Home Modena Nelle mense delle scuole modenesi cresce l’impiego di prodotti tipici locali

Nelle mense delle scuole modenesi cresce l’impiego di prodotti tipici locali


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Il parmigiano reggiano viene utilizzato praticamente in tutte le scuole, molto diffuso il prosciutto, anche se va ancora per la maggiore quello di Parma Dop, rispetto a quello di Modena Dop, bene anche l’aceto balsamico Igp e le ciliegie di Vignola.

E’ quanto emerge da una indagine condotta dalla Provincia di Modena nelle scuole, dai nidi d’infanzia alle medie inferiori in tutti i Comuni modenesi di cui sette gestiscono direttamente il servizio, mentre per gli altri 40 è in appalto.

«Emerge una soddisfacente diffusione – sottolinea Gian Domenico Tomei, assessore provinciale all’Agricoltura – dei nostri prodotti con marchio di qualità certificata, frutto anche degli sforzi che abbiamo compiuto con i Comuni in questi anni per introdurre nei capitolati d’appalto l’impiego di questi prodotti. Ora si tratta di proseguire su questa strada perché la qualità e la genuinità sono caratteristiche fondamentali per l’alimentazione di bambini e ragazzi».

Dall’indagine risulta che nel solo comune di Modena in un anno scolastico sono stati utilizzati oltre 11.000 chilogrammi di parmigiano reggiano, a Castelfranco Emilia oltre 330 chili, oltre mille a Fiorano. Sempre a Modena sono stati utilizzati quasi 1500 litri di aceto balsamico di Modena Igp e oltre tre mila chili di ciliegie di Vignola, prodotti presenti praticamente su tutte le mense della provincia. Non mancano, sulle tavole dei ragazzi, altri prodotti certificati come le pere dell’Emilia Igp, le pesche e nettarine di Romagna Igp, la mortadella di Bologna Igp e il salame di Cremona Igp.

In tutti i comuni è molto diffuso l’uso del prosciutto di Parma dop che supera il prosciutto di Modena Dop. Nelle mense di montagna non possono mancare il miele di castagno (i ragazzi di Palagano ne hanno mangiato 50 chili), il mirtillo nero nell’Appennino, le patate di Montese o le crescentine.

In tutti i comuni i capitolati di appalto prevedono un largo utilizzo dei prodotti tipici tradizionali oppure impongono l’assenza di prodotti geneticamente modificati (no ogm), ma non solo: sono sempre di più le mense scolastiche che ricorrono a prodotti da agricoltura biologica o da lotta integrata, quelli a chilometri zero e del commercio equo e solidale.