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Reggio Emilia, città d’asilo


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Nell’ambito di “Reggio Emilia, città d’asilo”, ciclo di incontri promossi dal Comune di Reggio Emilia in occasione della giornata annuale delle Nazioni unite sul tema della protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati, oggi, lunedì 28 giugno, nella Biblioteca delle arti (piazza della Vittoria 5) dalle ore 9.30 si tiene un incontro di presentazione del progetto “Sprar – Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati” con esperti e operatori del settore.

Interverranno Franco Corradini, assessore alla Coesione e sicurezza sociale Comune di Reggio, che parlerà di “Reggio Emilia, città d’asilo”; Andrea Del Testa di Amnesty International con “Dalla persecuzione alla speranza. Lungo gli itinerari dei richiedenti asilo”; Michele Patroni Griffi del servizio centrale Sprar che discuterà dell’ “Accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia”; Ilaria Nasciuti della Dimora d’Abramo, coordinatrice progetto Sprar Reggio Emilia, che proporrà un intervento su “Il progetto Sprar di Reggio Emilia ad un anno dall’apertura”. Seguirà la testimonianza di un rifugiato ospite del progetto Sprar di Reggio Emilia; l’intervento di Valerio Corghi della Caritas diocesana su “L’incontro al Centro d’ascolto Caritas” e di Alessandro Fiorini del Coordinamento regionale Emilia-Romagna Terra d’asilo che parlerà di “Dove va il diritto d’asilo? Presenze e prospettive in Emilia-Romagna”.

Il progetto Sprar del Comune di Reggio Emilia, gestito dalla cooperativa sociale Dimora d’Abramo, si rivolge a un massimo di 15 persone adulte, inserite nel percorso di asilo in Italia, di cui fino a 11 persone richiedenti protezione internazionale e fino a 4 che hanno già ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato o la protezione sussidiaria. Offre un servizio di accoglienza in due appartamenti e nella struttura residenziale Casa albergo comunale dove gli ospiti possono rimane per un periodo massimo di sei mesi. Durante questo periodo i rifugiati e richiedenti asilo, a cui viene assicurato un contributo economico per vitto e generi di prima necessità e la possibilità di accedere al magazzino alimentare della Caritas Diocesana, compiono un percorso di inserimento sul territorio che prevede l’apprendimento della lingua italiana, la frequenza di corsi di formazione professionale, l’inserimento lavorativo e la partecipazione ad attività che favoriscano l’inclusione sociale.

Il servizio fornisce assistenza giuridica e psicologica procurando informazioni sulla normativa in materia d’asilo, aiutando nello svolgere le pratiche amministrative necessarie (questura, prefettura, iscrizione anagrafica, richiesta del codice fiscale, iscrizione al servizio sanitario nazionale) e, nel caso di richiedenti protezione internazionale, anche il supporto nella preparazione della memoria e del colloquio che dovranno sostenere per il riconoscimento dello status presso la Commissione territoriale di Torino.

Obiettivo primario è rendere accessibili e fruibili i servizi sanitari, rimuovendo gli ostacoli di natura burocratica, amministrativa, sociale, linguistica e culturale che possono costituire fattori di rischio per il beneficiario e per tutta la comunità locale. Si provvede inoltre ad attivare un percorso di supporto psicologico laddove se ne veda la necessità. Per questo al progetto lavora un’equipe multidisciplinare composta da un coordinatore, un operatore di accoglienza, un operatore legale e uno psicologo.

Al Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (istituito dalla legge n. 189/2002) possono accedere gli Enti locali che prestano servizi finalizzati all’accoglienza dei richiedenti asilo e alla tutela dei rifugiati e degli stranieri destinatari di altre forme di protezione umanitaria. Per razionalizzare e ottimizzare il Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati e di facilitare il coordinamento a livello nazionale dei servizi di accoglienza territoriali è stato attivato il Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli Enti locali che prestano servizi d’accoglienza. Il Servizio, attivato dal ministero dell’Interno, è affidato all’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci).