Eseguito la scorsa settimana, per la prima volta a Bologna, presso la Cardiologia dell’Ospedale Maggiore, una nuova tecnica di intervento di chiusura dell’auricola, una piccola appendice dell’atrio sinistro. L’intervento, eseguito dall’èquipe medico-infermieristica di elettrofisiologia/emodinamica diretta da Gaetano Barbato, è perfettamente riuscito e il paziente è già stato dimesso.
La nuova tecnica rappresenta un’alternativa per quanti, affetti da fibrillazione atriale, non possono utilizzare farmaci anticoagulanti, e consente al cardiologo di inserire attraverso la vena femorale, in maniera non invasiva, una piccola protesi di alcuni millimetri. La protesi viene spinta da un catetere fino all’atrio sinistro del cuore, dove si apre ad ombrello, evitando che i coaguli di sangue che si formano con la fibrillazione atriale fuoriescano, e riducendo in questo modo il rischio di ictus. L’intero intervento è eseguito sotto controllo radiologico ed ecocardiografico.
Già nel 2004 presso la Cardiologia dell’Ospedale Maggiore erano stati impiantati con successo, per la prima volta nella nostra Regione, i primi device, protesi per la chiusura via catetere dell’auricola sinistra. Da allora la tecnologia si è ulteriormente evoluta e attualmente sono disponibili protesi di nuova generazione che garantiscono maggiore qualità e sicurezza e sono più efficaci.
In Italia sono 600.000 le persone che soffrono di fibrillazione atriale, 120.000 i nuovi casi ogni anno. Il rischio di ictus in queste persone è pari al 5% l’anno e aumenta fino al 12% per chi ha già subito un ictus. I farmaci anticoagulanti rappresentano la terapia più efficace.
La Cardiologia del Maggiore, diretta da Giuseppe Di Pasquale, è da anni Centro di riferimento Regionale per le procedure più complesse di ablazione transcatetere delle aritmie, con circa 2.000 interventi eseguiti dal 1990 ad oggi. Questa consolidata esperienza ha consentito di introdurre con sicurezza il nuovo intervento di chiusura dell’auricola.