In occasione del cinquantenario della scomparsa di Alberto Simonini, illustre uomo politico reggiano, Costituente, Deputato, Ministro e Parlamentare europeo, spentosi a Strasburgo il 6 luglio del 1960, oggi la sua città gli ha reso omaggio in Sala del Tricolore dove è stato presentato il volume “Alberto Simonini, socialista democratico” di Michele Donno, storico ricercatore della Luiss “Guido Carli” di Roma (260 pagine, Rubbettino editore).
L’evento – promosso dal Comitato celebrativo 50° Alberto Simonini e Comune di Reggio Emilia, con il patrocinio della Provincia di Reggio Emilia, il contributo della Fondazione “Camillo Prampolini”, le sponsorizzazioni di Credem e Assicurazioni Generali – Agenzia di Reggio Emilia e la partnership del Centro di addestramento professionale “Alberto Simonini” – è stata occasione per ricordare e riflettere su una figura reggiana di primo spicco della politica italiana del Novecento e del socialismo con alcuni dei protagonisti della politica di oggi e di allora e con i famigliari di Simonini.
“Ricordare Alberto Simonini a 50 anni della sua morte qui in Sala del Tricolore – ha detto il sindaco di Reggio Graziano Delrio – è innanzitutto un modo per rendere omaggio ad una delle personalità più importanti ma anche più rimosse della vita politica reggiana del Novecento. Simonini è infatti uno dei pochi nostri concittadini che può fregiarsi dei titoli di membro della Costituente, di Ministro della Repubblica, di parlamentare europeo, di segretario nazionale di un partito.
Ma al di là del suo notevole operato politico, occorre ricordare il Simonini uomo: giovane intrapredente e padre di famiglia esemplare, singolare esempio di operaio che costruisce da sè la propria fortuna politica, amico e maestro di molti concittadini, da Marmiroli a Amadei. E si deve evidenziare il suo ruolo essenziale come tramite e continuatore della tradizione prampoliniana, fatta di pacifismo, legalismo, moralità; e da lui concretizzata in istituzioni come la Colonia “Prampolini” o il Centro di Formazione professionale che oggi porta il suo nome.
Il nostro essere qui oggi – ha proseguito Delrio – è però anche un modo per colmare un debito che l’Amministrazione e la città tutta hanno contratto con Simonini, la cui memoria ha avuto a Reggio una sorte non proporzionale ai suoi meriti.
Oggi, superate le contingenze conflittuali e le pregiudiziali ideologiche, occorre acquisire a pieno titolo Simonini tra i reggiani illustri, le cui idee e azioni, per quanto espressione di una parte, sono base per la costruzione del bene comune.
È sulla ricchezza delle voci e sul rispetto delle differenze che si costruisce la forza della nostra comunità. E tutti, anche coloro che non hanno condiviso le scelte e l’operato di Simonini, possono oggi trarre ispirazione dalla sua sincera fede democratica e dalla sua impermeabilità ai miti sbagliati, come il militarismo del primo dopoguerra e lo stalinismo del secondo. Simonini è stato un esempio di approccio prampoliniano in senso pratico e non ideologico”.
“Nel 2010 si celebrano infatti gli anniversari di ben tre Costituenti reggiani – ha aggiunto il sindaco – nello stesso 1960, nel mese di ottobre, moriva infatti Silvio Fantuzzi; e dieci anni dopo si spegneva il più vecchio , ma anche il più importante, tra i reggiani alla Costituente, quel Meuccio Ruini che è stato a capo della commissione dei 75. Ricordare Simonini significa dunque richiamare alla memoria una stagione importante della nostra vicenda nazionale, in cui Reggio, come nelle parole di Foscolo, è stata “animatrice d’Italia”, ha offerto un contributo prezioso in questa vicenda.
Ma il 2010, e proprio il mese di luglio, segnano anche un altro anniversario, ineludibile per la nostra memoria; quello dei 5 morti in piazza che ricorderemo domani. L’8 luglio, come noto, si svolsero a Reggio due funerali: la mattina quelli dei 5 ragazzi uccisi in piazza; il pomeriggio quelli di Simonini. In quel momento i due cortei, divisi fisicamente ma anche idealmente, erano emblematici delle difficoltà di convivenza e di comunicazione di due anime importanti del nostro paese.
Oggi possiamo e dobbiamo dire che tra quelle due Italie il dialogo è maturato ed è non solo possibile ma prezioso, nella cornice condivisa della democrazia e del riformismo che ha visto Simonini impegnato nelle conquiste civili”.
“Grazie dunque a tutti gli organizzatori e i partecipanti, in particolare ai nipoti di Simonini – ha concluso Delrio – che hanno tenacemente perseguito l’idea di celebrare questo cinquantenario con la pubblicazione del libro e che, pur non risiedendo qui, hanno voluto tenere a Reggio la commemorazione del loro illustre nonno; all’onorevole Amadei, che tiene viva nel nostro territorio la memoria del riformismo di Prampolini e Simonini. L’auspicio è che dagli esempi di Alberto Simonini, Camillo Prampolini, Nilde Iotti possa sorgere nuova linfa per la democrazia e la laicità di cui abbiamo bisogno in questo paese.
“Finalmente Simonini viene ricordato nella sua città come merita – ha detto Giuseppe Amadei (foto in basso), presidente onorario del Comitato 50° Alberto Simonini – grazie all’iniziativa dei suoi familiari. Simonini ha sempre mantenuto in tutti i suoi incarichi la fede incrollabile nel socialismo democratico. Lo voglio ricordare per la forza e il coraggio che ebbe nel difendere l’autonomia del socialismo. Fu folgorato dalle idee di Prampolini a cui si è sempre ispirato, in particolare alla sua dottrina di amore per tutti. In un’epoca di pentimenti, Simonini giganteggia per coerenza. Nel suo testamento politico, espresso nell’ultimo intervento a Guastalla, riaffermò i valori della democrazia riformista, della libertà politica e della giustizia sociale, la lotta contro tutti i totalitarismi, di destra e di sinistra. A Reggio andò il suo ultimo pensiero in punto di morte, a Reggio che per lui era la capitale ideale di un mondo migliore”.
“Simonini è un socialista reggiano troppo spesso dimenticato – ha aggiunto Mauro Del Bue, assessore allo Sport Comune di Reggio Emilia, che ha proposto un ritratto di Simonini – E’ una dimenticanza addirittura imbarazzante che affonda le sue radici in ragioni politiche antiche e recenti. Ancora negli anni Ottanta il PSI era segnato dalle lunghe battaglie della scissione di palazzo Barberini, della Guerra fredda, della scissione del ’69. Ma oggi vorrei che si facessero i conti con la storia, oggi che i partiti sono astorici. Oggi credo sia il momento per riflettere se anche in Italia può prendere corpo una forza di massa che si ispira a questa tradizione. Si tratta di un contributo che non può restare senza eredi”.
All’incontro sono intervenuti anche Antonietta Acerenza, assessore provinciale alle Risorse umane, Attilio Gambetti, Presidente del Comitato Comitato 50° Alberto Simonini e nipote di Simonini, Angelo G. Sabatini, presidente della Fondazione Matteotti di Roma, e Michele Donno, autore del volume Alberto Simonini, socialista democratico. Il dibattito è stato moderato da Adalberto Gambetti, nipote di Simonini.