“In questi giorni ho capito a mie spese cos’è l’arroganza del potere in questo paese”, è Danile Sitta assessore all’Urbanistica del Comune di Modena che scrive e prosegue: “Un signore molto ricco non ricevendo risposte servili dall’interlocutore istituzionale rispetto ai propri interessi aziendali, decide di denigrare un Comune ed i suoi amministratori comprando pagine e pagine su numerosi quotidiani italiani.
Ovviamente non potrò mai replicare con gli stessi mezzi. Non mi basterebbero due vite di lavoro per poter investire centinai di migliaia di euro al fine di difendermi dalle calunnie del signor Caprotti”.
Sitta ribadisce che comunque si tutelerà nelle sedi giudiziarie, anche se intanto -dice- “gli italiani rischiano di convincersi, sulla base di informazioni parziali e dei fatti travisati nelle pagine a pagamento, che il “povero” Caprotti stia subendo angherie indicibili da parte dell’amministrazione comunale di Modena e, in particolare, dall’assessore all’urbanistica.”
L’assessore sottolinea alcuni fatti certi e dimostrabili: sulla vicenda c’è già stato un pronunciamento del Tar che ha dato torto a Caprotti; il nostro territorio è stato giudicato la parte d’ Italia dove vige il più alto indice di libertà economica (centro Einaudi); ed a proposito di libertà e concorrenza, proprio Caprotti nel 2010 ha subito provvedimento di infrazione da parte dell’Autorità per la concorrenza.
“Ma non è questo il problema maggiore che emerge leggendo la pagine comperate dal signor Caprotti -afferma ancora Sitta- il tema vero è se in questo paese far rispettare le leggi e le norme è diventato un disvalore che porta, chi ci prova, alla gogna mediatica.
Il tema è che non piegarsi alle pretese di Caprotti, che vuole venga assegnata alla sua azienda la realizzazione di un centro commerciale senza averne titolo, è diventato un reato etico e mediatico: reato di lesa maestà di un uomo ricco e potente.”
L’assessore ribadisce che a Modena leggi e norme urbanistiche hanno ancora un valore e se ne pretende il rispetto, a prescindere dal patrimonio personale degli interlocutori. Così come non è colpa del Comune se la guerra tra Esselunga e Coop Estense ha prodotto il risultato di ingessare l’area di via Canaletto. Anzi è proprio la città ad aver subito un danno grave.
“Non possiamo assegnare il centro commerciale né ad Esselunga né a Coop Estense perché ce lo vietano le norme -conclude Sitta- già da tempo abbiamo invitato le parti a trovare un accordo, ma abbiamo dovuto prendere atto dell’assoluta mancanza di volontà in tal senso. A questo punto non ci resta che chiedere al Consiglio Comunale di eliminare dall’area l’oggetto del contendere (la realizzazione di una superficie commerciale) e collocarlo su un’area questa volta di proprietà comunale. La successiva assegnazione avverrebbe attraverso un bando pubblico e quindi salvaguardando pienamente norme e concorrenza. Se Esselunga dovesse partecipare -conclude l’assessore- ne saremmo lieti e altrettanto lo saremmo se sapesse vincere con un’offerta migliore di altre. Cosi facendo, soprattutto, saremmo certi di servire gli interessi di Modena e di chi ci vive; gli interessi del signor Caprotti, mi scuserete, ma per me, amministratore pubblico, vengono dopo”.