Home Reggio Emilia Reggio, conciliazione dei tempi e degli orari, Maramotti: saranno riaperti i bandi...

Reggio, conciliazione dei tempi e degli orari, Maramotti: saranno riaperti i bandi per ottenre i finanziamenti


# ora in onda #
...............




Nell’ambito del festival Sui Generis, dedicato alle pari opportunità in economia, politica e famiglia, svoltosi a Mantova nei giorni scorsi, l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia era presente nella sezione “I territori parlano di conciliazione, esperienze a confronto”. Reggio, Modena e Arezzo: un Comune, quello di Reggio, e due Province a confronto sulle strategie di conciliazione famiglia-lavoro in una prospettiva di sviluppo locale.

L’assessora alla Cura della comunità Natalia Maramotti ha avuto modo di dar conto dei contenuti del “Piano tempi e orari del Comune di Reggio”, del lavoro che si svolge con le parti sociali attraverso la “Consulta dei tempi e degli orari”, nonché delle strategie che tra poco verranno messe in campo dall’Amministrazione per favorire il protagonismo di cittadini e associazioni del terzo settore sul tema della Conciliazione.

“E’ stata anche l’occasione – dice l’assessora Maramotti – vista la presenza di Roberto Marino, capo dipartimento per le Politiche per la famiglia presso la presidenza del Consiglio dei ministri, per sapere quali sono le intenzioni del Governo relativamente ai progetti ex articolo 9 della legge 53, sulla possibilità di accedere a finanziamenti a fondo perduto nella misura dell’80% dei costi relativi a progetti che favoriscano un migliore equilibrio fra impegni famigliari e tempi del lavoro. E’ da oltre un anno che i bandi sulla legge 53 sono stati bloccati, si dice con l’intento di migliorare la normativa. Ebbene, a Mantova ho appreso che finalmente prima dell’estate si ripartirà”.

“Il nostro territorio – prosegue l’assessora – ha due aziende che hanno speso tempo e volontà lo scorso anno per costruire un’ossatura progettuale, che possa concorrere a bando: Walvoil e Lombardini Motori. I progetti che possono concorrere consentono, se approvati, la sperimentazione di innovative prassi organizzative e di gestione dei rapporti con il personale, assistite da politiche concertate dalle parti sociali.

Certo l’Amministrazione, i datori di lavoro, i sindacati sanno che questa non è la soluzione a tutti i problemi di conciliazione, ma accedere a contributi adeguati non sarebbe male”.

“Le innovazioni anticipate dal dottor Marino – aggiunge Maramotti – sembrano andare verso il recepimento di suggerimenti venuti dal mondo dell’impresa, per rendere l’opportunità davvero accessibile; verranno ampliati i proponenti e i beneficiari, ossia le associazioni di volontariato saranno tra i proponenti e i lavoratori a progetto tra i beneficiari; le esigenze di conciliazione non riguarderanno solo i minori ma anche i disabili, verrà promossa una semplificazione delle procedure; il modello di progetto sarà assistito da note minuziose per rendere agevole la compilazione, verrà semplificata la rendicontazione, il controllo sull’esecuzione del progetto passerà di competenza ai Revisori contabili, eliminando così il deterrente della visita ispettiva, infine la priorità nella assegnazione delle risorse verrà assicurata a progetti promossi da reti territoriali”.

“Speriamo – sottolinea l’assessora Maramotti – che a queste innovazioni corrispondano fondi adeguati, altrimenti sarà una delle tante operazioni di facciata. Ma se la misura verrà adeguatamente finanziata, sono intenzionata a lavorare di concerto con le parti sociali per portare risorse nel nostro territorio a beneficio di lavoratrici e lavoratori delle nostre imprese. Lavorare sui temi della conciliazione e delle pari opportunità soprattutto da chi non ha competenza specifica, bisogna sapere di cosa si parla per poter obiettare a ragion veduta su queste politiche.

Si fa un gran parlare di innovazione, a ben vedere è un concetto che incrocia una pluralità di temi, dalla banda larga alla meccatronica, dalla green economy e all’hi-tech, ma non bisogna dimenticare anche i beni immateriali come il benessere lavorativo”.

La Regione Lombardia – conclude Maramotti- ha istituito una direzione regionale denominata ‘Famiglia-conciliazione-integrazione sociale–solidarietà’ e vuol puntare ancora più di quanto ha fatto nel passato su questo tema. La legge, che ha trasformato in opportunità di finanziamento e in principi giuridici la conciliazione e la pianificazione temporale, è la legge 53 del 2000 e porta il nome di Livia Turco, nasce dalla tradizione culturale del centrosinistra. Mi aspetto che risorse intellettuali ed economiche davvero significative vengano destinate anche dalla Regione Emilia Romagna, per consentire azioni concrete su questi temi, nonostante l’attuale congiuntura nella quale sembra incongruo parlare di conciliazione dei tempi di lavoro, quando a molti il lavoro è venuto a mancare. A Reggio come Amministrazione siamo sul pezzo”.