazioni, invita al controllo sistematico dei cantieri edili e degli appartamenti in edifici ad alta densità abitativa, sollecita la lotta serrata al caporalato, l’impiego dei vigili di quartiere, il rafforzamento della collaborazione dei cittadini in forma volontaria esclusivamente in alcuni settori, l’uso di telecamere in punti strategici della città e di ausili per disabili e persone in difficoltà. L’ordine del giorno illustrato in corso di seduta da Vittorio Ballestrazzi di Modena a 5 stelle chiede invece a sindaco e Giunta “di farsi interpreti presso le presidenze dei due rami del Parlamento affinchè i disegni di legge sulla riforma della polizia locale con testo unificato vengano discussi e approvati nel più breve tempo possibile”.
Respinta, infine, con voto a favore di Pdl e Idv, contrario di Pd e Sinistra per Modena e con l’astensione di Modena a 5 stelle, la mozione del Pdl “Emergenza sicurezza – Misure di contrasto”, presentata da Adolfo Morandi che ha illustrato una serie di suggerimenti: “Incentivi ai volontari della sicurezza, maggiore controllo del territorio, ascolto dei residenti, rinnovo del Patto della sicurezza, più telecamere e migliore illuminazione urbana, e aiuti a chi è in difficoltà economica”.
Assieme alla delibera e ai quattro ordini del giorno è stata discussa anche l’interrogazione presentata lo scorso 5 novembre da Mauro Manfredini (Lega nord) che chiedeva spiegazioni in merito al “Piano della sicurezza”. Il consigliere in aula indossava una maglietta con la scritta “A casa chi non rispetta le regole”.
Presentando le linee guida delle Politiche per la sicurezza, l’assessore Antonino Marino ha descritto un piano “in grado di rispondere alle domande di tutte le parti sociali, trasversale alle competenze di tutti gli assessorati, che ha come obiettivo la vivibilità del territorio in ogni suo aspetto”. L’assessore ha spiegato che “il successo del progetto dipende dall’intera collettività, perché chiama in causa non solo Amministrazione comunale, Polizia municipale e apparati dello Stato, ma l’intera città con il suo tessuto imprenditoriale, l’associazionismo e i comitati dei cittadini. E’ questo quindi – ha aggiunto – non solo un piano per la città, ma della città”.
Marino ha inoltre sottolineato la necessità di rinnovare il protocollo d’intesa con la Prefettura per arrivare a istituire una cabina di regia capace di garantire il coordinamento tra forze dell’ordine municipali e nazionali. E, in particolare, per quanto riguarda la Polizia municipale, verrà garantito un aumento dell’organico anche grazie alla piena attuazione dell’Accordo di programma con la Regione Emilia-Romagna. “Inoltre – ha garantito l’assessore – nell’individuazione delle priorità d’intervento saranno coinvolti capigruppo consiliari, presidenti di Circoscrizione, e rappresentanti del mondo economico, sindacale e associativo”.
Un elemento cardine per la sicurezza sarà “scongiurare la creazione di ghetti. Il fenomeno migratorio è gestibile solo con politiche di convivenza e coesione sociale”, ha aggiunto Marino. A questo proposito, l’assessore ha ricordato che saranno completati i programmi urbani complessi, come R-Nord, Windsor Park e zona Tempio, ha ringraziato le rappresentanze dei lavoratori “per aver compreso l’urgenza di rendere operativa la riorganizzazione della Polizia municipale entro l’estate” e ha affermato che “opposizione e maggioranza concordano sul desiderio di vivere in una città sicura”. Infine, ha concluso Marino, “di criminalità economica ed organizzata non si deve mai smettere di parlare”.
Un dibattito durato 4 ore
E’ durato oltre quattro ore il dibattito che nella giornata di ieri, lunedì 3 maggio, ha portato all’approvazione delle linee di indirizzo del Piano per la sicurezza presentato dall’assessore alla Qualità urbana Antonino Marino. La delibera ha ricevuto l’ok di Pd, Sinistra per Modena e Idv, il voto contrario del Pdl e l’astensione di Modena a 5 stelle.
Netta la posizione del gruppo consiliare della Lega nord, che a fine dibattito è uscito dall’aula prima del voto. Nicola Rossi ha criticato aspramente l’impostazione “filosofica” del documento, “in cui si insiste sulla percezione della sicurezza anziché riconoscere il problema”. Per Sandro Bellei “Modena è diventata una città dove la criminalità è diffusa. Bisogna prenderne atto e smetterla di tenere la testa sotto la sabbia come ha fatto la Giunta in questi anni”. Stefano Barberini ha dichiarato di essere “annoiato” per come il tema viene trattato: “Diteci cosa sta facendo il Comune per la città invece che elencare ad ogni momento quello che ritenete non stia facendo il Governo” ha detto. Per Mauro Manfredini quello presentato dall’assessore Marino “non è un piano, è vuoto di contenuti concreti, non ci sono le soluzioni per una vera riorganizzazione. E’ ora che ognuno faccia la propria parte, noi la nostra l’abbiamo già fatta”. Andrea Galli ha accusato il Comune di aver “fatto cadere nel dimenticatoio il tema della sicurezza. E’ evidente che il vostro documento di oggi è fatto bene – ha detto – il problema è che vi manca la cultura per portare in fondo quello che c’è scritto”. I consiglieri della Lega nord sono inoltre intervenuti a difesa dell’iniziativa sulla sicurezza organizzata dallo stesso partito qualche giorno fa. Per Sergio Celloni di Mpa a Modena “in questi anni abbiamo avuto una politica troppo buonista nei confronti di tutti”. Eugenia Rossi dell’Idv ha commentato: “Il piano scarica responsabilità su altri, in primis sul Governo. E’ giustificabile quando si parla di tagli alle risorse, di legge sulla clandestinità o di riciclaggio, lo è meno quando si parla di degrado urbano, frutto di una politica urbanistica non abbastanza attenta”. Per Gian Carlo Pellacani del Pdl “questo è il momento di confrontarsi sulle idee e di mettere da parte le polemiche. Ci prendiamo la responsabilità di fare proposte: va garantita ai cittadini la vivibilità del loro quartiere in qualsiasi ora del giorno o della notte”. La compagna di partito Olga Vecchi ha aggiunto: “Buona parte della sinistra vive con il paraocchi da anni e considera i cittadini spaventati come psicolabili, mentre è un dato concreto che Modena crolla per sicurezza al 95esimo posto”. Per il capogruppo Adolfo Morandi “il Piano del Comune è una sorta di delega in bianco chiesta dall’assessore Marino, ripropone molte cose che c’erano già e che non hanno portato ai risultati sperati, vedremo se avrà effetti sul territorio”. Vittorio Ballestrazzi di Modena a 5 stelle ha sottolineato l’importanza di ripristinare il servizio del vigile di quartiere e ha apprezzato l’iniziativa organizzata il 24 aprile dalla Lega nord.
Il gruppo Pd si è espresso a favore del Piano. “Bisogna dire ai cittadini cosa può fare il Comune – ha affermato Ingrid Caporioni – le Amministrazioni non possono continuare a supplire alle carenze del Governo”. Per Giulia Morini “il Piano prevede un mix di competenze e azioni che comprendono i servizi sociali, la qualità urbana, le iniziative culturali, la mobilitazione delle persone”. Paolo Trande ha definito “ideologica” e “securitaria” l’impostazione della Lega nord. “Le loro proposte riguardano una città con vigili e telecamere in ogni angolo – ha detto – ma non parlano assolutamente ad esempio di certezza della pena”. Stefano Bonaccini ha commentato: “A Modena il Comune ha provveduto all’ampliamento degli orari, alla maggiore presenza dei vigili, all’assunzione ogni anno di nuovi agenti”, mentre Maurizio Dori ha sottolineato che “la politica locale passa attraverso la politica nazionale, non si può pensare che non abbiano nulla a che fare tra loro”. Per Salvatore Cotrino “la Lega nord, che si arroga il diritto esclusivo di parlare di sicurezza, lucra sulla politica parlando alla pancia della gente con frasario di leggenda metropolitana”. Stefano Rimini ha citato la Cei (Conferenza episcopale italiana): “La vera sicurezza nasce dall’integrazione. Se non si finisce di trattare il tema di stranieri con demagogia e populismo ci scoppierà una bomba sociale sotto i piedi”. Federico Ricci di Sinistra per Modena ha presentato alcune proposte da affiancare ai contenuti del Patto, tra cui la formazione di equipe itineranti (Polizia municipale insieme a persone con competenze di tipo formativo, antropologico, sociologico e psicologico).
Nel dibattito è intervenuto anche il sindaco di Modena Giorgio Pighi: “Qualcosa sta cambiando nel paese: nella maggioranza ho sentito un dibattito maturo, nella minoranza un atteggiamento molto combattuto che valorizza gli interventi del volontariato e del sociale. Ho invece trovato la Lega nord completamente isolata nei suoi slogan vecchi e offensivi”.