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Amianto: la risposta dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute al Movimento 5 Stelle


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In merito a quanto pubblicato oggi sulla stampa locale sul tema “amianto”, l’assessorato alle Politiche per la salute della Regione comunica che l’Emilia-Romagna ha affrontato in modo approfondito, serio e trasparente il problema dei rischi per la salute adottando fin dal 1996 (con delibera 497/1996) il “Piano regionale per la protezione dall’amianto”, che prevede interventi rigorosi per la difesa della salute, graduati sui rischi prioritari.

La tempestività e la completezza delle azioni messe in atto (censimento dei siti a rischio, sorveglianza ambientale e sanitaria, bonifica, vigilanza, comunicazione e formazione) ha fatto dell’Emilia-Romagna una delle Regioni più attive sul tema.

La trasparenza delle azioni realizzate è dimostrata anche dal fatto – specificano dall’assessorato – che le notizie riportate oggi dalla stampa locale su segnalazione del Movimento 5 Stelle sono tratte direttamente dal sito ufficiale che la Regione ha predisposto per comunicare i risultati ottenuti. Tuttavia, le stesse notizie omettono un’informazione di base, essenziale per comprendere compiutamente la portata del problema segnalato: una cosa è la presenza di amianto friabile, altra è la presenza di amianto in matrice compatta (eternit); il primo è molto più pericoloso per la salute, in quanto si possono facilmente liberare fibre di amianto, il secondo può rilasciare fibre solo in seguito a corrosione o sfaldamento, legati al tempo o all’incuria.  E i siti segnalati dal Movimento 5 stelle e riportati nelle notizie sono siti con amianto compatto.

Il Piano amianto dell’Emilia-Romagna ha previsto prioritariamente il censimento degli edifici pubblici e privati con presenza di amianto friabile (svoltosi tra il 1997 e il 2000 ) e le relative iniziative di bonifica di tutti questi siti. Le situazioni identificate sono state sottoposte a bonifica secondo le procedure e le metodiche previste dalle norme e sotto il rigoroso controllo delle Aziende Usl. Questa fase è da tempo conclusa con qualche sporadica eccezione, soprattutto legata a siti dismessi da anni e non frequentati, in cui possono essere ancora in corso interventi.

I 757 siti (in realtà 760, come risulta dalla tabella allegata) non ancora completamente bonificati, citati dal Movimento 5 Stelle e riportati nelle notizie di stampa, sono siti con presenza di amianto in “matrice compatta” (eternit), mappati nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005, per i quali la norma non prevede necessariamente la rimozione, ma piuttosto l’obbligo per il proprietario o l’utilizzatore di mantenerli in buone condizioni e attuare una sorveglianza che può portare alla bonifica (rimozione, incapsulamento o confinamento) in caso di rotture “che superino il 10% della superficie totale”.

“In conclusione – afferma il responsabile del Servizio sanità pubblica dell’assessorato Politiche per la salute Pierluigi Macini – una corretta interpretazione dei dati porta a dire che in Emilia-Romagna c’è una seria e corretta gestione di un problema importante per la tutela della salute dei cittadini”.