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Scuola Modena: l’anno prossimo 212 docenti in meno


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Un taglio di 212 docenti a fronte del previsto aumento di circa un migliaio di iscritti nelle scuole modenesi di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle superiori, per l’anno scolastico 2010/2011. Parte da questo dato il documento della Conferenza provinciale di coordinamento per l’istruzione con il quale la Provincia e i Comuni modenesi esprimono «una forte preoccupazione per l’avvio del prossimo anno scolastico in merito all’assegnazione delle dotazioni del personale docente e non docente».

Secondo i dati forniti dall’Ufficio scolastico regionale, a Modena verranno a mancare 128 docenti dell’organico di diritto alle superiori, 47 alle medie, 38 alle elementari colpendo anche la formazione degli adulti. Le scuole d’infanzia si vedranno invece assegnare un docente in più (a consolidamento dell’organico di fatto di quest’anno) ma, come sottolinea Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione, «temiamo che, come già lo scorso anno, il ministero non darà risposta alle richieste di otto nuove sezioni della scuola d’infanzia a Carpi, Vignola, Mirandola, Medolla, San Felice, San Cesario, Castelfranco e Pavullo, dove, tra l’altro, i Comuni hanno, con un grande sforzo, adempiuto ai loro compiti mettendo a disposizione i locali necessari per rispondere alle richieste delle famiglie».

Il documento sottolinea come la formazione di classi con una media di alunni superiore a 25 nella scuola primaria e secondaria crei difficoltà di gestione sia dal punto di vista della didattica che per la qualità degli spazi, segnalando inoltre come l’aumento del numero di alunni con handicap, di per sé positivo in quanto indice di integrazione e accoglienza, e il contemporaneo calo delle compresenze rendano difficile gestire situazioni problematiche anche se non di vera disabilità.

Provincia e Comuni sollecitano inoltre lo Stato a intervenire sbloccando i fondi per l’edilizia scolastica già previsti per il 2009, ancora più necessari vista la prevista crescita del numero di studenti per classe dovuta, appunto, alla riduzione dei docenti. Il documento auspica infine un intervento coordinato tra il ministero dell’Istruzione e la Regione per sostenere il diritto di tutti all’assolvimento dell’obbligo di istruzione che, per i soggetti più deboli, solitamente si compie negli istituti professionali.