Cala del 6,2% la produzione lorda vendibile in Emilia Romagna di prodotti agricoli rispetto al 2008, una riduzione netta ma minore di quanto avviene a livello nazionale dove si registra un -9%. Crescono, invece, i mercati del contadino e le varie forme di vendita diretta. Sono alcuni degli elementi che emergono dal Rapporto agroalimentare 2009, promosso dalla Regione Emilia Romagna e da Unioncamere, presentato oggi a Bologna.
In particolare, le varie forme di vendita diretta da parte delle aziende agricole sono cresciute del 20,6% rispetto al 2007, mentre i farmer’s market nel 2009 in Emilia Romagna erano 94.
”Ora occorre recuperare la redditivita’ delle imprese agricole – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – e per questo la Regione si sta muovendo in tre direzioni: ridurre i costi della burocrazia, promuovere un’agricoltura piu’ contrattualizzata che faccia cioe’ accordi a monte con la grande distribuzione e l’industria alimentare, ma anche diffondere gli impianti agroenergetici che possono diventare, oltre che un beneficio per l’ambiente, un’importante integrazione dei bilanci aziendali”.
”I primi mesi del 2010 – ha aggiunto Rabboni – ci dicono peraltro che l’agroalimentare sta trainando la ripresina, grazie in particolare all’export di parmigiano, prosciutto e biologico. Sono certo che le produzioni emiliano romagnole con la loro distintivita’ saranno tra le prime a beneficiare di una ripresa dei consumi”.
Di ”estrema gravità” ha parlato il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo de Castro, che ha sottolineato l’assenza di adeguati interventi a livello nazionale.
”Mi auguro – ha detto – che anche in Italia cosi’ come ad esempio in Francia ci sia una presa di coscienza delle forti difficolta’ che sta attraversando il settore”.
Quanto alla nuova Pac, cioe’ alle nuove regole che dovranno indirizzare l’agricoltura europea a partire dal 2013, De Castro ha detto: ”ci stiamo battendo per mantenere una robusta dotazione finanziaria, con l’obiettivo di garantire l’occupazione e la competitivita’ delle imprese”, ma anche per un’agricoltura che nell’interesse di tutti i cittadini faccia di piu’ sul fronte dell’ambiente e della sicurezza alimentare”.
Il crollo dei prezzi ha avuto conseguenze dirette sui redditi delle aziende agricole, che nel 2009 sono calati del 24%: una riduzione importante che se protratta rischia di avere effetti pesanti sull’esistenza stessa di numerose realta’ produttive costrette da troppo tempo a produrre sottocosto.
“In questo quadro complesso – ha detto il presidente di Unioncamere regionale, Andrea Zanlari – caratterizzato da una forte interdipendenza e dalla crescente esposizione alla concorrenza internazionale, e’ ineludibile attrezzare il nostro sistema agricolo e agro-alimentare alla competizione mondiale, puntando sull’innovazione, migliorando le attivita’ di servizio, rafforzando il coordinamento della promozione verso i mercati esteri, in particolare dei prodotti di qualità”.