Via libera dalla Provincia di Modena alle modifiche dell’autorizzazione degli scarichi idrici dell’impianto di bitume nella ex cava a Savignano sul Panaro.
Il provvedimento, firmato venerdì 6 agosto dai tecnici provinciali, modifica una precedente autorizzazione migliorando, attraverso una serie di prescrizioni nella produzione di conglomerato bituminoso e cementizio, le prestazioni ambientali, in particolare a tutela delle acque.
«Abbiamo chiesto alla ditta – afferma Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – ulteriori garanzie ambientali che potranno essere soddisfatte in tempi brevi e che non comportano un investimento rilevante. Ora non ci sono più alibi e se l’impianto non è partito finora non è certo per responsabilità della Provincia. Al tempo stesso ritengo che nessuno si possa nascondere dietro le autorizzazioni per non dare risposte ad un’impresa che rischia di licenziare i lavoratori».
Per quanto riguarda la modifica dell’autorizzazione degli scarichi, la Provincia ha chiesto alla ditta di migliorare la gestione dell’uso delle acque: in particolare utilizzando per le lavorazioni acque superficiali e non sotterranee. Tra le prescrizioni richieste spicca un più approfondito monitoraggio delle acque sotterranee con l’aggiunta di tre piezometri a valle della falda, oltre a quello già previsto a monte, per misurare i livelli e la qualità delle acque; prevista anche la realizzazione di una vasca di sedimentazione per il trattamento delle acque reflue del piazzale e una per raccogliere eventuali perdite di bitume durante le operazioni di trasferimento dalle cisterne.
«Abbiamo messo al primo posto – puntualizza Vaccari – in modo rigoroso tutte le tutele ambientali e la salute dei cittadini, anche se siamo di fronte a un progetto a basso impatto in quanto non produce bitume, ma utilizza materiale prodotto altrove per preparare asfalto; e adesso con le nostre prescrizioni abbiamo reso l’impianto ancora meno impattante».
Lo scorso anno, inoltre, per ridurre le emissioni in atmosfera e l’impatto sull’ambiente, la Provincia, secondo le indicazioni emerse da un’apposita conferenza dei servizi, ha imposto alla ditta l’innalzamento del camino per ridurre le emissioni, migliorando le prescrizioni, già presenti nella precedente autorizzazione, e introdotto nuovi obblighi anche di carattere gestionale e ulteriori controlli.
Nel territorio modenese sono presenti una dozzina di impianti simili a quello di Savignano: a Modena, Campogalliano, Formigine, Marano, Pavullo, Prignano e Spilamberto. Gli impianti sono periodicamente controllati dai tecnici dell’Arpa in particolare sull’emissioni di polveri e di altre sostanze volatili.