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Confapi pmi Modena: Massimo Fogliani su Unicredit

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Al convegno tenutosi nei giorni scorsi su iniziativa della Camera di Commercio sul tema “Modena, l’Italia, il Mondo”, ha preso la parola, tra gli altri, il direttore generale di Unicredit, Rodolfo Ortolani.

Ortolani ha dichiarato che Unicredit continuerà ad avere attenzione alla nostra città e che a Modena verrà creata, così riporta la stampa cittadina, “una struttura che di fatto governerà sull’intera Emilia-Romagna (…) perché siamo consapevoli dell’importanza del territorio”.

Sulla stampa modenese commentando questo annuncio, ha scritto che potrebbe “mettere la parola fine alle polemiche nate dopo la scelta della Fondazione Crmo di vendere le azioni Unicredit, decisione che ha causato le dimissioni dell’ad di Carimonte Holding, Dino Piacentini, preoccupato che la manovra potesse allontanare l’istituto bancario dalla città”.

“Nessuno ha mai neppure pensato – ha commentato Massimo Fogliani, direttore di Confapi – che Unicredit volesse ridurre la propria presenza in un territorio che, come ha riconosciuto Ortolani, è ricco e forte: gli istituti di credito guardano alle piazze come Modena con estremo interesse e per ragioni più che ovvie”.

“La nostra preoccupazione – ha sottolineato Fogliani – era ed è altra. Dato per assodato che Unicredit resterà a Modena e, anzi, come peraltro già noto da diverso tempo, ha intenzione di rafforzare la propria presenza a conferma del ruolo tanto importante che intende mantenere nella nostra città, pensiamo che non meno importanti risulteranno le scelte riguardanti il management che sarà chiamato a gestire questa struttura. E in questo senso siamo certi che la Fondazione di Modena saprà esercitare tutto il peso del proprio ruolo”.

All’iniziativa della Camera di Commercio, il presidente Maurizio Torreggiani ha anche messo l’accento sulla necessità per le imprese di internazionalizzarsi, in particolare guardando verso i mercati dell’Est. “Concordiamo con Torreggiani – ha concluso Fogliani – ma chi sosterrà gli investimenti delle imprese che vogliono avere una proiezione internazionale se non quegli stessi istituti di credito nei quali abbiamo scelto di contare meno? La logica vorrebbe che si agisse in modo del tutto opposto”.