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Il PSI in merito alla manovra economica e alle decisioni prese dal Governo


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Premesso che – a differenza di quanti gridano esclusivamente il loro dissenso – la manovra economica imposta agli Stati Membri dalla Comunità Europea per riportare il deficit al di sotto dei parametri di Maastricht è purtroppo da condividere nel “titolo”, molto invece c’è invece da discutere nel “merito” delle decisioni prese dal Governo Italiano e dal suo Ministro Tremonti: l’impianto è chiaramente contraddittorio e molto ci sarà da lavorare – e ci auguriamo che questo accada in sede di discussione parlamentare – per rendere la manovra più equa e più solidale.

Intanto, a proposito di come questo Governo affronta la crisi economica e di quanto sia diabolica la capacità del Presidente Berlusconi di nascondere la verità – è interessante fare i conti su quanto la collettività ha pagato in questi ultimi due anni. Il conto è presto fatto: con le due manovre precedenti (Finanziaria 2010 di 9 miliardi di euro e Decreto “Milleproroghe” di altri 9 miliardi di euro) arriviamo a 18 miliardi. Con l’ulteriore manovra proposta in questi giorni di 24,9 miliardi di euro siamo a 42,9 miliardi di euro. E meno male che “tutto andava bene, madama la marchesa” !

Sul piano poi meramente politico la manovra è diretta contro gli Enti Locali ( Regioni, Province e Comuni) in barba al tanto decantato federalismo fiscale di cui il Centrodestra e la Lega si sciacquano la bocca: circa il 50 % della manovra riguarda le realtà di governo locale.

I tagli di risorse agli EE.LL., lo sanno tutti, amministratori di destra e di sinistra, incideranno sulla quantità e qualità dei servizi alla collettività e quindi per mantenerli o comunque garantire un minimo di continuità si dovrà aumentare la pressione fiscale locale….e quindi le mani nelle “tasche degli italiani” le dovranno mettere gli amministratori locali … su mandato e per conto di Tremonti e Berlusconi.

La manovra sul blocco degli stipendi e salari dei lavoratori dello Stato è il classico “ bancomat “ per fare “cassa” ma ha chiaramente una valenza “recessiva” quando invece avremmo bisogno di rilanciare i consumi per dare ossigeno alla nostra economia e alle attività produttive.

Alcuni aspetti positivi sono rilevabili nella parte “fiscale” laddove si prevede di coinvolgere i Comuni nella fase di accertamento dell’evasione fiscale (oggi di esclusiva competenza dell’Agenzia delle Entrate) attraverso la riproposizione dei Consigli Tributari, già previsti con la riforma del 1973.

Sempre nella parte fiscale va assolutamente rigettato il “surrettizio” intervento nel settore della “riscossione“, la vera parte dolente del sistema tributario attraverso la “strana“ gestione di “Equitalia S.p.A” che tanti “lutti“ sta dando agli italiani.

Interessanti invece gli attesi benefici fiscali riservati alle “reti di imprese“, emanazione riveduta dei “Distretti Industriali” quali libere associazione di imprese, mai decollati.

Tante volte come socialisti, soprattutto nel territorio sassuolese e del distretto ceramico, siamo tornati sulla questione, purtroppo senza risultato. Poi stranamente, qualcuno si lamenta che le Banche non rispondono…. Provate a pensare a quale forza contrattuale viene data ai Distretti Industriali, oggi reti di imprese, nel rapporto con gli Istituti di Credito.

Altri importanti passaggi sono rinvenibili nella parte fiscale, dove è stata ripristinata la “tracciabilità” dei pagamenti, la revisione tecnica degli accertamenti sintetici quale metodologia di un fisco moderno, in alternativa agli studi di settore che – data la situazione economica – non hanno più senso, la chiarezza nella documentazione dei “prezzi di trasferimento“ come da direttive dell’OCSE (rapporti economici con paesi a fiscalità privilegiata) ed infine, il contrasto alle frodi in materia di operazioni intracomunitarie.

A nostro avviso la manovra andava accompagnata dalla delega alla riforma fiscale ed alla riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate, oggi ente in preda ad una confusione dovuta alla recente riorganizzazione a struttura provinciale, con lo strano silenzio degli addetti ai lavori.

Per finire una proposta un po’ provocatoria e sicuramente controcorrente ma che, siamo certi, ha comunque un senso in questa situazione così ingarbugliata e “paludosa” dove le posizioni ideologiche e demagogiche la fanno troppo spesso da padrone: preso atto che questo governo ha voluto pervicacemente fare cassa con lo scudo fiscale; preso atto altresì che, anche se oggi lo negano, la tentazione di un nuovo condono edilizio accanto alla regolarizzazione delle cosiddette case “fantasma” mai accatastate è forte; è così scandaloso pensare ad un condono fiscale tombale che sani tutti i contenziosi frutto della farraginosità di un sistema che drena reddito ai lavoratori dipendenti e ai piccoli imprenditori attraverso gli studi di settore, accompagnandolo magari con un condono dei contributi previdenziali e con la pulizia delle cartelle “pazze“ e “semipazze”.

Ovviamente il gettito di tutte queste iniziative che avrebbero il pregio di sanare una situazione assolutamente ingovernabile dovrebbe andare a compensare i drammatici tagli decisi da questo Governo agli Enti Locali e a ristorare i sacrifici richiesti ai dipendenti statali.

(La Segreteria Provinciale e Commissione Economica Partito Socialista di Modena)