Il Piemonte, la Lombardia e il Veneto danno in “solidarieta’” al resto del Paese oltre 50 miliardi di euro l’anno. Se aggiungiamo anche l’Emilia Romagna, si supera la quota di 56 miliardi. E’ quanto si rileva in uno studio della Cgia di Mestre.
In Italia, solo 5 Regioni presentano il residuo fiscale attivo, ovvero danno molto di piu’ alle Amministrazioni pubbliche (in termini di imposte, tasse e contributi) di quanto ricevono (sotto forma di trasferimenti e di servizi pubblici): sono il Piemonte (+ 1,219 mld di euro); la Lombardia (+42,574 mld di euro); il Veneto (+6,882 mld di euro); l’Emilia Romagna (+ 5,587 mld di euro); e il Lazio (+8,720 mld di euro). Il residuo di quest’ultima Regione, a differenza delle altre, risente della presenza della capitale.
“La sorpresa che emerge da questa analisi non e’ tanto quella appena descritta – commenta il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi – ma il fatto che non sono solo i territori del Sud a beneficiare dei flussi finanziari tra lo Stato e Regioni, ma anche alcune importanti realta’ del Centro Nord ed in particolar modo quelle a Statuto speciale”.
Infatti, la Toscana presenta un deficit del residuo fiscale pari a -776 milioni di euro (vale a dire che nel rapporto tra dare ed avere con lo Stato centrale, i toscani ci guadagnano), mentre per la Liguria il residuo fiscale e’ anch’esso negativo e si attesta sui 3,304 mld di euro. Le cose vanno altrettanto bene per le realta’ a Statuto speciale come il Trentino A.A.
(-2,177 mld), il Friuli V.G. (-2,104 mld) e la Valle d’Aosta (-617 milioni). Situazione altrettanto positiva la riscontriamo al Sud, dove in Sicilia il residuo fiscale e’ pari a -21,713 mld, in Campania si attesta a -17,290 mld di euro e in Puglia a -13,668 mld di euro.
“Ma la cosa piu’ preoccupante e fortemente sentita dai cittadini del Nord – conclude Bortolussi – e’ l’aumento del residuo fiscale registrato tra il 2002 e il 2007. Ebbene, in Lombardia e’ aumentato del +47%, in Piemonte del +33% e in Veneto del +32%. Incrementi che con un serio federalismo fiscale in grado di coniugare solidarieta’, responsabilita’ ed efficienza della spesa pubblica, dovrebbero diminuire”.