Dichiarazione del Presidente Unionapi Emilia Romagna, Alfeo Carretti: “La decisione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena di procedere alla vendita di una parte sostanziosa del pacchetto azionario di Unicredit è una scelta importante e decisiva per il futuro del sistema territoriale modenese, con un significato, una valenza e degli effetti che vanno oltre l’ambito territoriale in ragione dell’oramai interdipendenza delle dinamiche e dei destini territoriali.
La necessaria diversificazione degli investimenti, così come si ricava dall’indirizzo del Consiglio della Fondazione, di per sé è un fatto positivo (e per certi versi auspicabile), ma nel caso specifico è necessario chiarire se la natura del nuovo investimento ipotizzato è strategicamente superiore o meno rispetto al valore della cessione delle quote di presenza in Unicredit.
Le Fondazioni di origine bancaria, per natura e per scopo, sono enti chiamati a diventare degli autentici protagonisti della crescita del territorio; insieme alle istituzioni hanno la responsabilità di perseguire un alto progetto di sviluppo della società nel suo complesso; in tale quadro di impegno, il futuro del mondo imprenditoriale riveste una particolare centralità. E’ necessario che il territorio promuova una forte idea di crescita che passa attraverso una nuova capacità delle imprese di pensare al loro futuro, sviluppando la ricerca e l’innovazione, promuovendo un nuovo modo di approcciarsi ai mercati internazionali, investendo nei confronti della crescita culturale dell’impresa, realizzando una nuova e adeguata infrastrutturazione del territorio: tutti ambiti questi che richiamano il mondo del credito all’assunzione di una grande responsabilità di sistema da cui non è possibile prescindere.
Se questa è la prospettiva ‘obbligata’ su cui si deve muovere il ‘Sistema Modena’, resa ancora più urgente dall’attuale crisi economica, credo che la scelta (pur legittima) di disimpegno della Fondazione dalla compagine Unicredit, faccia trasparire più ombre che luci, più perplessità che entusiasmi. La perdita di peso politico ed economico di Modena, determinata da tale operazione, è oggettiva e non priva di ripercussioni rispetto a un quadro più ampio; si tratta di un elemento di grande preoccupazione per l’intero Sistema emiliano-romagnolo, in quanto non sfugge a nessuno che il peso della Provincia modenese risulta centrale e fondamentale nella definizione delle performance regionali.
Piena sintonia e condivisione, dunque, alle ragioni e alla posizione assunta in tutta questa vicenda dall’AD di Carimonte Holding, Dino Piacentini, attuale Presidente di Confapi pmi Modena.
Se poi si cede alla tentazione di un’analisi, all’apparenza più superficiale ma forse più aderente alla contingenza e alle sue dinamiche territoriali, pare di capire che la voglia di liquidità della Fondazione, da reinvestire in titoli che abbiano un rendimento maggiore di quelli di Unicredit, possa rispondere a pressioni più o meno velate provenienti dalla Municipalità e dal Mondo Accademico. La difficoltà da parte dei Comuni a far quadrare i conti non è più da tempo un mistero soprattutto sul fronte della necessità di far fronte ad una domanda crescente di servizi e di investimenti. Anche l’Università continua a registrare una strutturale carenza di risorse per poter sviluppare i propri programmi e i propri progetti.
Ma è impossibile immaginare dei percorsi che permettano di sviluppare azioni a favore dello sviluppo locale, promuovendo una sinergia forte tra il mondo dell’impresa e il mondo dell’Università su progetti tesi a promuovere la ricerca e l’innovazione, creando in tal modo le condizioni utili a sviluppare azioni strategiche a beneficio dell’intero ‘Sistema Modena’ e, di conseguenza, dell’intero Sistema regionale? Oppure rimane sempre e solo l’alternativa già sperimentata che le risorse destinate all’Università siano a totale appannaggio di qualche accademico autoreferenziale?
Se poi si vuole essere un po’ provocatori, alla luce dell’obbligo normativo in capo al Comune di ridimensionare la propria partecipazione in Hera, cosa dire dell’ipotesi che la cessione delle azioni Unicredit possa poi trasformarsi, quasi per incanto, nell’acquisto di azioni Hera, contribuendo in tal modo a non far perdere peso al Comune di Modena nella multiutility bolognese?
Gli scenari e le prospettive si fanno sempre più suggestivi!” conclude Alfeo Carretti.