Ci sono due indagati per l’infortunio mortale dell’operaio napoletano di 49 anni, Michele Mormile, avvenuto la mattina del 4 agosto scorso in un cantiere ferroviario di via Borgatti, alla periferia di Bologna. Il pm della Procura felsinea, Luca Tampieri, ha iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante della ditta di cui l’uomo era dipendente e il capocantiere. Non è escluso, al momento, che emergano altre responsabilità. I reati ipotizzati sono l’omicidio colposo e la violazione delle norme di sicurezza.
L’uomo era stato urtato da un treno regionale della Fer che da Bologna era diretto a Poggio Rusco, in provincia di Mantova, ed era stato trascinato per alcuni metri morendo sul colpo. La vittima era dipendente della ditta che ha in appalto i lavori per la realizzazione del nuovo impianto di segnalamento per l’accesso diretto ai binari Ovest di Bologna centrale della linea Porrettana.
In una nota l’impresa aveva spiegato che l’operaio stava lavorando fuori dal cantiere la cui area non è interessata dal passaggio dei treni ed è regolarmente delimitata da un’apposita recinzione. E aveva aggiunto che Mormile al momento dell’incidente si trovava su un binario adiacente dove poi è transitato il regionale Fer che lo ha ucciso. Dagli accertamenti della Polfer era emerso che effettivamente l’operaio stava lavorando su un tratto dei binari lontano dalla zona recintata ma non di propria iniziativa, ma su ordine del capocantiere ora indagato.