Sono celibi, prevalentemente maschi, rimangono in famiglia sempre piu’ spesso per problemi economici, ma uno su cinque non lavora e non studia. E’ l’esercito di sette milioni di “bamboccioni”, i giovani tra i 18 e i 34 anni che vivono ancora insieme ai genitori, fotografato dal rapporto Istat 2009. Gli studendi sono un terzo dei giovani che vivono in famiglia, gli occupati il 42,5%. Ma e’ in crescita un fenomeno allarmante: nel 2009, segnala l’Istat, poco piu’ di due milioni di giovani, ossia il 21,2 per cento degli under 29, risulta fuori dal circuito formazione-lavoro: in pratica non studia e non lavora. Un dato che e’ poco meno del doppio rispetto alla media dei paesi Ocse.
E’ il fenomeno chiamato ‘Neet’, ossia ‘Not in education, employment or training’, che si arricchisce di anno in anno con la progressiva uscita dei giovani dal mercato del lavoro. Tra il 2008 e il 2009 i giovani tra i 20 e i 24 anni classificabili come ‘Neet’ sono aumentati del 13 per cento, e nel sud sono il 30,3% (contro il 14,5% del nord). E sono sempre piu’ scoraggiati: l’incremento dei giovani ‘Neet’ in condizione di inattivita’ per la rinuncia alla ricerca attiva di un lavoro e’ sensibile nel 2009.
La difficolta’ di trovare un’occupazione tiene 436.000 giovani, gia’ fuori dei canali di istruzione e formazione, lontano dal mercato del lavoro, almeno quello regolare. In generale, tra i giovani “bamboccioni” prevalgono i ragazzi: tra i 30 e i 34 anni piu’ di un terzo dei celibi non “spicca il volo”, contro un quinto delle nubili. Italia divisa: al sud i giovani sotto i 34 anni che vivono in casa sono i due terzi del totale, contro la meta’ del nord-est. In ogni caso l’Istat segnala il disagio crescente dei giovani condannati a una lunga permanenza in casa: i 18-34enni non considerano piu’ la propria permanenza in famiglia come una comoda attesa del lavoro resa piu’ semplice da spazi di autonomia, ma come una rinuncia a causa delle scarse risorse economiche. Non a caso i giovani che rivendicano come una scelta lo stare in famiglia scendono di dieci punti percentuali tra le femmine e di nove tra i maschi e si fermano attorno al 35 per cento. Per tutti gli altri, e’ solo una dolorosa necessita’.