Home Modena Sicurezza, il Pd: “Aimi, abbia il pudore di tacere”

Sicurezza, il Pd: “Aimi, abbia il pudore di tacere”

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Sergio Rusticali, coordinatore cittadino del forum sicurezza del Pd, replica al consigliere regionale del Pdl Enrico Aimi che parla di “Modena sotto assedio della criminalità”.

«Bisogna avere veramente un bel coraggio – volendo usare un eufemismo – per parlare di Modena sotto assedio della criminalità nei giorni in cui le forze dell’ordine rompono l’assedio della ‘ndrangheta a Milano e alla Lombardia intera. 305 arresti, 55 perquisizioni, beni sequestrati per 60 milioni di euro. Una Lombardia letteralmente colonizzata dalla ‘ndrangheta – come affermano gli investigatori – che in questi anni ha potuto contare sulla complicità di politici, di amministratori, di manager pubblici. Ma in questi 15 anni, verrebbe da chiedersi, chi ha governato Milano e la Lombardia? Nessuno si è accorto di nulla? Nessuno si è sentito sotto assedio? Sì, qualcuno ha visto e capito: la magistratura. Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, quella messa sotto accusa da Berlusconi, lei si è accorta dell’assedio, ha indagato, ha intercettato e ha usato il pugno di ferro, come auspica il consigliere Aimi.

Altro che Modena città assediata, altro che “filosofeggiare di Stati generali”. Qui abbiamo un’amministrazione che sulla sicurezza cerca di fare la sua parte con le poche risorse a disposizione mentre a Roma il governo si pavoneggia per i successi della magistratura (ingiuriata un giorno sì e un giorno no dal presidente del Consiglio) e delle forze dell’ordine (massacrate dai tagli di Tremonti).

Bisogna proprio avere un bel coraggio a pronunciare sermoni sulla sicurezza e la legalità con il coordinatore nazionale del Pdl Verdini coinvolto nell’inchiesta sulla P3; il braccio destro di Berlusconi, Dell’Utri, condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; il sottosegretario Cosentino sotto accusa per i suoi rapporti con la Camorra e l’intero Pdl scosso dalla questione morale, come riconosce lo stesso presidente della Camera. Eviti, caro Aimi, di parlare d’altro. Anzi, faccia una cosa, non parli affatto, abbia perlomeno questo pudore».