Ricercatori e docenti della facoltà di Ingegneria ‘Enzo Ferrari’ di Modena e Reggio Emilia uniti nella protesta contro il ddl Gelmini. Con un odg il consiglio di Facoltà ha espresso il ”disagio”. In mancanza ”di una profonda revisione dell’ attuale proposta di ddl”, i ricercatori ”assumono la sofferta posizione di rinunciare all’impegno volontario finora profuso”. I professori condividono ”la fondatezza di queste richieste” e ”unanimemente si associano alla protesta”.
Ordine del giorno Facoltà Ingegneria “Enzo Ferrari”
Negli ultimi 20 anni il territorio modenese (Provincia, Comune, Camera di Commercio, Associazioni di categoria) ha concretamente dimostrato di apprezzare il ruolo e valorizzare le attività formative e di ricerca della Facoltà di Ingegneria a Modena, investendo molte risorse per la sua nascita e crescita. La Facoltà ha risposto con impegno, ampliando progressivamente l’offerta didattica e orientando le attività di ricerca alle esigenze del territorio. Questo è potuto avvenire grazie ad un impegno straordinario di docenti e ricercatori che hanno accettato un carico didattico ben al di là di quanto richiesto dalla normativa vigente, e soprattutto grazie alla disponibilità dei giovani ricercatori che hanno dato un contributo fondamentale a tale crescita.
Oggi è in atto un’azione di governo, sul duplice versante della proposta di riforma Gelmini e della manovra finanziaria, che:
• non riconosce il ruolo svolto dai ricercatori e mira a stravolgerne lo stato giuridico;
• abbatte il finanziamento statale agli Atenei;
• mira a colpire le retribuzioni dei docenti e dei tecnici, già basse nel panorama europeo, ed in particolare quelle dei giovani ricercatori.
Per questi motivi i ricercatori della Facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena, in mancanza di una profonda revisione dell’attuale proposta di DDL, assumono la sofferta posizione di rinunciare all’impegno volontario finora profuso, negando la loro disponibilità a sostenere gli attuali carichi di docenza, adeguandosi peraltro a quanto previsto dalla normativa vigente.
I docenti della Facoltà, condividendo la fondatezza di queste richieste, unanimemente si associano alla protesta dei ricercatori, sottolineando con forza lo stato di disagio. Tutto ciò renderebbe impossibile offrire in futuro una offerta didattica all’altezza di quella fornita in questi ultimi anni, in termini sia di qualità sia di quantità, con le inevitabili ricadute negative sulle potenzialità di sviluppo del territorio.
Chiediamo a tutti coloro, del mondo industriale e politico, che sono interessati a fruire di figure professionali di ingegnere di alto profilo e che hanno dimostrato in questi anni di apprezzare l’attività svolta dalla Facoltà sul territorio, di unirsi alla nostra protesta, facendo sentire in tutte le sedi anche la loro voce, forte e chiara, in difesa di una università pubblica, che continui ad alimentare la società produttiva con docenza di qualità e ricerca all’avanguardia.