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Domani a Modena seminario su esposizione professionale a silice


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Molti addetti del settore edile corrono il rischio di essere esposti a polvere di silice cristallina, che può causare malattie a carico del polmone. Dell’esposizione professionale a silice in edilizia si parla domani – martedì 25 maggio – in un seminario promosso dalla Scuola Edile di Modena.L’iniziativa, organizzata in collaborazione con i Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spsal) dell’Ausl di Modena, si svolge alle 14,30 nell’aula magna della Scuola Edile (via dei Tipografi 24).

«Il seminario è rivolto principalmente ai tecnici, consulenti, datori di lavoro delle aziende del settore con l’obiettivo – spiega il direttore della Scuola Edile di Modena, Alessandro Dondi – di fornire indicazioni per l’individuazione e la riduzione del rischio, oltre a informazioni utili per aumentare la qualità degli accertamenti sanitari da parte del medico competente al fine di evidenziare eventuali segni di alterazioni precoci e, possibilmente, reversibili delle patologie legate a questa esposizione professionale».

Ricordiamo che la silice cristallina libera è presente in mattoni, in prodotti simili fatti di cemento, nella pietra, nella roccia e in altre sostanza abrasive. In alcune mansioni si rilevano ancora oggi condizioni di elevate esposizioni a polveri che possono contenere al loro interno quantità variabili di silice; le operazioni a maggior rischio sono rappresentate da scavi (le condizioni peggiori si ritrovano in galleria), lavorazioni stradali in genere, tutte le operazioni di taglio e abrasione a secco, le ristrutturazioni di edifici esistenti. La silice (silice libera cristallina) può dare luogo, a volte anche a distanza di molti anni dall’inizio dell’esposizione, a malattie a carico del polmone (dalla silicosi, malattia professionale conosciuta da lungo tempo, ad altre patologie comunque invalidanti come le bronchiti croniche e l’enfisema) e di altri organi e apparati. È stato descritto un aumento di rischio relativo a malattie renali (per lo più su base autoimmune) a altre malattie autoimmuni (LES, artrite reumatoide, sclerodermia).