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Sassuolo: ieri sera Consiglio comunale aperto sulla crisi


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Ieri sera in piazza Garibaldi si è tenuto il Consiglio comunale aperto con un solo punto all’ordine del giorno: la crisi economica. Nella prima parte, dopo l’introduzione del sindaco Caselli e dell’assessore alle attività produttive e alla ceramica Casolari, sono stati ascoltati i rappresentanti delle associazioni industriali della ceramica, Confindustria Ceramica, Acimac, Ceramicolor e Cerarte.

“Questo Consiglio comunale – ha detto il sindaco Luca Caselli – segna l’avvio di un cammino. Ricordiamo tutti il consiglio di inizio anno, quando un rappresentante degli imprenditori parlò di era glaciale. Ci siamo arrivati. Spesso ci chiedono cosa possono fare le amministrazioni. Pur ricordando che non tutto compete a noi direttamente, il Comune di Sassuolo ha stanziato nel 2009 1 milione e 361mila euro e nel 2010 1 milione e 820mila euro per le politiche sociali. Cifre importanti, perché per affrontare i momenti difficili ci vuole coesione sociale e quindi sostegno a coloro che fanno più fatica.

Ma stasera oltre all’aiuto ai cittadini uno dei temi portanti sarà il sostegno alle imprese, che deve tradursi non solo nell’aspetto economico ma anche in un concreto supporto alla loro attività sul territorio. Anche nel settore delle imprese l’amministrazione è attiva e presente. Abbiamo da poco verificato l’andamento della situazione alla Marazzi, accordo sul quale ci eravamo impegnati direttamente, e siamo soddisfatti nel vedere che le misure decise insieme stanno funzionando.

Sono d’accordo con chi dice che il peggio è passato, ma ritengo anche che il prossimo anno sarà più o meno come questo e che quindi c’è necessità di rimboccarsi le maniche, ancora di più e tutti quanti.

Leggo da più parti di una necessaria differenziazione dell’economia sassolese. Sono d’accordo, ma non credo che Sassuolo possa in futuro vivere, per esempio, di turismo. Deve continuare a vivere di ceramica, pur ampliando il suo raggio di azione. Anche sulla ricerca e sulla formazione che da più parti vengono citate come fondamentali, sono d’accordo. Dobbiamo potenziarle e trovare ricette concrete, non solo parlarne. Chiedo a questo consiglio, almeno su questo tema, di ammorbidire lo scontro politico. La differenza di opinioni ci sta, tutti abbiamo le nostre ricette e le riteniamo quelle giuste, ma il tema è fondamentale al di là degli schieramenti. Ascolterò tutti, anche i partiti non rappresentati in consiglio e che quindi non possono parlare in questa sede ma che aspetto nei prossimi giorni. Da questa piazza vorrei un impegno come città a rimboccarci tutti le maniche. Non ho dubbi che Sassuolo ce la farà, ma ha bisogno dell’impegno collettivo per recuperare le sue certezze, prima fra tutte quella del lavoro, che a Sassuolo c’è sempre stata”.

“Qualche tempo fa in consiglio – ha spiegato invece Claudio Casolari – un’amica che è anche consigliere di opposizione, Carla Ghirardini, mi mosse una critica chiedendomi dei dati. Una richiesta abbastanza consueta, ma che ha colpito nel segno. I dati ce li abbiamo, ma ho ritenuto giusto e doveroso disgregarli e portarli alla dimensione locale. Ho lavorato per questo, per restituire l’esatta situazione della nostra città e della nostra zona. Con la Commissione bilancio abbiamo concordato un percorso, di cui questa è una prima tappa”.

Il primo degli esperti chiamati a intervenire è stato Cristiano Canotti, consulente aziendale, non in rappresentanza di un’associazione ma per fornire un quadro complessivo e alcuni spunti di riflessione.

“Sassuolo va vista come sistema – ha spiegato – come è stata vista in passato da grandi economisti. Non è la prima crisi che affronta Sassuolo. Nel 1985 ce ne fu una di grande portata, ma il deficit era tecnologico e venne recuperato. Con la svalutazione della lira e poi con la legge Tremonti sull’innovazione Sassuolo ripartì per una vera e propria cavalcata. Il Pil della nostra zona è sempre stato molto più alto di quello del paese Italia. In situazioni differenti le carenze del nostro sistema paese non ci infastidivano. Oggi invece sì.

Il distretto sassolese: ce ne sono tanti di comprensori produttivi di modello simile, coesi, basati su un sistema famigliare, a filiera verticale. Sassuolo però è un sistema complesso: è policentrico, senza una singola azienda dominante, canonico (perché si basa su regole di fatto anche se non scritte), gerarchico perché comunque a vincere sono i più forti. Il sistema Sassuolo è in grado di selezionare in ogni momento le competenze sufficienti a fondare con successo qualunque tipo di impresa. Il sistema Sassuolo però è anche fatto di codici, reti che proteggono ma a volte avviluppano. In una rete sociale come la nostra c’è più etica, ci si capisce al volo, ci si conosce tutti. Ma sono passati gli anni, le aziende sono cresciute e cambiate, c’è stata una selezione naturale. Oggi il sistema è in divenire, è più eterogeneo e non può guardarsi indietro per capire come affrontare il cambiamento: è troppo giovane, la sua storia la sta facendo qui ed ora. Le imprese hanno fatto concentrazione industriale, sono tornate in parte al passato, inglobando nuovamente pezzi di produzione che avevano scorporato con la creazione di nuove, piccole aziende.

Situazione economica: nel 2001 eravamo a 640 milioni di metri quadrati che si vendevano a meno di 20mila lire al mq. (pezzi speciali compresi). Oggi siamo a 400 milioni di metri circa. Mancano, è evidente, almeno 200 milioni di metri, e almeno 500 milioni di euro. Manca reddito per 10mila persone nell’ambito della produzione ceramica, che non è solo a Sassuolo ma in maggior parte sì.

L’80% dei ricavi è in mano a una decina di grandi aziende. Le piccole vanno per forza a rimorchio di chi ha assunto posizione dominante. I livelli di export sono arretrati di 20 anni mentre il resto del mondo li ha quadruplicati.

Sassuolo, primato o declino? Il primato è derivato dal saper sfruttare al meglio le risorse che Sassuolo aveva. Ma è successo 20 anni fa. Ora si cambia, quel sistema paese che non influenzava il risultato adesso è una zavorra.

Il declino è una minaccia concreta, perché è lento e poco visibile. La ricchezza ancora presente attenua il senso dell’urgenza, da fuori è possibile vedere meglio la situazione che peggiora.

Di certo è finito il tempo della frammentazione. Non è più possibile fare i “qualcosisti” in proprio, mettere su un’impresa di qualcosa perché tanto a Sassuolo funziona. Le aziende che muoiono sono le più giovani, quelle che non hanno storia e scopo. Bisogna passare all’aggregazione. Sassuolo, sistema perfetto, ha fatto muro all’esterno, non si è contaminata e ora subisce e affronta con difficoltà la globalizzazione.

C’è un concreto problema occupazionale, perché i numeri calano e le persone che non avranno più posto in fabbrica che faranno? Il terziario non sta creando vera occupazione. Ci sarà una selezione naturale accelerata su un consolidamento industriale modificato”.

Emilio Mussini, vicepresidente di Confindustria Ceramica, ha esordito con alcuni dati complessivi: “Il 2009 è l’anno peggiore della nostra storia. Ha segnato un calo delle vendite del 19 per cento. Flessioni mai viste prima, non prevedibili. L’industria è stata costretta a riposizionarsi su questi numeri. Il peso investito su magazzino e crediti era alto, quindi è stato necessario ridurre l’attività produttiva, in misura superiore rispetto al calo di vendite, calando del 28% la produzione e riducendo così il magazzino del 15%. Il settore ceramico ha perso il 6,14% di dipendenti, arrivando a 16.929 addetti. Sono comunque più di quelli che l’attuale produzione richiede, l’industria ceramica ha preferito mantenere un esubero nella fiducia di un recupero di volumi. Ci sono 10.600 unità interessate da ammortizzatori sociali. Sono cresciuti i prezzi medi, in misura modesta, ma segno importante della volontà di portare sul mercato prodotti unici, in grado di vincere la gara sul valore aggiunto e non sul prezzo.

La prospettiva della ceramica non è il declino. Non si spiegherebbe la volontà di esserci ancora né quella di investire comunque il 5% dei fatturati. Abbiamo anche portato aziende nei paesi lontani interessati alla ceramica, con investimenti elevati per stabilimenti sul posto. Queste sedi decentrate hanno sentito la crisi mondiale ma in misura minore, calando del 10 per cento circa. La scelta di delocalizzare, senza scappare, si è rivelata quindi fondamentale per lo stesso comprensorio. Senza questo risultato saremmo ancora più vulnerabili.

Per quanto riguarda il 2010 le proiezioni sono di stabilità rispetto al 2009. L’export è cresciuto. In parziale contraddizione con chi sostiene che la piastrella non si può vendere lontano, è cresciuto maggiormente in Usa e in Asia. I paesi europei al momento non contribuiscono a risollevarci e per fortuna abbiamo mantenuto posizioni distributive in paesi che per primi stanno intercettando la ripresa. Il distretto non è in declino. Ci sono difficoltà, qualcuno cadrà, ma non si chiude bottega. Eravamo primi e unici, ora dobbiamo confrontarci con altri, ma questo non vuol dire che non si possa ancora vincere la partita con la nostra storia, il nostro prodotto, il nostro servizio.

Per farcela chiediamo un supporto alle istituzioni. Non chiediamo e non abbiamo mai chiesto elemosina ma un sistema produttivo strutturato sull’alta qualità ha bisogno di una piattaforma logistica adeguata per esempio, per divulgare al meglio la sua qualità. La nostra piattaforma logistica ha bisogno di essere completata, con la bretella, lo scalo di Marzaglia. Chi oggi dice che si tratta di strutture che non servono più si è probabilmente arreso, non crede più”.

Paolo Gambuli, direttore generale di Acimac, associazione dei produttori di macchine per ceramica, ha portato l’esperienza di un 2009 ancora peggiore, con un calo del 33%. “Si sono persi circa 600 milioni di euro – ha spiegato – ed è una situazione che nessuna impresa è in grado di affrontare quando capita. E’ accaduto sia sul mercato interno che esterno. Abbiamo importato crisi, proprio a causa della nostra dimensione planetaria, con la sola eccezione dell’est asiatico che è cresciuto. In generale però per un anno il mondo si è fermato in attesa degli eventi, non ha più investito, tagliando per prima cosa i beni industriali. Dopo un periodo di sostanziale stabilità, fra il 2008 e il 2009 abbiamo anche perso il 20% di occupazione. Adesso nel 2010 possiamo prevedere stabilità e primi segnali di ripresa, ma bisognerà vedere quante aziende sopravviveranno alla gelata. Le più piccole, coi clienti da servire oggi più distanti, non sempre ce la faranno.

L’Europa non aiuta la ripresa. Nel nostro contente non si costruiscono più case, chi ne subisce di più le conseguenze sono Italia e Spagna, produttori storici. Realizzavamo circa 1 miliardo e 200 milioni di mq. In un anno è come se uno dei due paesi fosse praticamente scomparso.

E’ difficile reagire e si rischia che una quota di piccole imprese altamente innovative vada perduta. Hanno utilizzato ammortizzatori sociali il 40% delle nostre imprese, nel 2010 dovrebbe essere il 30%, segnale positivo. Rileviamo cali nel numero di aziende sopra i 10 milioni di fatturato, quelle di livello medio, mentre resta costante il numero delle piccole. Lo scenario sembra insomma quello di alcuni leader con tanti piccoli fornitori e a mio parere sarebbe grave, perché nelle imprese “middle class” si racchiude molta ricchezza tecnologica e innovativa.

Dobbiamo anche dire che questa crisi non è stata un fulmine a ciel sereno. Era visibile 20 anni fa, molto ben visibile 10 anni fa, in presenza di un enorme e continuo trasferimento di risorse economiche verso oriente. Aggiungiamoci il fattore demografico ed è chiaro che mentre il resto del mondo sta crescendo, il nostro non lo fa. C’è stato un grave errore di valutazione, un peccato di provincialismo. Nel mondo la quota di piastrelle di alta qualità è del 4%. Permette di aggredire ancora nicchie di mercato, ma manca la visione sui macro-numeri. Chiediamoci se c’è ancora del mercato per i nostri produttori,. Dai nostri conti prudenziali, anche escludendo del tutto la Cina, sì, c’è un miliardo di euro di crescita possibile. Adesso dobbiamo andarli a prendere, con un prodotto di qualità, ma anche tagliato su misura per gli acquirenti, che in certi paesi sono orientati a processi produttivi molto semplici.

Va anche compreso che altrove è molto più semplice fare e gestire impresa. Noi possiamo fare manifattura solo a un certo livello, ma se non ci liberiamo di certe pastoie non riusciremo a farla di nessun genere. Abbiamo ancora un grande potenziale, ma va liberato”.

Daniele Bandiera, vicepresidente di Ceramicolor, associazione che riunisce i colorifici ceramici, si è associato ai drammatici numeri del calo: meno 30% anche per questo settore nel 2009. “Le principali problematiche riguardano il nodo scottante dei concordati preventivi, in grande aumento. Non sono una sfida per ripartire in futuro ma un segno di declino. I metri quadri di una volta non ritorneranno, ci vuole selezione, aggregazione o altro, non un’operazione di riduzione dei debiti. Tenere in piedi aziende senza possibilità per salvare i posti di lavoro, è impopolare dirlo, ma non serve.

Da sottolineare per il nostro settore l’importanza di alcune regole che vengono introdotte in questo ultimo periodo, a proposito dell’etichettatura e tracciabilità dei prodotti. Utili soprattutto per combattere la concorrenza spesso alterata di paesi stranieri che non si attengono a regole altrettanto rigide e adesso dovranno farlo.

Ricordo anche che il 2011 sarà l’anno della chimica e che questo dovrà indurci a spingere ancora di più verso una ricerca innovativa e legata ai temi ambientali, verso una maggiore apertura delle nostre aziende.

Più in generale, vediamo il distretto in una fase di profondo cambiamento. Il passato non tornerà, imprenditori e forze sociali devono lavorare uniti su questo cambiamento, ricordando che comunque il distretto sassolese ha una serie di concomitanze che nessun altro possiede. Riusciamo ancora a essere incubatori di idee. Facciamo ancora innovazione seriamente, dobbiamo insistere nel fare sistema.

Valler Govoni, presidente del consorzio Cerarte che riunisce i produttori di terzo fuoco e decorazione ceramica, denunciando a sua volta il fortissimo calo subito dal settore, ha indicato nella frammentazione degli ordini uno degli aspetti che mettono in ginocchio questo tipo di imprese. “E’ probabile – ha detto – che ci vogliano aggregazioni per non disperdere un patrimonio tecnico e un fattore umano che tutti ci invidiano. E’ una scelta non facile in un ambiente in cui gli imprenditori si sono sempre sentiti padroni a casa loro. Il terzo fuoco ha perso circa 1000 unità di mano d’opera, 350 per fallimenti aziendali, 650 per necessarie riduzioni di personale. Ci sono aziende in cassa integrazione con scarse possibilità di riapertura che potrebbero aggravare questo bilancio. In due anni si è perso quasi il 40% del fatturato, il calo si è arrestato nei primi mesi del 2010 e si segnala qualche punto di recupero. Anche le nostre piccole imprese sono fortemente colpite dalla pratica del concordato preventivo (richieste aumentate del 63%) come del resto dai ritardi di pagamento e dalle difficoltà con il credito. I più deboli, i fornitori, pagano maggiormente la crisi. E’ un fatto grave per un comprensorio che ha basato la sua fortuna sul decentramento produttivo. Tanto più che ritengo davvero riduttivo liquidare un settore come il nostro come lavoro conto-terzi. In realtà siamo partner primari delle imprese, con cui lavoriamo fianco a fianco a monte, nella ricerca progettuale ed estetica. Vorremmo più partnership con le aziende che serviamo, un contatto più diretto, magari un pass di accesso al magazzino per integrare i rifornimenti necessari concordati con l’impresa invece di sottostare a ordini frammentari dell’ultimo momento, che in una fase come questa ci mettono in ginocchio. Chiediamo a tutti gli attori di questo comprensorio industriale di lavorare insieme, uniti, con etica e professionalità”.

Carlo Valentini di Confesercenti ha presentato il sunto dei dati complessivi di un settore, quello del Commercio che ha fatto sì registrare un calo complessivo medio del 6%, ma che ha visto anche alcuni settori in controtendenza come quello dell’alimentare ma che nell’insieme non possono che riflettere il forte calo dei consumi tuttora in atto.

Sulla ricerca e sulla capacità tecnica e progettuale dobbiamo continuare a puntare. Non possiamo rinunciare alla formazione, non possiamo rinunciare all’innovazione che anche nel settore commerciale può e deve rappresentare – ha detto Valentini – la chiave di volta per un rilancio complessivo del settore.

Altro punto di rilievo, secondo Valentini, la creazione effettiva di una rete sistemica e non lasciata alla buona volontà dei singoli comuni, di valorizzazione Turistica dei comuni che compongono il territorio, affinché l’offerta turistica possa risultare quale effettiva risorsa per un miglioramento dei flussi turistici nei centri urbani e nei luoghi ulteriormente valorizzabili.

Marco Casolari, della Ascom Confcommercio ha sua volta analizzato lo stato di un Distretto, quale quello del comprensorio ceramico che mostra purtroppo segnali

Una crisi molto differenziata, anche per quanto riguarda il settore delle piccole e medie imprese del Commercio che necessita di uno sforzo eccezionale per rispondere ad una crisi appunto di dimensioni eccezionali..

Tra questi, una richiesta fondamentale e di lungo corso: una politica per i servizi – cioè un sistema di regole, di strumenti e di ragionevoli risorse – che supporti, anche in questo fondamentale comparto, i processi di rafforzamento della produttività. Mettere in campo questa politica era già necessario ieri. Oggi è un’emergenza. Perché, tra l´altro, sarà proprio il settore dei servizi a dovere assicurare, nel futuro prossimo venturo, il riassorbimento della disoccupazione e la costruzione di nuova occupazione, fondamentale per fare dell’Italia una società più attiva. Un piano quindi straordinario per l´innovazione del sistema dei servizi, posto che l´innovazione – tecnologica, ma anche organizzativa – è un formidabile propellente di produttività aggiuntiva.

Matteo Spaggiari della Confartigianato Lapam ha subito puntato l’indice sull’ancora eccessivo carico burocratico che pesa sulle imprese. Un sistema ha spiegato lo stesso che non riesce ad alleggerirsi e che, anzi sembra autoalimentarsi per non prendere decisioni, scaricando e omettendo il livello delle responsabilità e andando nella direzione opposta delal semplificazione e dell’aiuto richiesto e quanto mai necessario verso le attività economiche.

E ha poi raccolto in una scheda sintetica alcune proposte che possono operativamente essere poste in atto per intervenire, concretamente, su alcuni punti – snodi all’interno della crisi.

BRETELLA CAMPOGALLIANO SASSUOLO. Mai come in questo momento si tratta di una infrastruttura indispensabile, per almeno tre motivi. 1 Recupero di competitività del comprensorio. 2 Collegamento con lo scalo di Marzaglia. 3 Un appalto pubblico di alcune centinaia di milioni di euro, che sarebbe una boccata di ossigeno per il territorio, soprattutto se le opere saranno affidate ad imprese del territorio sane e possibilmente non in odore di Criminalità Organizzate.

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO. Mai come in questo momento c’è bisogno di sostegno alle imprese che cercano di reagire mettendo in campo iniziative di vario genere. 1 Ricerca e sviluppo. 2 Aggregazioni. 3 Riconversione industriali. 4 Investimenti in energie alternative. 5 Investimenti aziendali.

CONTRIBUTI ALL’EXPORT. Un discorso a parte meritano i contributi alla partecipazione a fiere le iniziativa per l’esportazione si segnala ad esempio che i contributi regionali ai consorzi Export quest’anno sono passati dal 70% al 40% occorrerebbe invece fare esattamente il contrario. Inoltre occorre trovare soluzioni anche per le singole imprese, ad esempio introducendo il sistema dei Woucher per la partecipazione a Fiere e mostre internazionali. 

CONTRIBUTI A FONDI DI GARANZIA. Sostegno alle imprese che devo ristrutturare il debito esistente. Sostegno al Fondo Antiusure e velocizzazione delle pratiche, per le neo imprese.

Michele Bonora, della Coldiretti la più importante associazione del mondo agricolo che detiene con oltre il 67% delle rappresentanze del settore agricolo, il ruolo-leader dell’Associazione di categoria, ha illustrato lo stato di perdurante crisi del comparto. Occorre puntare su una riqualificazione complessiva del settore, ha spiegato il rappresentante dell’Associazione che sappia riportare anche nel tanto importante quanto troppo spesso bistrattato settore agricolo nazionale, al forza sicuramente presente, in quanto capacità interne al comparto, di trasformazione, innovazione e rilancio del prodotto agricolo, in tutte le sue forme.

Innovazione nel settore, differenziazione dei modi e delle forme di produzione.

Cura e innovazione del prodotto, seguendo tutta la filiera, dal marketing sino al sistema distributivo. Sostegno pubblico alle forme innovative di produzione, sono le principali direttrici su cui incidere per un rilancio e un contrasto alla crisi.

Claudio Medici, della C.N.A. ha iniziato il proprio intervento, riportando il drammatico dato della chiusura registrata nell’ultimo periodo soltanto nel Distretto sassolese di ben 569 imprese artigiane che hanno serrato i battenti.

Si tratta di imprese piccole e medio-piccole, ha spiegato Medici che costituiscono l’autentica ossatura del sistema del distretto, quello che deriva direttamente e che costituisce l’indotto del sistema industriale, le cui forme si vanno trasformando e spesso perdendo, come abbiamo visto questa sera.

Abbiamo fatto un salto all’indietro di almeno 7/8 anni, riportando al 2002-2003 i principali indici (redditività, guadagno, occupazione) de settore economico. Facendo registrare qualcosa come 9 TRIMESTRI NEGATIVI CONSECUTIVI, In sostanza siamo di fronte a segnali di lenti ma progressivi di disfacimento di un sistema produttivo. Anche se non mancano segnali di contro-tendenza, come, ad esempio, la tenuta del 3° fuoco.

Senz’altro sono urgenti le opere infrastrutturali – ha ricordato Medici – la ridefinizione di un effettivo accesso al credito, il potenziamento del consorzio dei Fidi di Garanzia, ed altro.. ma occorre uno sforzo assolutamente eccezionale e collettivo di tutti gli attori in campo (dalle Istituzioni alle Aziende, alle Forze Sociali, al mondo Sindacale) per far fronte a questa crisi fortissima. Senza questo tipo di sforzo, complesso ed unitraio, non sarà possibile risalire la china.

Tagliaferri, in rappresentanza delle tre confederazioni ha infine rappresentato l’intervento del mondo sindacale, ricostruendo prima di tutto la fase che a partire dal gennaio 2009, quando si registrò il primo eclatante caso – quello del Gruppo Iris – che fece registrare,a nche attraverso forme e modalità inaspettate nell’ambito delle relazioni industriali e dal quale prese poi il via una fase, quella della cosidetta “glaciazione del sistema produttivo locale, ancora in corso. Una fase affrontata attivando tutte le forme di tutela sociale, attraverso gli ammortizzatorii sociali in deroga.

Oggi Purtroppo si deve registrare persino un contro –esodo, di quei lavoratori più esposti anche da un punto di vista sociale, soli o senza supporti che, di fronte alla perdita del posto, si vedono costretti a tornare nei loro luoghi d’origine. Siamo comunque in una fase difficilissima, per molti aspetti drammatica.

Occorre anche che le istituzioni abbiano il coraggio di indicare o censurare quei comportamenti non virtuosi o on corretti che talune imprese possono originare. Occorre anche un rispetto delle regole, il contrasto di chi, in questa fase, spregiudicatamente fa dumping sociale, magari non pagando i contributi, in nome di margini sempre più bassi e falsamente competitivi.. Occorrere poi n rifinanziamento anche delle politiche di Welfare regionale, attraverso un patto regionale nelle diverse realtà territoriali.

Infine, un appello all’impresa affinché ponga in questo momento così difficile, sul campo degli interventi, il coraggio e la determinazione.

Interventi dei rappresentanti dell’Amministrazione e del Consiglio Comunale

Successivamente, a partire dalle 22.40 circa, il Presidente del Consiglio Comunale Francesco Rubino ha dato la parola ai componenti l’Assise Consiliare che, nel rispetto della metodologia concordata in sede di Commissione, ha previsto un intervento per ogni Capogruppo delle rappresentanze politiche e quindi dei consiglieri che si iscritti alla discussione. Ciò per permettere, data l’ampia durata degli interventi esterni, propedeutici alla discussione stessa, di far intervenire il maggior numero di consiglieri possibile.

Riportiamo quindi, seguendone la scaletta, per breve sintesi, i passi principali degli interventi svolti dagli stessi durante la seduta.

– L’Assessore ai Servizi Sociali,Giorgio Barbieri, illustrando i contenuti degli interventi svolti in questi due anni dal settore dei Servizi Sociali e riprendendo il dato complessivo già detto dal Sindaco Caselli, ha fornito un quadro complessivo delle azioni poste concretamente in essere dall’ente pubblico per fronteggiare gli effetti della crisi che hanno colpito le famiglie e le persone..

Citiamo i dati maggiormente significativi:

Progetto EPOCHE’ Contributo continuativo (max 9 mesi) per chi ha perso il lavoro a causa della crisi economica n. 157 beneficiari (per un totale di € 356.000 liquidati)

Progetto sostegno all’abitare Contributo per sostenere i costi relativi all’abitazione per chi ha perso il lavoro a causa della crisi economica n. 119 beneficiari (per un totale di € 125.000 liquidati)

– Contributi per riduzioni TIA n. 103 beneficiari (per un tot. di € 18.470 liquidati)

– Richieste per riduzioni rette scolastiche oltre 100 domande

° Interventi Servizi Sociali per sostegno a famiglie colpite dalla crisi economica gennaio- maggio 2010

– attivazioni canoni sociali in alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica tot. 90 famiglie

– contributi economici a sostegno di nuclei familiari colpiti dalla crisi tot. 268 persone comprese borse lavoro (per un tot. Di € 148.000) tra cui n. 211 famiglie a cui è stato garantito il pagamento diretto di utenze, casi in carico con sfratto esecutivo n. 60 (di cui per 18 nuclei lo sfratto è stato eseguito)

– contributi economici a sostegno di nuclei in difficoltà (indipendenti dalla crisi economica) tot. 200 persone, comprese borse lavoro (per un tot. Di € 163.700) presti sull’onore attivati n. 26

° Dati di accesso al servizio sociale anno 2010 – gennaio/ maggio 2010

– accessi al servizio Sociale n. 6.644

– accessi sportello IES n. 630

Tot. 7.274

° PROGETTI innovativi attivati: Tirocini formativi Stanziamento di € 200.000

In programma 40 tirocini formativi nel corso del 2010 presso i servizi comunali. Già attivati n. 20 tirocini a fronte di 110 domande presentate. A luglio è prevista la riapertura del bando per la selezione dei 20 nuovi tirocinanti

– Fondo di Solidarietà città di Sassuolo- Conto corrente dedicato e istituito a maggio 2010

Ad oggi raccolti € 18.500 a cui vanno aggiunti € 2000 circa del gettone di presenza dei consiglieri comunali e il contributo personale da parte degli assessori e Sindaco

Franca Cerverizzo, Capogruppo della Lista per Pattuzzi ha ringraziato tutti i relatori esterni intervenuti che hanno fornito un quadro davvero completo della situazione, gravissima, in atto nel nostro distretto. E ha limitato il proprio intervento ad una rapida considerazione, proprio per favorire gli interventi degli altri consiglieri. Forte il rammarico espresso dalla consigliera per l’assenza delle banche all’iniziativa promossa dall’Amminsitrazione. La stessa ha poi chiesto lumi all’Amministrazione in particolare al Consigliere Benedetti sullo stato della richiesta di revisione degli studi di settore per il settore ceramico.

Susanna Bonettini, Capogruppo del PD, ringraziando prima di tutto l’Amminsitrazione e i relatori intervenuti. Secondo la Bonettini non aiutano, in questa fase così difficile, decisioni di chiusura o comunqe volte a obbiettivi isolazionistici, come l’uscita dall’Associazione dei Comuni, voluta dalla Giunta e dal Sindaco. Anzi, proprio in un momento di enorme difficoltà come l’attuale, occorre ampliare la rete di relazione con gli atri enti. Mancano a questa serata la Regione e le due Provincie – di Modena e Reggio e. – con le quali è necessario un tavolo di concertazione permanente. Anche il metodo con cui la Giunta ha organizzato questa serata è sbagliato. Prendiamo tuttavia la positività del quadro fornito dalle relazioni per l’avvio di un percorso di lavoro. Una difficoltà, ha proseguito la Bonettini che ha fatto segnare solo tra il 2008 e il 2009 l’aumento della disoccupazione pari ad un 64%. Con un aumento dei senza lavoro, in questo periodo, da 6000 (2008) a 10.600 nel 2009 Se alcuni, ha spiegato la Bonettini, vedono imminente la fine o l’evoluzione positiva della crisi, altri invece ne prospettano, proprio nel prossimo semestre, un ulteriore aggravamento che inciderà direttamente e drammaticamente sulle condizioni di vita delle famiglie, dei lavoratori, dei soggetti socialmente più deboli e a rischio.. Perché questa crisi non è democratica. Non bisogna poi dimenticare l’incidenza che anche sulla nostra città avrà la manovra finanziaria del Governo. Non abbiamo ancora ricevuto dati ufficiali dall’Amministrazione, ma sulla base di dichiarazioni colte in un’intervista sulla stampa, sembra che tale manovra inciderà per un 7% pari ad una riduzione di 3 mil di Euro sul 2011 e di un 9% pari a 4 ml circa sul 2012. Occorre quindi un ripensamento autentico e sostanziale delle politiche pubbliche nel loro complesso, Una vera sfida al cambiamento che abbiamo di fronte. Concludendo il suo intervento l’esponente del Pd ha racchiuso in uno slogan il cuore di un’azione politica che, nel suo complesso, coinvolgendo tutti gli attori e isogetti sociali possibile, sia in grado di “ Predisporre già oggi tutte le misure gli atti e le condizioni necessarie per ripartire domani”.

Sergio Basile, Capogruppo I.D.V. ha invece posto nel merito del tema trattato in modo così articolato – e per il quale ha espresso i ringraziamenti suoi e del partito che rappresenta al Sindaco Caselli , all’Amministrazione e a tutti i relatori fino ad ora intervenuti – il senso più che mai necessario oggi, di un profondo ripensamento culturale. Un ripensamento, ha proseguito Basile, prima di tutto dell’operare pubblico delle Istituzioni che possono avere un ruolo di stimolo nell’agire un cambiamento che può determinare uno sforzo di innovazione, proprio nel settore del lavoro. E quindi attraverso la ricerca e la formazione professionale in particolar modo verso i giovani.

Stefano Bargi, Capogruppo Lega Nord, ha ringraziato i relatori che hanno

permesso per la prima volta in un’occasione così importante e di fronte alla cittadinanza numerosa intervenuta, di verificare con mano e dati aggiornati e completi lo stato – peraltro grave – della crisi economica del Distretto

– Purtroppo fino ad oggi sono intervenute misure di contenimento o cmqu tampone. Occorre proprio fare un salto di qualità intervenendo con proposte drastiche in grado di modificare.

Bargi ha inoltre ricordato il lavoro svolto a livello Parlamentare dalla Lega che ha presentato nei mesi scorsi una proposta di legge per tutelare proprio il Distretto, dai sempre più numerosi concorrenti o competitors del settore che utilizzano metodi spesso non legali , al di là della normale forma di concorrenza. Molto positivo, tra gli interventi degli esperti, ha detto Bargi il punto relativo alla necessaria sburocratizzazione delle procedure relative alle imprese e al settore economico in genere.

Anna Maria Anselmi, Capogruppo Lista Civica, ha ringraziato a sua volta l’Amministrazione, il Sindaco, l’assessore Casolari per aver fortemente voluto un appuntamento di grande utilità, per la massa e l’analiticità dei dati e delle cifre riportate sulla crisi di un settore che, attualmente, sconta anche mancanze ataviche, come la mancanza di adeguate infrastrutture viarie e logistiche. Occorre secondo la Anselmi una autentica rivoluzione “verde” perché il Distretto dovrà cogliere la sfida che arriva dal processo di riconversione sui modelli di produzione alternativa e di risparmio energetico. Gli altri capisaldi di questa rivoluzione dovranno essere l’innovazione e la formazione. Indice puntato della Anselmi sulle Banche che nonostante l’invito non hanno voluto partecipare a questo importante confronto e che hanno modelli discutibili per quanto riguarda l’accesso al credito

Ugo Liberi, capogruppo PDL, ricordando direttamente alla Capogruppo del Pd, Bonettini, come, nella precedente Legislatura non si erano mai verificate occasioni in cui così tanti protagonisti avessero potuto portare la propria autorevole voce, direttamente al Consiglio e alla città. tutta Un confronto quindi utile, positivo e soprattutto stimolante che dovrà essere valutato come il punto di partenza per altri ulteriori appuntamenti di approfondimento e, naturalmente, di proposta concreta. Liberi ha poi raggruppato alcune possibili misure da mettere in atto subito per far fronte alla crisi:

– favorire l’innovazione e la ricerca nei comparti e nei settori della ricerca del comparto ceramico e di quello tecnologico

– sburocratizzare e velocizzare il più possibile la burocrazia pubblica per togliere lacci alle imprese e al settore economico

– attivare tutte le possibilità che competono all’ente pubblico per giungere quanto prima alla realizzazione delle infrastrutture viarie necessarie al distreto. Non ultima la possibilità del collegam.to Autostradale sull’asse Modena – Livorno. Uno sbocco merceologico con uno dei più importanti porti e punti economici italiani.

Massimo Benedetti, PDL e Presidente della Commiss.ne economica e bilancio, ha posto l’attenzione sul lavoro che, concretamente , può essere messo in atto, già in questa fase con le sinergie del pubblico:

– Semplificazione di tutte le procedure pubbliche ed in particolare in ambito edilizio –urbanistico

– realizza.ne infrastrutture tra tutte la Bretella Campogalliano- Sassuolo

–  sinergia tra scuola- formazione, imprese- innovazione per renderne gli effetti immediatamente operativi.

Sandro Morini, PD ha sottolineato come, a suo giudizio, in una fase così difficile e drammatica, occorra anche innestare un richiamo etico alle prospettive generali dell’Economia e del modello di sviluppo futuro. Al riguardo Morini ha richiamato, come esempio, l’ultima enciclica del papa, che pone proprio l’uomo e il lavoro al centro di una nuova prospettiva etica. Morini ha poi ricordato a Liberi come non occorra oggi pensare a collegamenti autostradali come quello da lui citato. Sarebbe sufficiente oltre che necessario realizzare quello tra Campogalliano e Sassuolo e per il quale Prodi stanziò i fondi che oggi invece non arrivano. Anche il giudizio di Morini sulla proposta di modifica costituzionale per favorire la sburocratizzazione delle norme per aprire imprese in un giorno, è tiepido. Non è quello il punto, ha detto l’esponente del PD, bensì la mancanza di credito oggi che le banche non concedono alle imprese, il vero problema.

Carla Ghiradini, PD, si è soffermata in particolar modo sul grave ritardo che oggi fa segnare il sistema scolastico ed in particola modo anche quello locale. Affrontare in termini di “sistema” la crisi oggi, significa secondo la Ghirardini intervenire sul peggioramento sostanziale , a livello locale della connessione scuola-lavoro e quindi formazione. Connessione, a differenza di un tempo, oggi interrottasi per il peggioramento complessivo del sistema scolastico e che non permette più di coltivare proprio quei talenti umani del “saper fare” che una volta erano così presenti a Sassuolo.

Claudio Corrado, PDL, ha mantenuto la traccia su cui era intervenuta la consigliera del PD, ricordando, nel merito, come proprio in questo ambito, quello scolastico e formativo, Sassuolo abbia fatto registrare un forte e pericoloso arretramento. Testimone diretto di questo dato è proprio lui, insegnante di un corso sui materiali ceramici chiuso tagliato per mancanza di iscritti. Un effetto che Corrado, ancor prima degli effetti della riforma scolastica imputa proprio ad un’assenza di interesse, di vocazione da parte dei ragazzi e quindi attenzione da parte dei genitori. Una problematica di ordine culturale che incide direttamente, appunto, sul ruolo e lo sviluppo futuro di Sassuolo e della sua nota vocazione produttiva. Corrado ha rivolto un appello all’Amministrazione prima di tutto – e all’Assessore alla Pubblica Istruzione Antonio Orienti – affinché già in fase di orientamento sia possibile sensibilizzare già in quella sede il mondo scolastico e giovanile perché non si dimentichi della preziosa opportunità formativa relativa al riguardo.

Antonio Caselli, PD ha altresì sottolineato come in questo Consiglio, pur ad prospettive e angolazioni differenti tra loro, dopo molto tempo, sia tornata al centro del dibattito un’idea complessiva, necessaria e forse rimossa di “Comunità”. Comunità intesa proprio. Il dato tuttavia di fondo, dal quale si deve ripartire secondo l’esponente PD è la Multietnicità. Sassuolo ha ricordato Caselli ha quasi un 13% della propria popolazione complessiva è costituita da etnie straniere; questo di una ricchezza delle differenze culturali e quindi dei saperi e delle tradizioni e delle culture insite nella nostra città. Sassuolo in una crisi come questa deve aprirsi il più possibile al mondo, sfruttando appunto questa risorsa – straordinaria – come un arricchimento, una risorsa, anziché considerarla, sbagliando,come un elemento di instabilità sociale.

Giulia Pigoni, PD, ringraziando a sua volta i relatori tutti,per i preziosi apporti e le analisi fornite, ha tuttavia ricordato come in una serata simile mancassero le due realtà provinciali , quelle di Modena e Reggio Emilia, non chè la Regione Emilia – Romagna, centrale per quanto riguarda le politiche di Welfare. E’ auspicabile, ha detto la Pigoni che possa ora essere attivata una Commissione permanente su tali argomenti affrontati questa sera.

Francesco Battani, PDL ha intensamente sottolineato la gravità e l’urgenza della situazione. Quello di Battani è stato un intervento forte, anche da punto di vista dialettico ed emotivo, affinché tutto il Consiglio e le Istituzioni si uniscano per fronteggiare un’autentica emergenza, al di là di sterili contrapposizioni sul metodo. Quello di cui abbiamo bisogno tutti ed oggi, ha detto Battani, è che la gente possa ricominciare a svegliarsi presto alla mattina, per andare a fare i turni..

Sonia Pistoni, PD ha invece espresso l’auspicio che oltre a proseguire un percorso avvito con il primo confronto di questa sera, che ha comunque permesso di fotografare con molta precisione lo stato, drammatico, di una crisi dai risvolti sociali pesantissimi. Occorre uno sforzo eccezionale delle Istituzioni e della politica. Al riguardo la consigliera del Pd ha ricordato l’esempio avviato dal Comune di Modena che già da 8 mesi ha fatto partire Commissioni specifiche sul lavoro e sulla crisi col compito di monitorare ed elaborare i dati reali che arrivano dal territorio per poi orientare le politiche e gli interventi al riguardo.

Andrea Lombardi, PD, ha analizzato la situazione dal proprio punto di vista, non solo di Consigliere comunale, ma anche di rappresentante di un ‘Associazione di volontariato e assistenza. Lombardi ha ricordato come nell’arco di soli due anni siano passati da due a tre i centri di ascolto e da due a quattro i punti di distribuzione di cibo e generi di prima necessità. E questi centri oggi sono sempre più popolati da italiani, anche di classe media, che hanno perso il lavoro e non hanno altri mezzi di sostentamento o reti di protezione familiare. A giudizio del Consigliere comunale devono essere rimodulate nel loro complesso le poltiche di sostegno sociale di contribuzione dell’ente comunale illustratate dall’Assessore Barbieri precedentemente. Non sono in discussione i contributi, ha detto lo stesso consigliere, sempre ben accetti e necessari, ma una ridefinizione più efficiente di un patto territoriale di welfare.

Giuseppe Megale, PD, ha criticato la modalità con cui è stato costruito un evento come quello di stasera che, anziché favorire la più ampia partecipazione del consiglio stesso, ne ha invece relegato la partecipazione a pochi minuti non utili. Anche Megale ha posto l’indice sulla gravità della situazione complessiva che coinvolge l’intero Distretto ceramico che oggi più che mai si trova in condizioni di autentica emergenza economica e quindi sociale. Occorre a giudizio di Megale, un mutamento di rotta radicale, anche da parte pubblica oltre che privata, sia in grado di intervenire su processi dagli effetti già oggi drammatici.

I lavori si sono conclusi quindi con la brevissima replica del Sindaco Luca Caselli che ha prima di tutto voluto – fortemente – ringraziare l’Assessore Casolari, al Sassuolo City Staff e a tutti coloro che si sono occupati dell’organizzazione accurata e della buona riuscita della serata cui è intervenuta tanta gente..

Un ringraziamento speciale è stato rivolto dal Sindaco anche alla squadra operai comunali tutta, al responsabile della medesima, Merolillo che –come sempre in occasione di manifestazioni e allestimenti pubblici – sarebbero poi rimasti in piedi al termine dell’incontro a disallestire.

Anche Claudio Casolari, Assessore al Marketing ceramico e alle Attività Produttive, associandosi alle parole del Sindaco, ha innanzi tutto ringraziato a sua volta tutti i relatori intervenuti, i consiglieri, i cittadini rimasti fino a tarda ora ad ascoltare il confronto. Casolari, riportando un episodio della propria esperienza professionale, con un recente contatto avuto con una delegazione di imprenditori cinesi, tra l’altro proprio, nel ramo dell’Industria ceramica, ha voluto identificare, in questo apologo finale, la necessità che la Sassuolo così famosa nel mondo per le proprie straordinarie capacità imprenditoriali di laboriosità, generosità ed innovazione, possa/debba, con un’impennata di questa patrimonio genetico acquisito di generazione in generazione, superarre la crisi e tornare al ruolo che l’ha fatta diventare così famosa, appunto, nel mondo.

(a cura dell’Ufficio Stampa del Comune di Sassuolo)