Sale ancora la temperatura ed anche la situazione di disagio. Nella giornata odierna in città la colonnina del mercurio collocata presso la stazione meteorologica del torrione orientale del Palazzo Ducale di Modena, sede dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha raggiunto intorno alle ore 18.00 la temperatura di 34.2°C, in aumento rispetto a ieri quando si era fermata a 33.7°C. E’ andata appena peggio fuori dalla città, dove alla stazione di rilevamento del Campus di Ingegneria si è arrivati intorno alle 16.00 a toccare una massima alle 16.00 di 34.4°C.
Secondo gli esperti all’orizzonte “Non si vedono cambiamenti netti, il caldo insomma continuerà, le temperature potrebbero ancora aumentare e non è da escludere nelle prossime giornate, forse già domani, possa arrivare il giorno più caldo dell’anno, che è stato raggiunto il 4 luglio scorso con 34.7°C”.
Valori molto alti anche durante la notte: la minima in città è stata di 26.4°C e in periferia di 22.6°C.
Le alte temperature notturne hanno contribuito ad accentuare il senso di disagio e fastidio, provocato anche dalla umidità che è oscillata costantemente in città tra valori del 64% e del 42%.
Questa situazione ancora definita dagli esperti dell’Osservatorio Geofisico universitario di “afa moderata”, anche se con valori assai vicini al limite dell’”afa forte” è, infatti, in grado provocare condizioni – rilevate secondo l’<indice di Thom> che mette in correlazione le temperature con la percentuale di umidità – di “disagio marcato” (indice tra 26 e 28) se non addirittura di “disagio forte” (indice oltre 28). Oggi questo valore dopo le 13.30 si è stabilmente collocato sopra a 27.0 arrivando alle 16.00 a toccare la punta di 27.4.
“All’orizzonte per qualche giorno ci si dovrà rassegnare a queste temperature elevate – dice l’esperto Luca Lombroso – Solo allora si potrà avere una lieve flessione per l’influsso dei temporali di calore che, però, dovrebbero rimanere confinati ad Alpi e localmente in Appennino”.