“Che il concetto dei diritti sia profondamente legato a quello dei doveri è cosa risaputa, nessuno di noi pensa soltanto a pretendere prima di “dare”, è una consuetudine alla quale siamo stati abituati bene o male dalla nostra società e soprattutto dalla nostra famiglia, attraverso l’educazione che ci ha impartito. Una banalità potrebbero dire i più.
A volte, però, stranamente ci si dimentica di quest’accoppiata e si richiedono diritti senza pensare al corrispettivo dovuto: noi diciamo che tutto ciò è sbagliato e non va bene!
Ed allora vogliamo portare all’attenzione della gente la seguente contraddizione che, poco notata e criticata, è viceversa quotidianamente sotto gli occhi di tutti.
La popolazione italiana ed extracomunitaria usufruisce di parecchie agevolazioni di carattere economico, ad esempio aiuti con i buoni spesa, contributi per l’affitto, luce, acqua, gas metano, etc, ma esiste una sostanziale differenza, che non può, e non deve, essere dimenticata o trascurata.
I cittadini Italiani sono per definizione almeno da 10 anni residenti sul territorio nazionale, questo nella peggiore delle ipotesi…Alcuni di essi, poi, da generazioni intere con il loro lavoro hanno contribuito alla creazione del benessere e quindi dello Stato Sociale.
A scanso di equivoci e di malevoli interpretazioni, sottolineiamo che per cittadini italiani contempliamo anche persone non nate nel nostro paese che abbiano ottenuto la cittadinanza accettando in tal modo tutte le nostre leggi e le nostre regole, anche quelle non scritte.
Coloro che invece soggiornano nel nostro paese solo da pochi anni, per non dire da pochi mesi, e che godono degli stessi aiuti economici che andrebbero agli Italiani, crediamo debbano dimostrare la loro buona volontà: in sintesi riteniamo che debbano dimostrare la loro riconoscenza ad una collettività che si dimostra accogliente e comprensiva delle loro difficoltà.
Sarebbe una questione di buon senso, di giustizia sociale, e anche un metodo per smussare le tante incomprensioni tra culture che invece una certa sinistra italiana salottiera ed egualitarista senza se e senza ma, propaganda ad ogni stormir di fronda.
Sarebbe assai opportuno che i regolamenti delle varie amministrazioni comunali presenti sul territorio, a fronte di un aiuto economico, richiedessero, salvo impossibilità di carattere sanitario lo rendano impossibile, un corrispettivo in termini di lavoro utile alla collettività, ovvero sosteniamo ciò che usualmente si definisce lavoro socialmente utile. In tal caso lo diverrebbe per davvero socialmente utile.
Crediamo altresì che tutto ciò potrebbe essere ben accettato dalla popolazione contribuente, che sarebbe certamente più contenta di aiutare coloro che hanno bisogno e avrebbe altresì la consapevolezza che le amministrazioni comunali, cosi facendo, potrebbero addirittura risparmiare risorse finanziarie per incentivare le stesse politiche sociali. Inoltre non si vedrebbero più persone nullafacenti e in panciolle sulle panchine delle nostre città a perder tempo per giungere a sera. Facciamoli lavorare almeno un pochino.
E il PDL di Castelfranco Emilia, attraverso il capogruppo Giovanni Gidari, per primo presenterà un ordine del giorno che vada in questa direzione. Vedremo se la sinistra benpensante del PD Modenese, sarà cosi aperta da porre allo studio questo genere di soluzione”.
(Bruno Rinaldi – vice-capogruppo PDL in Consiglio Provinciale, Giovanni Gidari – Capogruppo PDL Castelfranco Emilia)